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Chronicle

Pubblicato il 9 maggio 2012 da Alessandro Boni
VOTO:


Chronicle

Solitudine, vuoto esistenziale ed alienazione possono provocare profonde ferite nell’animo di un ragazzo che attraversa una fase di forte vulnerabilità come quella adolescenziale. Cosa potrebbe succedere se a questo giovane venisse fornita l’opportunità di farla pagare al “mondo esterno”, responsabile della sua rabbia e delle sue frustrazioni? Questa l’idea di base di Chronicle, opera prima del ventisettenne regista Josh Trank, che è anche autore della sceneggiatura insieme al promettente Max Landis, figlio del mitico John. Strutturato in modalità “found footage”, ossia come finto montaggio di materiali video ritrovati, il film conferisce nuova linfa vitale ad un filone che, inaugurato nel 1999 da The Blair Witch Project, ha avuto finora sin troppi epigoni, non sempre all’altezza; grazie invece ad alcune interessanti soluzioni narrative e al buon talento visivo di Trank, la pellicola si snoda con fluidità, finendo per risultare un apprezzabile thriller a sfondo fantascientifico.

Usciti alticci da un rave-party, tre ragazzi - Andrew, Matt e Steve – si trovano ad esplorare uno strano pertugio nel terreno, dove vengono investiti dalle radiazioni provenienti da un blocco di cristallo di origini ignote. Da quel momento i nostri eroi si rendono conto di aver acquisito poteri telecinetici, che riescono col tempo a dominare sempre meglio. Andrew, il più instabile ed introverso caratterialmente, si lascia però gradualmente sopraffare dalla nuova situazione e finisce per utilizzare le super-abilità per sfogare le sue frustrazioni. Divenuto ormai schiavo del suo “lato oscuro”, cesserà di sottoporre i suoi comportamenti a valutazioni di tipo morale e scatenerà la sua rabbia vendicatrice contro la società. Ovviamente, la situazione gli sfuggirà di mano; del resto, per dirla alla Peter Parker/Spider-Man, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”…

Riprendendo in parte tematiche affrontate anche da De Palma in Carrie, Trank e Landis imbastiscono una storia sulle suggestioni “diaboliche” che possono pervadere chi, colpito duro da una sorte beffarda e dall’altrui indifferenza, si ritrova nelle mani l’arma della propria rivalsa. Ciò che risulta convincente, al riguardo, è la modalità di rappresentazione del percorso di disumanizzazione del protagonista ed il vibrante crescendo di tensione che accompagna la sua inarrestabile trasformazione da vittima in carnefice.

Sfruttando l’”orwelliana” proliferazione di occhi elettronici nella nostra società, sono molteplici i punti di vista utilizzati per conferire maggior brio al racconto, mantenendo al contempo un taglio sempre “realistico”; oltre alle immagini dell’onnipresente videocamera di Andrew – filtro e barriera tra lui ed una realtà dura da accettare – viene infatti abilmente montato anche il materiale video di cellulari, tablet, impianti di videosorveglianza, troupe televisive. Scaltro, poi, l’espediente narrativo di utilizzare anche riprese da angolazioni “impossibili”, grazie a videocamere manovrate dai protagonisti con la sola forza del pensiero.

Un esordio registico piuttosto promettente, quindi, quello di Josh Trank che, con un budget non faraonico (12 milioni di dollari), è stato in grado di confezionare un prodotto tecnicamente molto valido e di offrire, qua e là, pennellate visive originali ed appaganti. Chronicle, in definitiva, pur non potendo essere considerato un capolavoro, contiene comunque elementi sicuramente innovativi ed interessanti, che fanno ben sperare per i futuri lavori del giovane regista.


CAST & CREDITS

(Chronicle) Regia: Josh Trank; sceneggiatura: Max Landis, Josh Trank; fotografia: Matthew Jensen; montaggio: Elliot Greenberg; musica: Andrea Von Foerster ; scenografia: Stephen Altman; interpreti: Dane DeHaan, Alex Russell, Michael B. Jordan; produzione: Davis Entertainment, Adam Schroeder Productions, Film Afrika Worldwide; distribuzione: 20th Century Fox; origine: Usa, Gran Bretagna; durata: 84’.


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