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Cannes 2008 - Fuori Concorso - Chelsea on the Rocks

Pubblicato il 25 maggio 2008 da Antonio Valerio Spera


Cannes 2008 - Fuori Concorso - Chelsea on the Rocks

Quando sentiamo parlare del Chelsea Hotel, pensiamo sempre ad un mito. L’albergo newyorkese compie 125 anni e per tutta la sua ‘esistenza’ ha ospitato i maggiori artisti ed i personaggi più illustri (e maledetti potremmo aggiungere) della cultura americana. Non è una leggenda, sebbene dai racconti su di esso trapeli sempre un certo alone di mistero. Il Chelsea Hotel è il centro nostalgico dell’arte americana, il luogo vitale della creazione, il rifugio che ha dato ispirazione a tante figure che hanno fatto storia. Per questo albergo ci sono passate personalità quali Dylan Thomas, Andy Wharol, Arthur Miler, Tom Waits, Bob Dylan, Charles Bukowski, per non parlare di Jimmy Hendrix, Stanely Kubrick, Julian Schnabel, Patti Smith. La lista sarebbe ancora più lunga, ma solo questi nomi devono rendere l’idea di quanto esso sia pregno di storia e sia stato partecipe di tanta magia.
Oggi il Chelsea Hotel, con la nuova gestione, potrebbe terminare qui la sua fantastica esistenza, diventando un residence. Abel Ferrara ha così deciso di realizzare un documentario su di esso, raccontando gli aneddoti che hanno segnato questi 125 anni e parlandoci degli incontri più illustri che lì sono avvenuti.
Il regista, inserendo la narrazione in un clima sospeso fuori dal tempo e dallo spazio (a parte la sequenza in cui mostra l’attacco alle torri gemelle ripreso dal terrazzo dell’hotel), ci racconta il mistero che aleggia su questo luogo mitico. Ferrara alterna materiale d’archivio - che mostrano alcuni momenti trascorsi al Chelsea da William S. Borroughs, Jonis Crisp, Sid Vicious, Janis Joplin e Quentin Crisp – ad interviste, da lui stesso svolte, ad altri personaggi ancora viventi che hanno vissuto lì recentemente o che sono a conoscenza di fatti passati avvenuti al suo interno. Vediamo passare sullo schermo Ethan Hawke, Dennis Hopper, Lola Schnabel, Vito Acconci e soprattutto Milos Forman, che per buona parte del film, è presente sulla scena.
A questo materiale, Ferrara aggiunge due sequenze che ricostruiscono in finzione fatti della storia del Chelsea Hotel. In esse il tocco stilistico, cupo e disperato, dell’autore è ben visibile.
Chelsea on the Rocks è un documentario pregno di memorie. E’ il funerale di un’epoca, di cui non piange la morte ma di cui rivive l’esistenza. E’ un vero atto d’amore, sia nei confronti dell’albergo di Manhattan, sia nei confronti dell’arte stessa e dell’ispirazione che ne è alla base.
Di quest’opera di Ferrara rimane impresso il modo con il quale il regista riesce a rendere la magia del luogo, la partecipazione con la quale vive i racconti degli intervistati, il sentimento nostalgico che pervade ogni inquadratura. Soprattutto per quanto riguarda i tempi narrativi, non è un documentario perfettamente costruito - come invece ci ha abituato da qualche anno il cinema d’oltre oceano - ma è un film che non si può che apprezzare perché rievoca un secolo di arte americana. Un secolo di cultura di cui ci si va man mano dimenticando. Un secolo rinchiuso interamente tra le mura del Chelsea Hotel.


CAST & CREDITS

(Chelsea on the Rocks); Regia: Abel Ferrara; sceneggiatura: Christ Zois, David Linter, Abel Ferrara; montaggio: Langdon Page; interpreti: Milos Forman, Ethan Hawke, Dennis Hopper, Grace Jones, Adam Goldberg, Shanyn Leigh, Vito Acconci, Gaby Hoffmann, Bijou Phillips, Jamie Burke, Giancarlo Esposito; produttori: Jen Gatien, David D. Wasserman; distribuzione: Wild Bunch; origine: USA; durata: 84’.


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