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Cowboys & Aliens

Pubblicato il 14 ottobre 2011 da Alessandro Boni
VOTO:


Cowboys & Aliens

Sceneggiatori a corto d’idee o trovata geniale? Questo interrogativo può nascere spontaneo in chiunque si appresti alla visione di un film che racconti di invasori alieni sbarcati in Arizona ai tempi del vecchio West. Quello che infatti sembra configurarsi, a prima vista, come un eccesso di eccentricità creativa potrebbe invece racchiudere inopinate potenzialità narrative e riservare intriganti sorprese. La sensazione post-proiezione è tuttavia di incompiutezza e perplessità. Il regista Jon Favreau – noto soprattutto per i due recenti Iron Man – non riesce pienamente nel suo audace tentativo di contaminazione tra generi, western e fantascienza; nonostante un budget faraonico (163 milioni di dollari) ed un cast stellare, giunge a confezionare un prodotto senz’altro elegante ma purtroppo carente quanto a ritmo e tensione emotiva. La trama ruota intorno ad un misterioso cowboy (Daniel Craig) che si risveglia senza memoria e con uno strano bracciale intorno al polso; giunto nella cittadina di Absolution, scopre di chiamarsi Jake Lonergan e di avere una taglia addosso per aver, tra l’altro, rubato dell’oro al signorotto della zona, il colonnello Dolarhyde (Harrison Ford). Dopo aver incontrato Ella Swenson (Olivia Wilde), una ragazza che sembra sapere molto di lui, Lonergan viene arrestato dallo sceriffo, che presto si trova a subire le robuste pressioni di Dolarhyde, deciso a farsi giustizia da solo. Un improvviso attacco aereo di alieni e la scoperta della micidiale efficacia del bracciale di Lonergan scompagina gli equilibri e crea i presupposti per un’alleanza diretta a distruggere il comune, mostruoso nemico. Pur potendo contare sulla presenza, in fase di produzione, di Steven Spielberg e Ron Howard, il film inciampa proprio su quello che dovrebbe rappresentare il suo punto di forza, ossia il potenziale di intrattenimento; una pellicola del genere – non certo finalizzata a colpire per la sua poetica ed i suoi contenuti - si fonda infatti quasi esclusivamente sulla sua capacità di mantenere avvinti gli spettatori e di suscitare emozioni. Ciò tuttavia si verifica soltanto nella prima parte del film, in cui si respira un’atmosfera di crescente inquietudine ed in cui lo sviluppo narrativo è serrato e fluido; poi invece prendono il sopravvento gli alieni e il ritmo paradossalmente cala, fino allo scontro finale – alla Indipendence Day – dall’esito prevedibile. Un efficace contributo all’impianto drammatico viene almeno fornito dai protagonisti, tutti ben calati nelle rispettive parti: un Craig algido ma tormentato, un Ford tutto carisma, fisicità e mascelle serrate ed una Wilde che rivela personalità ed equilibrio. Nonostante le potenzialità e gli sforzi produttivi profusi, quindi, il film rappresenta un’occasione parzialmente mancata. Dietro la sua lussuosa confezione, si cela una scarsa capacità di creare attesa e di trasmettere tensione emotiva allo spettatore; c’è insufficienza di suspense, in altri termini. Eppure bastava ripassare la lezione di un grande maestro di cinema che aveva insegnato che la suspense si può generare anche con una semplice, ben studiata inquadratura di un bicchiere di latte. Nostalgia hitchcockiana, snobismo da cinefili? No, forse soltanto il desiderio di un cinema di qualità, che non sia costretto a coprire col fracasso un sostanziale vuoto di idee.


CAST & CREDITS

(Cowboys & Aliens) Regia: Jon Favreau ; sceneggiatura: Roberto Orci, Alex Kurtzman, Damon Lindelof, Mark Fergus, Hawk Ostby; fotografia: Matthew Libatique; montaggio: Dan Lebental, Jim May; musica: Harry Gregson-Williams; interpreti: Daniel Craig (Jake Lonergan), Olivia Wilde (Ella Swenson), Harrison Ford (Woodrow Dolarhyde), Sam Rockwell (Doc), Keith Carradine (John Taggart), Abigail Spencer (Alice) produzione: DreamWorks SKG, Relativity Media, Imagine Entertainment, Kurtzman/Orci, Platinum Studios, Universal Pictures; distribuzione: Universal Pictures; origine: Usa; durata: 118’.


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