Comme un lion
L’ex direttore della fotografia Samuel Collardey, dopo l’esordio alla regia, avvenuto nel 2008 con il lungometraggio L’apprenti, dà vita alla sua seconda prova registica presentando il suo Comme un lion nella sezione Alice nella città, dedicata ai più giovani, di questa edizione della Mostra del Film di Roma, riuscendo nel difficile compito di catturare l’attenzione e suscitare l’interesse del pubblico adolescenziale.
Mitri ha quindici anni e vive con la nonna in un piccolo villaggio del Senegal. Il suo sogno è quello di poter diventare un giorno un calciatore professionista. L’arrivo di un selezionatore di giovani talenti cambia totalmente la sua vita, dato che l’uomo alimenta le speranze del ragazzo, promettendogli un contratto in un club calcistico francese. Tale possibilità ovviamente non è gratuita e la nonna di Mitri è costretta a vendere il suo frutteto e a chiedere in prestito tutto il denaro della cassa comune del villaggio per poter permettere al nipote di partire per Parigi ed andare incontro a quest’opportunità. La realtà si dimostra essere molto diversa, quando il giovane protagonista capisce di essere stato truffato: nessun club calcistico lo aspetta e un agente truffaldino si sbarazza di lui abbandonandolo in uno stadio vuoto. Mitri trova vitto ed alloggio in un ente di beneficenza grazie all’aiuto di una connazionale conosciuta casualmente, ma l’incontro che cambia davvero il suo destino è quello con Serge, un burbero ex giocatore professionista, ridottosi ad allenare una piccola squadra proprio a causa della sua testa calda. L’uomo si lascerà conquistare dal quindicenne e gli darà l’aiuto che il ragazzo gli chiede affinché possa realizzare il suo sogno.
Indirizzato principalmente ad un pubblico di adolescenti, Comme un lion pur seguendo uno schema narrativo abbastanza standardizzato e prevedibile si dimostra interessante nel mostrare una realtà per lo più sconosciuta, soprattutto ai giovanissimi che vedono nella figura del calciatore un modello al quale ambire, senza però riuscire ad immaginare la dura e scomoda realtà che tale carriera può nascondere oltre la facciata mediaticamente brillante. Un percorso segnato dal sacrificio e dalla tenacia è quello del coraggioso Mitri, che si trova ad un certo punto del film intrappolato in uno stadio vuoto, il quale diviene emblema di un sogno che facilmente può diventare un incubo, soprattutto per un ragazzo come lui, che proviene da una realtà ben diversa da quella dei coetanei adolescenti occidentali. Un film istruttivo, ispirato a fatti realmente accaduti, che vuole ammonire l’adolescenziale visione edulcorata del mondo del professionismo calcistico, senza essere scoraggiante.
(Comme un lion); Regia: Samuel Collardey; sceneggiatura: Samuel Collardey, Catherine Paillè, Nedège Trebal ; fotografia: Samuel Collardey, Stéphane Raymond ; montaggio: Sylvie Lager; interpreti: Mytri Attal (Mitri), Marc Barbé (Serge), Jean-François Stevenin (agente francese), Anne Coesens (François), Marc Berman (Jean-Marie); produzione: Arte France Cinema, Canal +, Cine+; origine: Francia, 2012; durata: 101’;