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Bilancio Berlinale 2012

Pubblicato il 18 febbraio 2012 da Matteo Galli


Bilancio Berlinale 2012

Non passerà alla storia questa 62esima edizione della Berlinale. Il concorso è stato tutto sommato modesto. D’accordo che Berlino ha sempre fatto del cinema di ricerca una sua prerogativa, d’accordo che si è sempre tenuto alla larga dal cinema più corrivo, d’accordo che è difficile ormai da anni trovare in concorso film di autori già consolidati (semmai solo quelli consolidati dalla Berlinale stessa: da Zhang Yimou a Wang Quan’an), ma il concorso non è parso all’altezza. Un solo film, a dire il vero, proprio impresentabile, quello spagnolo intitolato Dictado, ma molte opere di valore medio che avrebbero forse dovuto esser collocate nelle sezioni parallele. Davvero da salvare ci sono, a mio avviso, solo sei film: il film francese A moi seule, il film svizzero L’enfant d’en haut, il film di Wang Quan’an, il film dei fratelli Taviani, forse il film portoghese Tabu e, il migliore di tutti, il film ungherese Just the wind, che – se certe dinamiche prettamente berlinesi saranno anche questa volta decisive: attenzione alle questioni sociali, etniche, regista poco noto, cinematografia leggermente periferica – dovrebbe vincere l’Orso. Prevedo un Orso della giuria al film portoghese (o in subordine ai Taviani, a cui potrebbe toccarne uno per la sceneggiatura, ma potrebbe accadere anche viceversa, sceneggiatura per Tabu e premio speciale per i Taviani), Léa Seydoux come migliore interprete femminile e fra i maschi ci sono secondo me tre opzioni: una scontata: Robert Duvall nel film di Thornton, una plausibile: Saul Williams nel film senegalese, una molto berlinese: il cast maschile al completo del film dei Taviani. Il cinema tedesco, se c’è giustizia, non dovrebbe ottenere premio alcuno. Tendenze dell’anno: conflitti intergenerazionali sull’asse patrilineare, nostalgia del ’700 come momento aurorale della modernità, la morte annunciata (i protagonisti di Was bleibt, di Aujourd’hui, di Just the wind, di Cesare deve morire, di A moi seule). Dalla sezione “Panorama”, pur seguita con meno sistematicità per ragioni di tempo, alcune pellicole che non avrebbero sfigurato nel concorso: il film di Vicari, quello con la Binoche, un bel film coreano From Seoul to Varanasi, il film turco-austriaco.


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