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Civico 0

Pubblicato il 23 novembre 2007 da Nicola Cordone


Civico 0

Dopo più di cinquant’anni Maselli torna al cinema documentario d’ispirazione sociale, soffermando il suo sguardo d’autore sulla povertà, l’emarginazione e la solitudine dei diseredati del XXI secolo, vittime dell’indifferenza delle grandi metropoli. Roma è la città prescelta, eletta a simbolo delle moderne realtà urbane cosmopolite e globalizzate, in cui sopravvivono decine di migliaia di senza tetto e immigrati di varia etnia. Dal corposo lavoro di documentazione audiovisiva condotto da Gioia Benelli e Susanna Capristo, che hanno realizzato oltre cento interviste, Maselli estrae tre storie particolari, raccontate mediante altrettante ricostruzioni narrative, che rappresentano i diversi livelli delle nuove povertà cittadine: Stella, una giovane etiope che ha attraversato il deserto a piedi per raggiungere l’Italia in cerca di fortuna, Nina una bella donna rumena costretta da fame e miseria ad abbandonare il proprio paese per mantenere il marito e la figlia lontani, e Giuliano, un simpatico fruttivendolo morbosamente legato ai genitori, che, dopo la morte della madre, smarrisce quasi la ragione, iniziando a vagabondare per la città, in un drammatico sali e scendi dagli autobus.

Nei suoi documentari degli anni Cinquanta, Citto Maselli ha raccontato la vita e i mestieri degli umili delle città: gli Ombrellai, gli Stracciaroli, le Fioraie, tutti figli di N.U. (Nettezza urbana) di Michelangelo Antonioni e del suo realismo lirico che ha conosciuto in Maselli il discepolo più coerente e affascinato. "N.U. è un documentario che rivela l’immensa possibilità emozionale e poetica del cinema; è proprio cinematografica la bellezza della fotografia, delle immagini. Un film che ci scatenò e mobilitò tutti: in dieci minuti cosa è possibile fare e dire!”, commenta Maselli in un’intervista rilasciata al sottoscritto nell’ottobre del 2005.
In Civico 0 il regista romano attinge a piene mani dalle fonti poetiche del suo primo cinema, realizzando un documentario lirico strutturato da un montaggio assolutamente libero e commentato dalla musica tragica, dolente e autunnale di Angelo Talocci. Il risultato espressivo si concretizza in una forma di denuncia sociale indiretta, mai didascalica, ma altrettanto imperiosa e accorata rispetto a quella d’impronta neorealista. Lo stile rigoroso, luterano di Ombrellai o di Storia di Caterina, che serviva a filtrare il patetismo dei contenuti e a distillare il fervore della passione ideologica, è addolcito da una maggiore predisposizione a raccogliere immagini che sembrano “rubate” alla realtà, quasi colte di sfuggita, improvvisate eppure incredibilmente piene di senso estetico. Questa soluzione (prima di tutto etica) fa emergere l’autentica e sincera umanità di questo “piccolo” documentario e lo sguardo indignato e compassionevole dell’autore completa e accalora il lirismo del film.

Nel 1953 Maselli girava Storia di Caterina, un episodio tratto da Amore in città, mettendo in atto la “teoria del pedinamento” teorizzata da Zavattini e affidando alla stessa Caterina Rigoglioso, protagonista di uno scabroso fatto di cronaca dell’epoca, la parte della domestica palermitana che aveva abbandonato il suo bambino in un prato per disperazione. Molti critici si scagliarono violentemente contro le scelte radicali e ideologiche degli autori, accusati di crudeltà gratuita ed effettistica. Oggi, cioè mezzo secolo dopo, Civico 0 sposa completamente le tesi combattute con tanto accanimento e affida il ruolo di interpreti principali delle ricostruzioni a tre attori professionisti: bravissima la Muti, sorprendente la Sedrick, saggio Massimo Ranieri. Le storie drammatiche di queste umili figure popolari rimangono coscientemente sospese, suggerendo l’universalità e l’attuale irreversibilità della condizione umana dei più deboli e sfortunati; i vari registri che strutturano l’opera, riescono a coesistere armoniosamente ottenendo come logica conseguenza la riuscita del film.
Dunque, più umanità e meno formalismo, nel tentativo autoriale di comunicare, con mezzi propriamente cinematografici, anche forti sentimenti di pietà e indignazione verso quei processi di globalizzazione liberista che conducono, ciechi, alla distruzione di anime e territori del nostro consumato pianeta. Scevro da qualsiasi retorica o enfasi populistica e ancor di più da eventuali retaggi ideologici di base, il documentario porta con sé la testimonianza di una delle anziane voci del compianto cinema italiano di una volta, confermando che il “giovane”Citto ha ancora qualcosa di commovente da dire.


CAST & CREDITS

(Civico 0); Regia: Francesco Maselli con la collaborazione di: Gioia Benelli e Susanna Capristo; sceneggiatura: Francesco Maselli - liberamente ispirato al libro In nome del barbone di Federico Bonadonna; fotografia: Felice De Maria; montaggio: Olivia Orlando; musiche: Angelo Talocci; interpreti: Ornella Muti (Nina), Massimo Ranieri (Giuliano), Letizia Sedrick (Stella); direttore di produzione: Emanuele Faticoni; distribuzione: Istituto Luce; origine: Italia 2007; durata: 80’


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