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Conferenza stampa di Blood Diamond

Pubblicato il 26 gennaio 2007 da Nicola Cordone


Conferenza stampa di Blood Diamond

Il 25 gennaio alle ore 11:00 si è svolta la conferenza stampa del film Blood Diamond. Erano presenti il regista e gli interpreti principali: Leonardo Di Caprio, Djimon Hounsou e Jennifer Connelly; al loro fianco sedeva il regista-produttore Edward Zwick.
L’evento ha avuto sede nel prestigioso hotel romano Hassler a Trinità dei Monti. L’intervento del cast artistico è stato complessivamente breve, ma si sono sfiorate tematiche non prive di interesse.

Di Caprio, che cosa l’ha intrigata di questo personaggio così cinico, violento e amorale? Perché ha deciso di interpretare un ruolo del genere?

E’ stato uno dei personaggi più affascinanti che mi siano mai stati proposti. Anche se è un opportunista si dissocia rispetto all’Africa. Danny Archer ha delle cicatrici, i suoi principi sono stati corrotti dalla violenza e dall’avidità che affliggevano la sua terra natia. Rappresentare un personaggio così lontano dal mio vissuto mi ha creato delle difficoltà, senza dubbio; ma vivere la sua diversità mi ha dato libertà di movimento nel contesto dell’ambiente in cui si muove il personaggio. Egli ha una visione molto cinica e distaccata del mondo, ma nel corso della storia è costretto a confrontarsi con le proprie decisioni morali.

Ha mai regalato un diamante ad una donna?

Si, mi è capitato di acquistare un diamante nel passato, ma sono sicuro che presterò molta attenzione alla sua origine, d’ora in avanti!

Edward Zwick, il suo film tratta diversi temi scottanti: il contrabbando di diamanti, i bambini-soldati e la guerra civile. Data la drammaticità dei contenuti non sarebbe stato il caso di abbassare il tasso di violenza delle immagini?

La domanda che mi sono posto è stata: cosa siamo disposti a fare per una cosa che per noi ha valore? Il personaggio interpretato da Leonardo è ossessionato dalla ricerca di un diamante che gli consentirebbe di cambiare vita per sempre. Di riflesso, il gioiello di cui Solomon è alla ricerca, è suo figlio. Sullo sfondo una guerra civile devastante e brutale. Le immagini del film non sono niente rispetto a ciò che ci è stato narrato dai locali e che abbiamo potuto osservare noi stessi.
In questo caso la violenza del film è ampiamente giustificata perché intrinseca alla storia.

Jennifer Connelly: complimenti per la sua interpretazione. Sulla base di quali elementi ha costruito il suo personaggio?

Grazie per il complimento. Ho dedicato molto tempo a parlare con due giornaliste che sono state a Freetown e sono rimasta molto colpita dai loro racconti. Ho riscontrato in loro un amore evidente per l’avventura, insieme ad una forte determinazione nel lavoro. Penso che tali attributi si riferiscano anche a Maddy, il mio personaggio. Maddy è realista, ma anche ottimista; credo sia una persona assetata di vita. Vive un conflitto interiore perché, trovandosi in un ambiente afflitto da varie tragedie, sente di trarre vantaggio dal dolore di qualcun altro.

Hounsou, il ruolo che ha interpretato ha un potenziale di emotività e di umanità maggiori rispetto agli altri protagonisti. Cosa ci dice della sua esperienza?

Ho lasciato l’Africa da bambino, ma ho visto molti conflitti, tanta violenza e povertà. Vedere come le società occidentali hanno agito in Africa: da questo ho attinto alle mie emozioni.

Edward Zwick, come avete lasciato l’Africa?

Abbiamo stanziato circa trenta o quaranta milioni di dollari in Mozambico, grazie all’intervento delle nostre forze produttive, favorendo lo sviluppo di infrastrutture come strade, ponti, scuole e abitazioni. Siamo riusciti a stringere ottimi rapporti con le popolazioni che ci hanno accolto durante le riprese. Quello che siamo riusciti a fare è , comunque, una goccia in un oceano, rispetto ai bisogni che ci circondavano.

Leonardo Di Caprio, si aspettava la candidatura all’Oscar per questo film?

Non mi aspettavo niente. Certe cose sfuggono al nostro controllo. Io penso soltanto a dare il massimo in quello che faccio; mi sento onorato perché lavoro sodo e ricevere un riconoscimento fa sempre piacere.

Hounsou, quest’anno la gara per gli Oscar è caratterizzata da due film sull’Africa. Secondo lei, questo significa qualcosa? Ci stiamo, forse, rendendo conto di aver massacrato un paese?

No, per me è del tutto accidentale. Ad Hollywood gli studios hanno molte storie sull’Africa, da parecchio tempo: Last King of Scotland, per esempio, circolava già da anni.

Un’ultima domanda al regista: qual è il messaggio che vorrebbe recepisse il pubblico italiano dalla visione di questo film?

Facendo il film mi sono accorto che la distanza tra l’ America, l’Europa e l’Africa è molto più piccola di quanto pensassi. Mi piacerebbe che il pubblico si interrogasse sulle proprie azioni quotidiane e ne valutasse la moralità: da dove proviene l’oggetto che sto acquistando? Il solo fatto di essere più consapevoli della propria vita significa produrre effetti reali.


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