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Berlino 2011 - Viva Riva! - Forum

Pubblicato il 12 febbraio 2011 da Matteo Galli


Berlino 2011 - Viva Riva! - Forum

Viva Riva! è il primo film in assoluto della 61. edizione della Berlinale, proviene dalla Repubblica Democratica del Congo (con una compartecipazione francese e belga) e ha introdotto la sezione “Forum” del festival. Il regista Djo Tunda Wa Munga, che si è diplomato in Belgio presso l’INSAS (Institut National Supérieur des Arts du Spectacle), aveva girato fin qui soltanto cortometraggi e brevi documentari; questo è il suo primo film, già presentato al festival di Toronto nell’autunno del 2010. Viva Riva! è un classicissimo gangster movie: c’è l’eroe eponimo che torna a casa – qui: a Kinshasa - dopo dieci trascorsi in esilio – qui: dall’Angola - a fare l’apprendistato presso un delinquente locale, coronando l’ambizione di mettersi in proprio; c’è Cesar, l’ex capo che lo cerca e lo rincorre perché non ha nessuna intenzione di subire il raggiro di cui è stato vittima; c’è Azor, il ras congolese, tutto muscoli ma impotente, con tanto di pupa che risponde guarda caso proprio al nome di Nora, molto appariscente e molto dark di cui il povero Riva, tanto scafato ma anche tanto sempliciotto, s’incapriccia; c’è la polizia corrotta, e fin qui nulla di strano; ma c’è persino la chiesa corrotta; c’è la prostituzione e c’è -soprattutto – l’oggetto del desiderio per tutti i protagonisti in gioco, per una volta niente potere, per una volta niente droga, ma solo ed esclusivamente denaro, tanto denaro, e il denaro nella capitale della Repubblica Democratica del Congo è garantito quasi esclusivamente da un bene che è diventato merce rara, ossia la benzina ,che Riva ha importato in patria, in gran quantità, trafugandola al proprio capo. Da questa costellazione di partenza si dipana una serie infinita di inseguimenti, peripezie, agguati, con i personaggi, consapevoli di essere poco più che citazioni ammiccanti di un modello consolidato, che danno vita a continui capovolgimenti e tradimenti, in cui tutti si alleano con tutti contro tutti, pur di riuscire a mettere le mani sui barili di benzina, quel bene tanto prezioso – con l’eccezione di Riva che in questo universo così incentrato sul profitto sembra seguire (anche) un ideale di gangster romantico e idealista. Ma la vera protagonista di Viva Riva è la città, Kinshasa, chiamata dai protagonisti in lingua lingala con l’affettuosa abbreviazione di “Kin”, città labirintica e tentacolare, di cui il regista ci mostra nelle prime sequenze di forte sapore documentario e ricche di dissolvenze incrociate la disperata vitalità: città delle merci e delle masse, del denaro e della sporcizia, dei vicoli e della corruzione, mai veramente divenuta città civile, come tutto il paese, del resto, rispetto al quale Cesar, l’inseguitore angolano di Riva, non esita, con un ghigno sardonico, ad affermare che avrebbe meritato di continuare a restare sotto gli artigli del dominio coloniale visti i risultati. E le tracce di questa condizione ancora in between in cui versa il paese si hanno anche nel linguaggio dove assistiamo ad una continua commistione fra le due lingue, il francese e il lingala, appunto. Molto bravi gli attori che ammiccano chi a Will Smith e chi a Spike Lee, molto bravo il regista che governa sapientemente la macchina da presa nella smisurata casbah di Kinshasa e nelle decrepite architetture coloniali degli interni. Qua e là il film risulta un po’ troppo grottesco; quando cerca di virare sullo psicologico, ossia quando prova a recuperare i romanzi famigliari nelle biografie di Riva e di Nora, decisamente patetico; e nella scena finale, quando i barili di benzina vanno a fuoco sotto gli occhi innocenti di Anto, niño de rua, aiutante proppiano di Riva, inutilmente didattico.


CAST & CREDITS

(Viva Riva ) Regia: Djo Tunda Wa Munga; sceneggiatura: Djo Tunda Wa Munga; fotografia: Antoine Roch; interpreti: Patsha Bay Mukuna (Riva); Manie Malone (Nora); Hoji Fortuna (Cesar); Marlene Longage (Commandante); Diplome Amekindra (Azor); produzione: Formosa Productions, MG Productions and Suka Productions; origine: Sudafrica-Francia-Belgio; durata: 98’.


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