Berlino 2016: I premi
Nella giornata in cui la morte di Umberto Eco ha impoverito l’impatto simbolico della cultura italiana contemporanea a livello internazionale, ecco l’Orso d’Oro a Gianfranco Rosi. Lo avevamo pronosticato il massimo premio a Fuocoammare, non perché fossimo dotati di particolari doti di preveggenza o perché colti da un accesso di nazionalismo, ma perché era davvero il film migliore in concorso, un fulgido esempio da additare di come un argomento forte non debba per forza sopraffare il progetto estetico, la costruzione del testo, soprattutto qui a Berlino dove imperano i documentari “impegnati”, legittimati solo in grazia di tale impegno. Inutile dire che è un premio anche altamente politico, come in misura diversa lo era stato il premio ai fratelli Taviani quattro anni fa. Si premia lo sforzo profuso da alcuni stati europei – l’Italia, la Germania – per provare ad accogliere le centinaia di migliaia di cittadini diseredati e non garantiti che provengono dai margini del mondo cosiddetto civilizzato.
Ottimo anche il premio della giuria a Tanović, che ci aveva convinto; assolutamente condivisibili quelli agli attori, alla sceneggiatura e, alla fine, anche al contributo tecnico. Qualche riserva per la Lullaby di Diaz che apre nuove prospettive, diciamolo francamente: speriamo di no! Scadente il premio alla regia per Mia Hansen Løve, rispetto a Ivo Ferreira ma anche a Anna Zohra Berracheb. Dispiace che il film tedesco e quello portoghese siano usciti a mani vuote perché erano film di valore ma alla Giuria presieduta da Meryl Streep bisogna tutto sommato fare i complimenti.
I premi
Orso d’Oro: Fuocoammare di Gianfranco Rosi
Orso d’Argento (premio della giuria): Mort à Sarajevo di Denis Tanović
Orso d’Argento (premio Alfred Bauer per un film che apre nuove prospettive): A Lullaby to the Sorrowful Mistery di Lav Diaz
Orso d’Argento (premio alla regia): Mia Hansen Løve per L’avenir
Orso d’Argento (migliore interprete femminile): Trine Dryholm per The Commune di Thomas Vinterberg
Orso d’Argento (migliore interprete maschile): Majd Mastoura per Hedi di Mohammed Ben Attia
Orso d’Argento (migliore sceneggiatura): Tomasz Wasilewski per United States of Love
Orso d’Argento (migliore contributo tecnico): Mark Lee Ping-Bing (fotografia) per Crosscurrent di Yang Chao.