Beastly

A tratti può apparire come una contraddizione in termini questa versione della fiaba della Bella e della Bestia, una contraddizione tra un contenuto di certo risaputo e una certa levigatezza della forma. Si ha l’impressione che il tentativo di riammodernamento della fiaba si sia spinto troppo (poco) in là, dividendosi tra una critica eccessivamente flebile – seppure alquanto carica di ironia - della società dei consumi, ed un sentimentalismo un po’ stantio. Una scelta, questa, di certo dettata dal target di riferimento per una pellicola visibilmente realizzata per un pubblico preadolescenziale.
Malgrado ciò il fiabesco teen drama della CBS lega, in una maniera non sempre sciocca e scontata, un discorso sul desiderio a un altro sull’atto del vedere, oltre che del mostrare e del mettersi in mostra: fin dall’inizio corpi giovani e seminudi divengono essi stessi immagini, cartelloni pubblicitari che si distendono tra i grattacieli di una qualsiasi metropoli nordamericana, immersi in luci che li accarezzano suadenti, luminose eppure talmente fredde da non potere realmente scaldare quegli esseri, carni che appaiono quasi impossibilate ad ospitare una vita, ad essere un’esistenza. Un discorso, quello sulla Bellezza e il suo lato di sfruttamento principalmente edonistico e di possibilità di scalata sociale, che inizialmente viene affrontato con spirito diretto e ironico, ma che segue poi il percorso affrontato dal protagonista Alex (Kyle Kingson), una giovanissima bella insensibile carogna idolo nella sua scuola da classe elevata, ragazzo che diventerà il bersaglio di un incantesimo che lo trasformerà in un essere dalla pelle sfregiata (e non propriamente una creatura animalesca e deforme, come accade nella consolidata iconografia proveniente dal racconto orginale): la maledizione si spezzerà solamente se, entro un anno, Alex troverà qualcuno che gli dirà di amarlo; in caso contrario, rimarrà eternamente imprigionato nella sua nuova condizione.
Indubbiamente e ovviamente tale situazione, quella delle sbarre più o meno visibili, degli indelebili condizionamenti sociali ed esteriori, costituisce un basso continuo che percorre l’intero film. Così a una prigionia se ne sostituisce un’altra, in una reclusione comunque dorata: giacché Alex, abbandonato dalla madre in tenera età, vive con un padre famoso telegiornalista (Peter Krause), un uomo molto ricco che di certo non può incarnare, nella sua estrema superficialità e insensibilità, un buon esempio per il figlio. In questo modo tornano alcuni topoi del teen drama, solitamente luogo della solitudine e della fragilità giovanili. Le due figure adulte assenti verranno sostituite da due aiutanti, entrambi rappresentanti di minoranze deboli e vilipese: l’immigrata Zola e il non vedente Will (interpretato dall’inconfondibile Neil Patrick Harris), mentori necessari per una crescita interiore di un eroe alla ricerca di un nuovo equilibrio, in nome di un romanticismo che aumenterà accompagnandosi alla storia d’amore con la tenera Lindy (la pressoché inutile Vanessa Hudgens). Un rapporto che, però, rimarrà come una zavorra al seguito della pellicola, la quale sempre più soffrirà di una stasi che, nella forma cinematografica, contraddice apertamente l’evoluzione, il percorso di crescita del protagonista. In questo modo la claustrofobia in Beastly diviene cifra stilistica, con una superficie dove tutto è semplicemente come appare, senza mistero alcuno, per un’opera solo in parte attraversata da certe piacevoli sortite, tuttavia non sufficienti affinché possa coinvolgere e sortire l’effetto desiderato, se si esclude lo stucchevole intento educativo e pedagogico.
(id.); Regia e sceneggiatura: Daniel Barnz; fotografia: Mandy Walker; montaggio: Thomas J. Nordberg; musica: Marcelo Zarvos; interpreti: Alex Pettyfer (Kyle Kingson), Vanessa Hudgens (Lindy Taylor), Mary-Kate Olsen (Kendra), Neil Patrick Harris (Will), Lisa Gay Hamilton (Zola), Peter Krause (Rob Kingson); produzione: CBS Films, Lionsgate e Storefront Films; distribuzione: VIDEA-CDE; origine: USA, 2010; durata: 86’; web info: sito ufficiale.
