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Berlino 2008 - Sparrow - Concorso

Pubblicato il 12 febbraio 2008 da Antonio Pezzuto


Berlino 2008 - Sparrow - Concorso

Ci sono dei registi da festival che nel pubblico della critica trovano i loro principali estimatori. In sala, magari non vanno tanto bene, ma poi si ripagano con la vendita e il noleggio dei DVD o con le televisioni a pagamento. Uno di questi è Johnny To, prolifico autore di Hong-Kong, autore di film d’azione, colui che anni fa scoprì le capacità danzatorie di Maggie Cheung facendola ballare tra coltelli e spade volanti, ed in concorso a Berlino quest’anno con una operetta leggera, The Sparrow, su un gruppo di borseggiatori simpatici alle prese con una donna molto bella (Beauty è il suo nome) desiderosa di affrancarsi dalle maglie di un vecchio amante che le ha sottratto il passaporto.
Più Mancia Competente di Lubitsch che Pickpocket di Bresson, i quattro componenti della banda, sui ritmi di musichette jazzate e leggere, ammaliati dal fascino della ragazza, architettano un piano senza molto discernimento, tentando un po’ alla Ocean, di sfruttare le loro capacità per portare a termine un progetto che è sia morale (liberare una donna soggiogata dal vecchio laido e cattivo), sia sfida egocentrica volta a dimostrare - allo stesso vecchietto - la loro bravura.
The Sparrow (il passero che dà il titolo al film), è l’animale che simbolizza questa storia. Piccolo, indifeso, costretto dagli uomini a vivere nelle gabbie e capace di ritornare nella sua gabbia quando lo si fa uscire, diventa bello e pieno di gioia quando riesce a conquistare la propria libertà, ma è anche, sparrow, il nome in slang che viene dato ai borseggiatori, prestigiatori della lametta dai quali meglio riuscire a non farsi toccare mai (pena la perdita di orologi, portafogli e cinture di pantaloni), e che quando si sfidano tra di loro scelgono come campo di battaglia un attraversamento pedonale regolato da un semaforo, laddove ci si incontra, ci si nasconde e ci si distrae, nuovo non luogo metropolitano che sostituisce gli spazi aperti, solitari e silenziosi dei vecchi mezzogiorno di fuoco.
Del resto qui siamo nella produttiva Hong Kong, non certo nella desolata e pigra America.


CAST & CREDITS

(Man Jeuk) Regia: Johnnie To; sceneggiatura: Chan Kin Chung, Fung Chih Chiang; fotografia: Cheng Siu Keung; montaggio: David Richardson; produzione: Milkyway Image (Hong-Kong) Ltd; interpreti: Simon Yam (Kei), Kelly Lin (Chun Lei); origine: Hong-Kong, Cina 2008; durata: 87’


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