X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Colour from the dark

Pubblicato il 10 marzo 2012 da Chiara Piccolantonio


Colour from the dark

Colour from the dark è l’ultimo lavoro di Ivan Zuccon, regista che esordisce nell’horror grazie a film come L’Altrove (2000), Maelstrom – il figlio dell’altrove (2001) e La casa sfuggita (2003), per giungere agli ultimi lavori ed a una maggiore consapevolezza con il claustrofobico Bad Brains (2006) e il demoniaco Nympha (2007), raffinate pellicole horror che rendono omaggio alla tradizione gotica italiana.
Le pellicole di Zuccon, classe 1972, nascono quasi sempre in lingua inglese, perché, data la particolare crisi del mercato italiano, il genere horror viene sempre più apprezzato all’estero.
Colour from the dark ha un cast internazionale, di buoni attori come Debbie Rochon (Lucia), Michael Segal (Pietro), Marysia Kay (Alice), Gerry Shanahan (Giovanni), Eleanor James (Anna), Matteo Tosi (Don Mario), Emmett J. Scanlan (Luigi), Alessandra Guerzoni (Teresa) e Massimo Storari (soldato nazista).

La storia è tratta dal racconto The colour out of space, scritto nel 1927 da H.P. Lovercraft, ma l’azione è spostata dalla provincia americana a quella ferrarese del 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. Uno sperduto casolare di campagna, suggestivo e tetro al punto giusto, costituisce l’ambientazione.
Pietro e Lucia sono due poveri contadini che vivono insieme ad Alice, sorella sordomuta e handicappata di Lucia. Pietro, un uomo robusto, soffre tuttavia per una malformazione al piede, ma questo non gli impedisce di portare avanti il lavoro; Lucia invece si dedica alla casa e alla sorella. Un giorno, mentre Alice prende l’acqua dal pozzo, accade l’incredibile: il secchio resta impigliato nel pozzo e quando Pietro riesce a liberarlo sembra fuoriuscire una luce aliena dalle profondità della terra. L’abbagliante luce sarà solo il primo degli eventi straordinari e terrificanti che coinvolgeranno Pietro e il resto della sua famiglia.

La regia di Zuccon appare decisa, abile nel taglio classico dell’inquadratura quanto ricercata nelle carrellate e nei difficili movimenti spaziali, o negli accurati dettagli e infine nelle soggettive. L’ambientazione e l’atmosfera, vero fulcro della vicenda, devono la loro riuscita ad un’accurata fotografia, che descrive le palpabili inquietudini e i misteri che si addensano attorno alla famiglia con tinte che divengono sempre più spente, cupe, dai toni grigi, seguendo l’ordine degli avvenimenti.
Il film è ricco di effetti splatter, mai eccessivi o fuori luogo. Lo spettatore partecipa all’angosciosa vicenda sin dalle prime scene, quando vengono mostrati gli incubi di Alice, traumatizzata dalla sua bambola di stoffa, dalla cantina e dal pozzo. Un viaggio onirico ci spiega i suoi problemi mentali, mentre Pietro e Lucia la osservano sbigottiti e impauriti cercando di non svegliarla.
Il regista e allo sceneggiatore inseriscono nel racconto una parentesi storica sulla seconda guerra mondiale e la persecuzione degli ebrei: il personaggio di Teresa, uccisa da un ufficiale nazista, che si nasconde dai vicini di casa, serve proprio a contestualizzare la vicenda.
Il film gode di grande tensione, lodevoli effetti notturni, ricostruzioni scenografiche molto accurate, così come l’ambientazione d’epoca e la caratterizzazione dei personaggi finalmente lontana da difetti di approssimazione. Gli effetti speciali sono la cosa migliore del film: crocefissi che cadono, pomodori che maturano rapidamente e subito dopo vanno in decomposizione, un cielo tetro e nero, quasi infernale, che segue il climax dell’orrore, Lucia che cambia carattere e mostra occhi neri, diabolici.
Zuccon è bravo a mostrare il progressivo deteriorarsi di uomini e ambiente: Alice accoltella la bambola ed è sempre più preda dei suoi terrificanti incubi, anche se ha cominciato a parlare, Pietro invece non zoppica più.
Il film è una storia nera senza speranza, in cui lo scontro tra Dio e demoni non prevede un lieto fine. La fotografia cupa, infine, inserisce bene la storia in una campagna desolata che si trasforma in un vero e proprio spaccato d’inferno. In conclusione, possiamo affermare che i veri cultori dell’horror italiano gioiranno sicuramente per questa ultima fatica del regista Ivan Zuccon.


CAST & CREDITS

(Colour from the dark); regia: Ivan Zuccon; soggetto: H.P. Lovecraft; montaggio: Ivan Zuccon; musiche: Marco Werba; interpreti: Debbie Rochon (Lucia), Michael Segal (Pietro), Marysia Kay (Alice), Gerry Shanahan (Giovanni), Eleonor James (Anna), Alessandra Guerzoni (Teresa), Emmet Scanlan (Luigi); produzione: studio interzona; distribuzione: Arabesque film; origine: Italia, 2008; durata: 92’


Enregistrer au format PDF