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BATMAN BEGINS

Pubblicato il 27 giugno 2005 da Riccardo Protani


BATMAN BEGINS

L’unico modo per liberarsi da un’eredità pesante e ridare dignità ad una leggenda del fumetto era spingersi ancora più indietro nel passato per parlarne al presente. Notti di Insomnia e Mementi duri hanno tracciato sulla strada di Hollywood (pardon, di Gotham City) questo eccellente Batman Begins. Ma, a conti fatti, tanta fatica per il director Christopher Nolan e per lo sceneggiatore David Goyer (che ai fumetti deve tutto, dato che ha firmato gli ultimi due film di Blade più Dark City e The Crow 2) è stata ben ricompensata. Come? Ma ovviamente presentando un eroe/antieroe cupo e attualissimo adatto a tempi, sentimenti ed impeti cupi come questi. Ammettiamolo: Christopher Nolan si era messo davvero in un bel rompicapo di buone e difficoltose intenzioni lastricando la strada del successo personale sulle alterne fortune di uno degli eroi di carta - e non solo - più conosciuto ed affascinante di tutti i tempi. Bella sfida davvero. Anche perché in passato quel buontempone di Joel Schumacher aveva più che altro dato vita ad un baraccone cinematografico zeppo di chincaglierie ipertecnologiche che facevano tanto gadget natalizio very very kitsch; mentre Tim Burton, da buon genio a sé stante, aveva direttamente creato un altro Batman, con paranoie, complessi e debolezze lontanissime da quelle del personaggio ideato nel 1939 da Bob Kane per la DC Comics. Ebbene, dare ora un senso ad un personaggio che è “costretto” a vestirsi da pipistrello nella notte per cacciare criminali poteva sembrare un’impresa disperata. Soprattutto dal punto di vista degli incassi, poi, dato che il macigno Spider-Man imponeva (e impone) ai tipi della Warner grosse rivincite supereroistiche in tal senso. E invece, dopo quasi 150 giorni di lavoro, molti dei quali persi in ore estenuanti di montaggio, finalmente Nolan e Goyer ci confezionano il prequel di un Batman che è contemporaneamente grande fumetto ed eccellente cinema, storia concreta e matura dove l’apparato narrativo è addirittura affascinante in tutta la prima parte delle vicende, cioè quella in cui il Bruce Wayne “supereroe” è ancora di là da venire. Nolan e Goyer hanno fatto insomma centro creando dal nulla o quasi un effettivo altro Ego che dalle viscere di un passato fumoso e, soprattutto credibile (quello di Bruce Wayne appunto, del quale pochissimo si è saputo fino al milleriano, esaltante, Batman: Year One), si abbinasse al tema dell’antieroe complessato che, letteralmente, diviene le sue paure per purificare il resto del suo mondo. Perché il loro Batman è anche quello di Kane, cioè un uomo normale che interiorizza rabbia e sensi di colpa per la morte dei genitori al fine di instaurare una personale - ma non troppo - guerra al crimine. Costume nero da Darth Vader dei buoni, questo Batman è la metafora perfetta dell’imperfezione umana, portata al parossismo per ridursi in rabbia e rinascere come forza generatrice di ordine. Ordine labile, ma concreto. Un’imperfezione che qui diviene - ovviamente! - anche spettacolare. Eppure di questo Batman Begins non si ricorderanno in primis le scene di azione (che pure ci sono, e pregnanti): tutta la pellicola in realtà è il racconto di una iniziazione alla maturità, di come l’Empfindsamkeit (cultura dell’anima) e la Sehnsucht (irrequietezza) di uno spirito in pena convoglino ad un riscatto ed una crescita interiore che per forza devono essere comunque drammatiche (e naturalmente assimilate su più livelli). Un’iniziazione scenograficamente a metà tra quella di Neo in Matrix e Kal-El di Superman tra i ghiacci, con personaggi tutti a loro agio nell’esercito di attori che danno loro forma e volto (e viceversa): Rutger Hauer, Michael Caine, Liam Neeson, Gary Oldman, Morgan Freeman, Ken Watanabe, Katie Holmes e Christian Bale (un Bruce Wayne giovane e credibilissimo) non rappresentano quindi gli ennesimi optional di un copione fatto solo per incassare, ma stanno al film quanto la stessa Gotham City sta a Batman. E, di più: in Batman Begins la vera protagonista è proprio lei, Gotham, sudicia e corrotta da far paura (curiosità: a renderla in tale stato sarebbe in primis un mafioso italiano di nome... Falcone!), una sorta di Metropolis Langhiana ormai senza più sogni nemmeno per divenire ancora più disgustosa di quanto già non sia. Di proprio, in Begins, ogni dettaglio è realistico, ogni elemento ha un suo perché: dalla Batmobile e dal mantello dell’eroe alla batcaverna, dal simbolo del Giustiziere alla sua entrata in scena che, per far rima con il concetto paura, davvero timore non ha di ricalcare negli spazi e nella mente quella del primo Alien di Ridley Scott. Forse, senza nemmeno rendersene troppo conto, Nolan e Goyer sono partiti dalla storia di un personaggio dei fumetti per approdare a filmare l’enfasi di tutte le nostre più marcate frustrazioni abbinandole poi ad un costume che, come ogni maschera, visibile e invisibile, è inevitabilmente metafora e condanna di ognuno. Tutto ciò può succedere quando regia, idee ed attitudini professionali nascono tanto più lontane da un fumetto quanto più affascinante è poi farle incontrare a posteriori. Ang Lee ed il suo Hulk hanno insegnato, a riguardo, davvero molto.

[giugno 2005]

regia: Christopher Nolan sceneggiatura: Chirstopher Nolan & David Goyer, basato sui personaggi creati da Bob Kane e pubblicati da DC COMICS fotografia: Wally Pfister, A.S.C. montaggio: Lee Smith, A.C.E. musica: Hans Zimmer & James Newton Howard interpreti: Rutger Hauer, Michael Caine, Liam Neeson, Gary Oldman, Morgan Freeman, Ken Watanabe, Katie Holmes, Christian Bale produzione: Emma Thomas, Charles Roven & Larry Franco per Warner Bros. Pictures origine: USA, 2005 distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia web info: http://www.batmanbegins.it

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