Berlino 2011 - The Future - Concorso

Una giovane coppia vive in un piccolo loft. Lei, Sophie, è insegnante di danza per piccole apprendiste ballerine, lui, Jason, lavora da casa per un call center. Adottano un gatto appena operato a una gamba che potrebbe venire soppresso in un mese, vivono le loro giornate senza picchi in una routine noiosa ed alienante, non hanno amici, o almeno sembrano non averne, e i loro rapporti fisici si limitano a goffi abbracci durante il sonno. Ma un giorno decidono di cambiare vita, buttano via le loro stupide preoccupazioni, lasciano le rispettive insoddisfacenti occupazioni, mettono da parte Internet e iniziano a cercare un senso per la loro esistenza. Sophie decide di inventare una sua personale coreografia, Jason decide di farsi guidare dal destino, cominciando a vendere alberi porta a porta. Quando i due però iniziano a capire che lo stimolo per dare una sterzata alla noia delle loro abitudini solo fuori dal rapporto di coppia, la loro relazione entra in crisi.
Raccontata dalla voce fuori campo del gatto Paw Paw, l’opera seconda della giovane Miranda July, attrice, sceneggiatrice e regista, è un ritratto dalle tonalità surreali ed oniriche delle crisi esistenziali dei trentenni di oggi, alle prese con situazione economica e lavorativa precaria, mentalmente alienati su Internet, Facebook e Youtube e incerti dei loro sentimenti. Il tocco femminile della July infonde il film di delicatezza e descrive i suoi personaggi con ingenuità e amore. Il ritratto ai limiti dell’assurdo dei due protagonisti diverte e rende gradevole il racconto, ma dopo mezz’ora la July si fa prendere la mano dal desiderio di dover per forza realizzare un’opera originale. E il film non riesce a trovare un’anima unitaria, a metà tra l’onirismo di Gondry, le contorsioni metapsicologiche di Kaufmann e l’essenzialità del cinema sentimentale indipendente.
La seconda metà di The Future appare dunque confusionaria e incerta sulla strada da percorrere. La svolta onirico-psicologica della storia sembra un’esagerazione inutile ed ingiustificata dello stile surreale del film, una svolta che vanifica purtroppo lo sguardo leggero ed emozionato che filtra l’intero racconto. I problemi maggiori non sono quindi tanto riscontrabili nella messa in scena, attenta alle sfumature dei personaggi e capace di creare un’atmosfera insolita e aliena stile “Wes Anderson”, quanto nella sceneggiatura, buona nello spunto, in alcuni dialoghi e nell’analisi dello sgretolarsi del sentimento della giovane coppia, ma farraginosa e inconcludente nella sua evoluzione narrativa.
Miranda July convince più come attrice che come autrice, con i suoi occhi tristi, sperduti ma al contempo pieni di speranza, alla ricerca di un futuro migliore. Il film regge soprattutto sulla sua interpretazione e su quella del partner Hamish Linklater, anche lui convincente nella sua recitazione sotto le righe.
Un passo indietro per la regista del buona commedia Me and You, and Everyone we Know.
(The Future) Regia: Miranda July; sceneggiatura: Miranda July; fotografia: Nikolai von Graevenitz; montaggio: Andrei Bird; musica: Jon Brion; interpreti: Miranda July, Hamish Linklater, David Warshofsky; produzione: Razor Film, GNK; origine: Germania/USA; durata: 91‘.
