BOOG E ELLIOTT A CACCIA DI AMICI

La stagione cui fa riferimento il titolo originale del film, quella “in apertura”, altra non è che quella della caccia, che come si sa ogni anno vede ripetersi lo stesso valzer di polemiche tra fautori dell’attività venatoria e chi all’opposto si batte per sostenere i diritti degli animali. Una trafila che si ripete sempre uguale a se stessa da tempo immemorabile e che già tanto tempo fa, in un “universo animato lontano lontano” riconducibile almeno fino a Bambi aveva portato all’impietosa trasposizione cinematografica delle malefatte umane ai danni degli sparuti animaletti del bosco. Di nuovo secondo copione.
Quello che però risulta, a dirla proprio fuori dai denti, davvero imperdonabile in questo progetto è che qui non c’è traccia di un’idea originale che sia una. E sì che le ultime produzioni animate hanno ospitato le menti più creative e fervide di Hollywood con esiti di anno in anno sempre più brillanti e innovativi.
L’ora e mezza di film qui è invece riempita con una serie di goffi ammiccamenti allo spettatore, con tutta una serie di autentici furti a mano armata da opere recenti di ben altra caratura. Soprattutto il sorprendente exploit di Madagascar ha davvero creato un incredibile seguito. Identica qui la riproposizione del tema centrale, quello dell’animale selvatico cresciuto in cattività che ritrova le sue origini, solo sopite dalla civilizzazione, quando entra in contatto con la (sua) natura. Ma più in generale, è proprio il tema dello scontro tra civilizzazione e natura, entrambe viste nel loro aspetto più selvaggio, a sapere di stantìo lontano un miglio e questo Open Season non aggiunge davvero nulla rispetto ad uno Spirit, per citare un esempio.
Sfila davanti ai nostri occhi addirittura una brutta copia della brutta coppia, ingegnosamente (in quel caso) mal assortita degli impareggiabili Shrek-Ciuchino, qui nelle assai simili sembianze dell’orso Boog, acronimo di ‘Bigfoot’ e il suo amico scavezzacollo e rompiscatole Elliott. Naturalmente la diversità caratteriale sarà un ostacolo solo iniziale alla loro futura amicizia, ma ben presto le (dis)avventure comuni porteranno la strana coppia a solidalizzare e fraternizzare.
Esiste tuttavia un particolare inquietante che può indurre ad una riflessione non banale e riteniamo, tuttavia, ben oltre le intenzione degli autori (ben tre teste per congegnare un tale colabrodo... un bambino avrebbe saputo fare di meglio). Gli attacchi kamikaze degli animali contro i loro inscalfibili avversari armati di tutto punto finiscono con l’assumere le fattezze di veri e propri attentati terroristici e la morale che ne emerge è ambigua: ciascuna delle due parti si fa la guerra ricorrendo ai mezzi più vigliacchi.
Poche, pochissime le trovate davvero divertenti. Forse una sola, all’altezza dei rivali Pixar, quella dell’“angelica tazza” con tanto di sottofondo musicale mistico, mentre si fa riferimento al water e non al Graal. _ Al malcapitato spettatore italiano, poi, viene inflitta pure la tortura ulteriore di un doppiaggio che ha lo sgradevole sapore di dejà-vu, con le voci del bravo Pino Insegno e di Leo Gullotta, già insieme nel delizioso L’Era Glaciale.
Ma, in definitiva, il prodotto può trovare un suo pubblico nei più piccini, meno esigenti rispetto agli ultimamente troppo "viziati" cultori dell’animazione a stelle e strisce.
(Open Season) Regia: Roger Allers, Jill Culton, Anthony Stacchi; montaggio: Ken Solomon, Pam Ziegenhagen; musiche: Ramin Djawadi; produzione: Michelle Murdocca; distribuzione: Sony Pictures; origine: USA 2006; durata: 87’; web info:sito ufficiale
