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Cannes 2009 – J’ai Tué ma Mère – Quinzaine des Realisateurs

Pubblicato il 18 maggio 2009 da Antonio Valerio Spera


Cannes 2009 – J'ai Tué ma Mère – Quinzaine des Realisateurs

Fa sempre piacere scoprire nuovi autori, registi che con la loro opera prima dimostrano di possedere uno stile proprio e personale che arriva diretto allo spettatore. E’ il caso di Xavier Dolan, che con J’ai Tué ma Mère ha emozionato e divertito il pubblico della Croisette. Certo, il film non fa forza su una storia originale e purtroppo tratta tematiche ormai abusate nel cinema contemporaneo (rapporto madre-figlio ed omosessualità), ma lo stile sia di scrittura che di regia del giovanissimo filmaker canadese travolge grazie ai suoi iperbolici dialoghi e la sua leggera visionarietà. Da questa prima fatica dietro la macchina da presa, Dolan appare come un un autore completo, un autore nel vero senso della parola: infatti scrive, dirige ed interpreta, curando ogni aspetto del suo lavoro e mettendo la sua personalità e la sua esperienza al servizio della rappresentazione cinematografica. Il suo è uno stile forte e urlato, che marca ogni inquadratura, che si avverte in ogni sequenza.
Mettiamo subito le cose in chiaro: J’ai Tué ma Mère (Ho ucciso mia madre) non è un dramma familiare, come potrebbe far presagire il titolo. E’ al contrario una commedia generazionale, ricca di speranza e di emozioni, intrisa di malinconia ed a tratti molto divertente. L’omicidio della madre a cui fa riferimento il titolo è solo un sogno del ragazzo che, nonostante il rapporto difficile con la madre, cela un grande amore nei suoi confronti. Questo sentimento nascosto è descritto nel film come qualcosa di irrazionale, ineffabile, dal quale non ci si può slegare in nessun modo. Le continue discussioni tra genitore e figlio sono solo l’espressione di una ribellione adolescenziale ad una vita non facile. Hubert, il personaggio interpretato dallo stesso Dolan, è infatti cresciuto senza la presenza del padre e soffre inconsapevolmente la sua omosessualità. La madre è dunque vista dal ragazzo come l’unica valvola di sfogo della sua inquietudine interiore, come l’unica figura capace di cogliere dietro le sue urla incontrollate la vera ragione che lo spinge a tale comportamento. I momenti in cui i due litigano furiosamente sono senza dubbio i migliori dell’opera: oltre alle straordinarie interpretazioni dello stesso Dolan e di Anne Dorval, capaci di continue sfumature, ciò che rende magici tali sequenze è il modo con cui il regista riesce ad equilibrare rabbia e dolcezza, amore ed odio, e con cui sa infondere di ironia i loro dialoghi disperati.
Sorprende notevolmente la costruzione narrativa: la sceneggiatura descrive i personaggi e la loro evoluzione in maniera perfetta, dipingendo ogni tappa del loro percorso verso la reciproca comprensione; essa non perde mai la sua strada e prosegue sicura con un andamento alternato che cambia con sapientemente ritmo e tonalità. Il resto lo fa il talento registico del giovane canadese, che in nessun frangente azzarda complicati movimenti di macchina e che si dimostra abile nell’utilizzare al momento giusto espedienti formali come il ralenti.
A soli vent’anni (è classe 1989) Xavier Dolan realizza dunque un’opera che sprigiona un’inaspettata maturità. Come opera prima, J’ai Tué ma Mère è ovviamente candidato alla Camera d’Or. Ma, che la vinca o no, siamo certi che Dolan farà strada. Segnatevi il suo nome.


CAST & CREDITS

(J’ai Tué ma Mère) Regia: Xavier Dolan; sceneggiatura: Xavier Dolan; fotografia: Stéphanie Weber-Biron; montaggio: Hélène Girard; musica: Nicholas Savard-L’Herbier; interpreti: Anne Dorval, Xavier Dolan, Suzanne Clément, Francois Arnaud; produzione: Mifilifilms; origine: Canada; durata: 100’.


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