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Chef

Pubblicato il 22 giugno 2012 da Alessandro Boni
VOTO:


Chef

Ironia, garbo, internazionalità: un corretto mixaggio tra questi ingredienti di base ha consentito alla commedia francese di raccogliere, negli ultimi tempi, vasti apprezzamenti anche fuori dai confini nazionali. Chef si allinea pienamente alla formula vincente e, senza mai risultare volgare o sguaiato, riesce a far sorridere con leggerezza. Daniel Cohen, regista e co-sceneggiatore, si affida molto ai due protagonisti della pellicola ed ai tradizionali meccanismi comici che si innescano dal contrasto tra personalità all’apparenza molto distanti e quasi inconciliabili, anche culturalmente; in effetti, si può dire che i duetti tra Jean Reno e Michael Youn rappresentino un po’ l’anima del film e contribuiscano a nascondere, pur se solo parzialmente, una trama senza sorprese ed un ritmo piuttosto discontinuo.

Alexandre Lagarde (Reno) è un grande chef pluripremiato che attraversa una fase di scarsa creatività ai fornelli; rischia il suo prestigio e la sua posizione poiché il gruppo finanziario proprietario dei suoi ristoranti non tollererà una eventuale recensione negativa sulle sue novità gastronomiche. Jacky Bonnot, invece, è un cuoco talentuoso ed appassionato che sogna di avere successo e gestire un grande ristorante; non versa in floride condizioni finanziarie ma il suo idealismo e la sua testardaggine non gli consentono di durare a lungo in un posto di lavoro. Dopo il loro casuale incontro, sia pure a fatica si creerà tra i due un’intesa profonda che, grazie ad una magica miscela tra l’esperienza dell’uno e l’energia dell’altro, innescherà un decisivo salto di qualità nella vita di entrambi.

E’ essenzialmente su questa necessità di collaborazione ed interscambio tra generazioni che Daniel Cohen incentra quello che può essere considerato il messaggio “sociale” del film: in cucina, come nelle molteplici altre espressioni dell’ingegno umano, si raggiungono nuovi traguardi soprattutto quando la tradizione e l’esperienza, troppo spesso sinonimo di staticità e conservazione, vengono vivificate dalla passione e dall’energia innovativa tipiche della gioventù. Il vecchio chef, ormai a corto d’inventiva ed in piena crisi di mezz’età, riesce a sfoderare nuovamente le sue grandi risorse solo quando viene a contatto col genio e la sregolatezza di un giovane talentuoso.

Pur rappresentando il nodo cruciale della storia, è tuttavia proprio nella messa in scena di questa dinamica tra anziano e pivello, tra burbero ed eccentrico - peraltro già ampiamente vista al cinema - che il film non sembra convincere pienamente; alcune forzature nelle situazioni e nei dialoghi portano infatti a sfiorare talvolta il macchiettistico ed anche il ritmo ed il livello delle battute non è sempre uniforme, col conseguente mancato rispetto dei giusti tempi comici. Buono il lavoro dei due interpreti, anche se è Reno a far emergere la sua classe pur in un inconsueto contesto brillante; Youn, attore televisivo piuttosto noto in Francia, col suo aspetto ed i suoi modi un po’ da “cartoon” tende infatti talvolta a virare un po’ troppo sul caricaturale.

Chef può essere in definitiva considerato come un gradevole prodotto d’intrattenimento, una garbata commedia che, sotto la sua veste patinata ed accattivante, cela tuttavia una sostanziale prevedibilità d’insieme. Un tipo di prodotto che il cinema francese ha imparato a fare bene, con quel tocco di raffinatezza e quell’attenzione all’esportabilità che, soprattutto nella commedia, sono invece trascurati dai cineasti nostrani.


CAST & CREDITS

(Comme un chef) Regia: Daniel Cohen; sceneggiatura: Daniel Cohen, Olivier Dazat; fotografia: Robert Fraisse; montaggio: Geraldine Retif; musica: Nicola Piovani; interpreti: Jean Reno, Michael Youn, Raphaelle Agogue, Julien Boisselier; produzione: Gaumont, TF1 Films Production, A Contracorriente Films; distribuzione: Videa CDE; origine: Francia, Spagna; durata: 85’.


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