Berlino 2004

C’erano molte speranze sul festival di Berlino. La crisi internazionale, che aveva portato ad un parziale allontanamento delle produzioni americane dal festival di Cannes; i problemi legati alla direzione di Venezia; l’attenzione che in Germania, sempre di più, si sposta verso le cinematografie dell’Est - dell’Est dell’Europa e dell’Est del mondo - luoghi dai quali si possono aspettare nuove idee, o nuovi modi di produzione in grado di aprirci gli occhi in modi inaspettati e confusi, affidava alla kermesse berlinese la possibilità di offrire uno sguardo particolare sullo stato delle cose, la possibilità di scegliere tra molto materiale una selezione coerente in un mondo nel quale, probabilmente, l’arte - e l’arte cinematografica in particolare - ha la possibilità di farci capire cose che la semplice documentazione degli avvenimenti non è in grado di fare. Ma confuso è stato il programma, tra film dalle storie forti, e film dalle immagini leccate, un programma che spaziando dal Jack Nicholson di Something’s gotta give a Triple Agent di Rohmer, dell’instabilità e della confusione traeva la propria forza ed i propri limiti. Bisogna ripartire da zero dicono a Cahit, il protagonista del film che ha vinto il Leone d’Oro (Gegen die Wand di Fatih Akin), e probabilmente dovremmo ripartire da zero anche sul modo di organizzare i festival. La semplice esposizione di una parte della produzione cinematografica (quella, cioè, che si è riuscita a portare nella propria rassegna) mostra sempre di più i propri limiti e la propria sterilità. A Berlino non si è vista, cioè, una visione particolare del cinema, si sono visti dei film, e sui film, e non sul cinema, abbiamo pensato di organizzare questo speciale.
[marzo 2004]
i film:
25 degrès en hiver
La sorgente del fiume
Samaria
Feaux rouge
Ae fond kiss
Il vento di sera
Confidences trop intimes
Monster
Forbrydelser
La vida que te espera
La face cachée de la lune
L’Esquive
Al’leessi ... une actrice africaine
Lightining in a bottle
Primo amore
Sviedoci
Beautiful country
Country of my skull
