Conferenza Stampa di Presentazione della 21a Edizione della Settimana Internazionale della Critica di Venezia, Roma, Quattro Fontane, 21/07/06

Già fin da questa prima, delle previste tre, conferenze stampa di presentazione del programma della prossima Mostra del Cinema di Venezia, serpeggia il malumore e si avverte un certo disagio nelle parole dei curatori.
Per Francesco Di Pace, delegato generale della commissione di selezione della SIC, si è trattato di un anno “particolare”, anche se alla fine, sono stati scelti i film che si voleva veramente scegliere, sottolinea. Selezione che si è svolta, però, in un clima di nervosismo segnata “dall’ansia di accaparramento” delle opere. Nonostante la concorrenza romana abbia messo sul piatto un budget molto significativo e premi in denaro davvero cospicui, alcuni autori hanno comunque preferito Venezia. E di questo, il delegato generale, si fa giustamente vanto. Tradizione contro capacità di mezzi, dunque?Vedremo...
Nel frattempo le due contendenti hanno già cominciato ad affilare le armi. A noi, spettatori del buon cinema, non resta che appassionarci alla contesa a colpi di perle cinematografiche - speriamo - tra i due maggiori festival cinematografici di casa nostra.
In chiusura dell’incontro, arriva pure l’invito alla concordia e l’augurio del saggio Bruno Torri: “I festival dovrebbero essere meno competitivi tra loro. E’ ovvio che la competizione c’è, ma dovrebbe rovesciarsi la mentalità dei Festival stessi, quella cosa non detta per cui i film devono servire ai festival. In realtà, credo che dovrebbe essere vero il contrario. E penso anche che la SIC si muova in questa direzione”.
Ma veniamo al programma.
Sarà inaugurata dall’omaggio al grande regista austriaco Otto Preminger, di cui ricorrono quest’anno il centenario della nascita e i vent’anni dalla scomparsa, la 21a edizione della Settimana Internazionale della Critica, prestigiosa vetrina veneziana riservata agli esordi di talenti in erba provenienti da ogni parte del mondo, mai come quest’anno ben rappresentato.
Dell’autore di Vertigine verrà proiettato la copia restaurata del film Bunny Lake is Missing, che inaugura curiosamente il tema della “scomparsa” - filo rosso e invisibile - di questa tornata della SIC, a detta dei suoi curatori, Francesco Di Pace, Massimo Causo, Adriano De Grandis, Marco Lombardi, e Silvana Silvestri. Tema che si lega anche, come confessa lo stesso Di Pace, al sentimento ambivalente che segna il rapporto tra speranzosi selezionatori di primizie e il desolante panorama nostrano. Il grande assente di quest’anno è proprio l’esordio di un giovane italiano di belle speranze. Mentre non si sente che rimarcare come la situazione del nostro cinema, dopo anni di progressivo disfacimento, abbia definitivamente superato l’empasse, il curatore mette il dito nella piaga della crisi che sta attraversando il Sistema Produttivo Italia, con i tagli agli investimenti voluti dal precedente Governo (rimanendo in attesa della nuova Legge sul Cinema da parte dell’attuale esecutivo) e una riduzione del numero di produzioni, le opere prime sono evidentemente le più colpite dalle decurtazioni ai fondi. A dirla tutta, però, un film di produzione nazionale era stato selezionato per la SIC. Si trattava de L’Aria Salata, esordio del bravo documentarista Alessandro Angelini, prodotto da Biancafilm e RAI Cinema, e ritirato all’ultimo momento adducendo la motivazione che “non ha ancora trovato una distribuzione”. Come nota con una punta di rammarico Bruno Torri, presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, proprio questo, però, avrebbe dovuto e potuto costituire una ragione in più per esporre l’opera ad una finestra tanto prestigiosa per la promozione di film. Soprattutto, facendo tesoro dell’esperienza della passata edizione, in cui Mater Natura, film italiano, poi trionfatore a sorpresa della sezione, trovò la distribuzione dell’Istituto Luce proprio in occasione del passaggio del film alla Mostra del Cinema. Qualcuno insinua, sornione, che il film potrebbe essere stato “intercettato” dalla Festa romana. Ma tant’è... a bearsi delle luci dei riflettori ci sarà un altro brillante esordio italiano, firmato dal “collettivo” (così si definiscono gli stessi, simpaticissimi quattro autori, Davide Alfonsi, Alessandro Fusto, Daniele Guerrini e Denis Malagnino), La Rieducazione. Film autoprodotto dai quattro ragazzi di Villanova di Guidonia, meritevole di una palcoscenico così prestigioso, secondo Di Pace, ma tenuto fuori dal concorso perché girato in digitale e il regolamento prevede - ancora - che i sette film del concorso debbano essere girati in pellicola.
Ed eccoli qui, i sette film che faranno parte della Settimana della Critica, così come sono stati presentati da Francesco Di Pace.
El Amarillo, di Sergio Mazza, Argentina. “Conferma lo stato di salute del giovane cinema argentino, a qualche anno dalla crisi economica che ha attraversato il Paese”.
Egyetlenei, di Gyula Nemes, Ungheria. Qui Di Pace si sbilancia e parla di “scoperta di un grandissimo talento. Da prova di un notevole virtuosismo tecnico. Si pone nella scia della scuola del suo Paese e di quella cecoslovacca, con autori come Vera Chytilova, Karel Vacek, Marta Mészáros”.
A Guide to Recognizing your Saints, di Dito Montiel, USA. “Brillante esordio, tratto dal diario opera dello stesso regista, apprezzato da Robert Downey jr, che ha convinto l’autore a trarne un film, che ha poi vinto il premio della giuria al Sundance. Grande cast”.
Le Pressentiment, di Jean-Pierre Darroussin, Francia. “Debutto dell’attore feticcio di Robert Guèdiguian, sotto la sua egida. Il film avrebbe dovuto essere a Locarno. Ma hanno preferito noi”.
Hyena, di Grzegorz Lewandowski, Polonia. “Altro esordiente dell’est sull’onda lunga degli anni ’60 e della tradizione gloriosa della cinematografia del proprio Paese. Tra il thriller e l’horror, tra Grimm e Stevenson”.
Sur La Trace d’Igor Rizzi, di Noel Mitrani, Canada. “Commedia stralunata e bizzarra. Un esordio nel segno di Jarmush e Kaurismaki”.
Yi Nian Zhi Chu 7/Do Over (L’Inizio di un anno), di Yu-Chien Chieng, Taiwan. Evidentemente la scoperta di cui la commissione va più fiera. Scommette Di Pace. “Sarà una delle scoperte di Venezia di quest’anno. Probabilmente inaugurerà le proiezioni della Settimana della Critica”.
