Cado dalle nubi

Chi avrebbe mai pensato che Checco Zalone potesse rappresentare il caso cinematografico della stagione. Chi l’avrebbe mai detto che proprio il cantante sconclusionato di Zelig, che quattro anni fa spopolò firmando la colonna sonora alternativa dei mondiali di calcio, potesse scuotere l’universo della commedia italiana. Lo affermiamo senza paura: il nostro cinema aveva bisogno di un Checco Zalone. Era tempo, e cioè dall’esordio cinematografico con Tre uomini e una gamba di Aldo Giovanni e Giacomo, che non assistevamo ad un passaggio così esaltante di un comico dal piccolo al grande schermo. Ci hanno provato in tanti in questi anni, da Enrico Brignano ad Alessandro Siani, dai Fichi d’India a Ale & Franz, ma nessuno di loro è riuscito a trovare una propria dimensione cinematografica, tale da potergli consentire di sprigionare in un film la stessa forza comica degli sketch teatrali o televisivi. A volte il problema risiedeva in una totale incompatibilità con il mezzo cinema, a volte nella pochezza delle sceneggiature, altre volte nell’incapacità di uscire dai propri personaggi e di farsi altro davanti alla macchina da presa.
Checco Zalone è riuscito in quello in cui questi comici non sono riusciti: arrivare al cinema non cambiando di una virgola la propria natura comica e non intaccando minimamente il suo personaggio. Checco Zalone non recita un personaggio, lui lo è: Checco Zalone è Checco Zalone, così su un palco, così con una chitarra in mano, così sullo schermo. E’ straripante, un fiume in piena di invenzioni verbali, di parodie canore, di goffaggine; un uomo medio senza peli sulla lingua, ignorante, sempre inadeguato con le sue affermazioni, irriverente nella sua ingenuità culturale, incapace di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. La sua trasposizione sul grande schermo non perde nulla rispetto alle gag televisive, anzi arricchisce il personaggio, lo rinnova. Grazie ad una sceneggiatura molto semplice ma efficace, scritta a quattro mani dal protagonista e dal regista Gennaro Nunziante, Zalone non solo offre il meglio del suo repertorio, ma dà sfoggio di un talento attoriale inaspettato. Pur rimanendo un one-man-show, in cui il comico pugliese fa da vero mattatore della scena, calamitando su di sé ogni situazione, Cado dalle nubi regala al comico pugliese la possibilità di interagire con un cast di interpreti in gran forma e quindi di allontanarsi dai soliti assolo a cui ci ha abituato, inserendosi così in un contesto narrativo corale e ramificato. Zalone appare inarrestabile ma lo seguono e gli tengono testa tutti gli attori di contorno, da Dino Abbrescia a Fabio Troiano, dall’ottima Giulia Michelini a Ivano Marescotti.
Le risate si susseguono senza sosta, i 110 minuti di durata scivolano con estremo piacere: il cantautore ’terrone’ è esilarante nelle sue storpiature, nella sua demenzialità congenita, nella sua autoironia, nella sua meravigliosa mediocrità (tanto per citare lo stesso film). Prende in giro tutti, dagli omosessuali ai leghisti, non risparmia nessuno, e lo fa con irriverenza ma senza mai offendere. Cado dalle nubi non è una farsa fine a se stessa: è una commedia a tutto tondo, fatta di stereotipi ma capace di attingere – così come in pochi riescono - nella contemporaneità popolare, descrivendo con cinica ironia un’Italia ancora ferma nell’opposizione Nord/Sud, fatta di piccole realtà a volte nascoste, inscindibile dalla spazzatura televisiva e dai talent show.
Checco Zalone in qualche modo rappresenta questa Italia e la rappresenta attraverso una lente d’ingrandimento deformante che ne esaspera i difetti per poi metterne in luce i pregi. Lo fa con freschezza, con semplicità, senza volgarità, con una padronanza dei tempi comici impeccabile.
Benvenuto al cinema, caro Checco Zalone, fenomeno di meravigliosa mediocrità.
(Cado dalle nubi) Regia: Gennaro Nunziante; sceneggiatura: Gennaro Nunziante, Checco Zalone; fotografia: Lorenzo Adorisio; musica: Checco Zalone; interpreti: Checco Zalone, Dino Abbrescia, Giulia Michelini, Fabio Troiano, Ivano Marescotti, Raul Cremona; produzione: Taodue; distribuzione: Medusa; origine: Italia; durata: 114’.
