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Beverly Hills Chihuahua

Pubblicato il 16 gennaio 2009 da Antonio Valerio Spera


Beverly Hills Chihuahua

Quest’anno la Disney ha indubbiamente deciso di puntare sul mondo canino. Dopo Bolt, la società di Mickey Mouse porta sugli schermi una nuova pellicola che vede protagonista un simpatico personaggio a quattro zampe: Beverly Hills Chihuahua. In questo caso però non si tratta di un film d’animazione, bensì di un’opera che rientra in quel filone di film dove gli animali sono dotati di parola. Non è la prima volta che la Disney tenta un’operazione simile. Ci aveva infatti già provato nel 1993 con Homeward Bound: The Incredibile Journey (In fuga a quattro zampe) e tre anni dopo con il sequel Homeward Bound II: Lost in San Francisco (Quattro zampe a San Francisco), ma l’incasso dei due film insieme non superò i 75 milioni di dollari, ottenendo dunque, tenendo conto della media incassi della Disney, un risultato economico dignitoso ma non esaltante.
L’esito al box office USA di Beverly Hills Chihuahua è stato invece molto più fortunato ed ha sorpreso un po’ tutti. Il film ha infatti già sfiorato i cento milioni di dollari e dovrebbe superare tale cifra in pochissimo tempo. A spiegare questo enorme successo, soprattutto in confronto ai due film precedentemente citati, è la diversa prospettiva data al racconto. Se i due Homeward Bound erano infatti prodotti esclusivamente indirizzati ai giovanissimi, semplici e banali favole pronte a colpire i sentimenti e ad ottenere i consensi dei più piccoli, Beverly Hills Chihuahua invece presenta diversi sottotesti tematici e radica il suo racconto in un contesto attualissimo: quello del nuovo glamour statunitense, quello delle “divette” snob e miliardarie che dominano le pagine del gossip mondiale.
Ciò da cui prende spunto il film è l’ormai moda globale (lanciata da Paris Hilton e poi ripresa in tutto il mondo) di possedere un chihuahua o qualsiasi altro cane di piccola taglia, di portarlo a spasso dentro la borsetta firmata e di vestirlo con capi cuciti su misura. L’inizio del film è proprio dedicato a questa nuova dimensione cinofila: vengono infatti mostrati, con il dovuto tocco di ironia, le moderne tolette di Beverly Hills, in cui i cani vengono viziati nel lusso come in un salone di bellezza, ed i negozi dove le snob padroncine sottopongono i loro animali a snervanti prove di abiti. Ma questo rappresenta solo il prologo della pellicola. Successivamente il film, infatti, nella sua facciata di ritmato action-movie per ragazzi, si propone come una critica divertita al falso mondo del glamour e dei miliardi e come un’analisi della policromia sociale americana. L’originalità risiede però nel modo in cui questo discorso viene completamente traslato nell’universo canile. Ogni personaggio a quattro zampe rappresenta sullo schermo un ceto sociale, una cultura, un’anima della società statunitense. Ciò aiuta a creare sottili giochi ironici sull’immigrazione, sull’integrazione, sull’intercultura, che vengono colti più dagli adulti che dai bambini.
Beverly Hills Chihuahua, per queste ragioni, rappresenta un prodotto interessante che riesce a fissare sullo schermo (sempre e comunque favolisticamente) molte realtà del presente. Ciò che però non ci consente di fornire un convinto giudizio positivo sull’opera è l’esilità del racconto. Il film, pur essendo senza dubbio ritmato e ricco di efficaci effetti speciali, si perde infatti in uno sviluppo narrativo che ripete sempre se stesso, tra continui inseguimenti e giochi delle parti. E’ un vero peccato: probabilmente, con una sceneggiatura più attenta ai dialoghi ed una regia più inventiva, si sarebbe ottenuto un film più divertente e di maggiore spessore.
In ogni caso, dato il successo, il pubblico sembra gradire molto. Sicuramente, però, il geniale teaser in cui migliaia di chihuahua ballano al ritmo della canzone di dj Bobo ha rappresentato una forza in più per il film.


CAST & CREDITS

(Beverly Hills Chihuahua) Regia: Raja Gosnell; sceneggiatura: Analisa LaBianco, Jeff Bushell; fotografia: Phil Meheux; montaggio: Sabrina Plisco; musica: Heitor Pereira; scenografia: Bill Boes; interpreti: Piper Perabo, Manolo Cardona, Jamie Lee Curtis; produzione: Art In Motion, Mandeville Films, Smart Entertainment, Walt Disney Pictures - Walt Disney Studios; distribuzione: Walt Disney Pictures; origine: USA; durata: 91’.


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