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Chi l’ha visto - TFF 2009 - Concorso

Pubblicato il 18 novembre 2009 da Gaetano Maiorino


Chi l'ha visto - TFF 2009 - Concorso

Difficile inquadrare Chi l’ha visto in una categoria precostituita. A tratti questo film di Claudia Rorarius, fotografa passata dietro la macchina da presa, all’esordio nel lungometraggio, è una commedia surreale, a tratti una farsa grottesca, poi ha elementi da documentario e infine diventa un film drammatico. Molteplici registri che si susseguono per raccontare la storia di Gianni Meurer, (personaggio bizzarro interpretato dall’omonimo attore e performer tedesco) giovane cantante e artista che riceve una lettera con all’interno delle fotografie di suo padre, e decide di andarlo a cercare in Italia, dove l’uomo era tornato dopo aver abbandonato venti anni prima lui e sua madre.
Inizia un viaggio on the road che dalla Germania porta Gianni fino a Roma. Le tappe sono scandite dagli incontri con peronaggi molto particolari. Gianni sembra avere una certa abilità nell’incrociare persone strane. A ciascuna di esse, dal barista alla venditrice ambulante, dai proprietari dell’albergo ai turisti per strada, senza alcuna distinzione né tantomeno alcuna logica, mostra la foto di suo padre e chiede informazioni. Finché un barbiere veneto non gli consiglia di telefonare alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Scatta in Gianni la speranza, l’idea di qualcuno che possa aiutarlo nella ricerca lo induce a pensare che ce la farà. Il viaggio inizia a diventare anche una vacanza, conosce Paul, visita alcune città continua la sua ricerca con altro spirito. Ma il distacco dal suo nuovo amico e gli scarsi risultati ottenuti dalla redazione di “Chi l’ha visto?” lo fanno ricadere nella disperazione.
Molto bravo l’attore italo-tedesco, unico protagonista e di conseguenza sempre presente sullo schermo, capace di trasmettere innocenza e gioia di vivere, ma allo stesso tempo la rabbia e la frustrazione per il mancato raggiungimento del suo obiettivo (da rimarcare in particolare il monologo in cui Gianni simula la suo apparizione in tv durante la quale ritrova il padre). Tuttavia, Chi l’ha visto non convince del tutto; ritmi troppo lenti per essere una commedia grottesca, tensione inesistente durante la ricerca. Pochi sono gli elementi interessanti e che incuriosiscono soprattutto per la loro ambiguità. Gianni Meurer è infatti sia il nome del protagonista sia quello dell’attore, e così è anche per l’altro personaggio principale, Paul, interpretato da Paul Kominek. L’omonimia è solo il primo segnale del costante tentativo da parte della regista tedesca di confondere realtà e finzione. La fotografia sgranata, le riprese per gran parte del film con macchina a spalla, il volto spigoloso e naturale del protagonista, sono gli altri elementi che più fanno pensare al film della Rorarius come a un documentario. Gianni interagisce con le persone vere (un po’ come fa Sascha Baron Coen in Borat e Bruno ma senza l’obiettivo di provocare reazioni estreme), chiede di suo padre, racconta la sua storia, attacca manifesti per le strade di Roma, si muove in uno spazio che non è il film, ma la realtà.
Un esperimento che all’inizio incuriosisce ma che, a lungo andare, viene sorretto solo da un’idea di base, la ricerca, e non si arricchisce di nessun elemento che faccia evolvere i personaggi o che porti a una riflessione sulla società con cui vengono a contatto. In questa struttura molto debole, si inserisce l’elemento che più di tutti confonde realtà e finzione, vale a dire la tv, e in particolare le trasmissioni in cui sono le persone comuni a fare da protagonista. Il sogno di Gianni deve diventare un programma appetibile dall’audience, deve essere comunque reso uno show. Senza questa possibilità è una storia che non interessa.


CAST & CREDITS

(Chi l’ha visto); Regia: Claudia Rorarius; sceneggiatura: Claudia Rorarius, Ganni Meurer; fotografia: Claudia Rorarius, Paul Kominek; montaggio: Claudia Rorarius, Andreas Menn; musica: Martin Hossbach; interpreti: Gianni Meurer (Gianni), Paul Kominek (Paul); produzione: Soquiet Filmproduction; distribuzione: Soquiet Filmproduction; origine: Germania 2009; durata: 88’.


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