CAMBIA LA TUA VITA CON UN CLICK

“Tutto è nato da uno scherzo tra me e la mia fidanzata. Avevamo avuto una discussione, così a un certo punto ho preso il telecomando, l’ho puntato verso di lei e ho spinto il bottone che elimina il volume. Lei non ha trovato il gesto molto divertente, ma credo che un sacco di gente possa aver vissuto una situazione simile”.
Queste le parole del co-sceneggiatore e produttore di Click, Steve Koren. Che dire? Quando c’è un’idea forte dietro ad una produzione hollywoodiana, il risultato non può che essere soddisfacente...
Eppure, dobbiamo ammettere che nei confronti di questo nuovo lungometraggio di Adam Sandler eravamo partiti con tutta la benevolenza possibile. Già, perché sotto sotto questo comico vagamente bambacione ci sta simpatico: lo abbiamo apprezzato in opere ridanciane e cafone come L’altra sporca ultima meta, ed in altre più malinconiche come 50 Volte il primo bacio. Quando poi si è confrontato con pellicole più adulte come lo Spanglish di James L. Brooks e soprattutto il bellissimo Ubriaco d’amore di Paul Thomas Anderson, il risultato è stato addirittura sorprendente.
Ed invece questo Click è incontestabilmente un’assoluta porcata; (de)merito principale va attribuito al genio sopra citato, che insieme al collega Mark O’Keefe ha sfornato una sceneggiatura tanto scassata quanto pretenziosa nel voler provare a dare un tono più serioso ad un prodotto che nella prima parte si dimostra un’accozzaglia di comicità grassa ed inutilmente volgare, incapace di basarsi su un pur minimo senso di sana ed iconoclasta goliardia. E così Sandler se ne va per almeno un’ora in giro con questo telecomando universale tra scorregge e tristi battutacce da talk-show. E a dirla tutta neppure l’idea è troppo originale, soprattutto se pensiamo che i due sceneggiatori sono quelli che avevano già realizzato lo script del simile (ma più misticheggiante) Una settimana da Dio. In poche parole: si prende lo spunto che ha fruttato un sacco di dollaroni, lo si varia quel tantino che basta - la tecnologia che sostituisce l’Onnipotente: che novità!!! -, e si spedisce tutto al comico che ha fatto della produzione di basso contenuto intellettivo il suo cavallo di battaglia al botteghino. Risultato? 136 milioni di dollari incassati solo sul mercato americano.
Anche per chi come noi ama pure la comicità fracassona e corporale questo Click non si può davvero sostenere. Nessuna idea decente su cui costruire una storia, nessuno scampolo di regia, nessun guizzo attoriale in grado di distoglierci dal fissare continuamente le gambe della Beckinsale. Per attaccamento al personaggio bislacco e tontolone che si è costruito, continueremo ad avere in simpatia il buon Sandler. A patto però che non si cimenti più con boiate del genere...
Click, Usa, 2006
Regia: Frank Coraci; sceneggiatura: Steve Koren, Mark O’Keefe; fotografia: Dean Semler; musica: Rupert Gregson-Williams; montaggio: Jeff Gourson; scenografia: Alan Au, Jeffrey Mossa; costumi: Ellen Lutter; interpreti: Adam Sandler (Michael Newman), Kate Beckinsale (Donna Newman), Christopher Walken (Morty), David Hasselhoff (Ammer); produzione: Jack Giarraputo, Steve Koren, Neal H. Moritz, Mark O’Keefe, Adam Sandler; distribuzione: Sony; durata: 107’.
