Criminal (conferenza stampa)
Roma, 8 aprile 2016. Si è tenuta stamattina presso l’Hotel Bernini la conferenza stampa del film Criminal che uscirà in sala il prossimo 13 aprile. A presentare il film il regista israeliano Ariel Vromen e il protagonista, la star americana Kevin Costner che proseguirà il tour promozionale anche in televisione come ospite della trasmissione “Laura e Paola”. E proprio da questa apparizione prende il via la prima domanda.
Salve Costner, già anni fa si era messo in gioco in una trasmissione televisiva condotta da Giorgio Panariello, cosa farà dalla coppia Cortellesi-Pausini?
Kevin Costner: Ancora non so nulla. Perché me lo chiedete? Mi devo preoccupare? È forse un crazy show?
A proposito di mettersi in gioco, in Criminal lei ha interpretato un personaggio molto particolare, una sorta di moderno Frankenstein.
Kevin Costner: La ragione per cui faccio questo lavoro è cercare di lasciare una traccia nella memoria. I film sono molto importanti per questo. Tutti abbiamo visto film che ci hanno commosso. Abbiamo imparato a baciare guardando i nostri primi film. Così cerco sempre di creare un personaggio che possa rimanere nella memoria. E anche con Criminal è stato così.
Criminal è un film sulla scoperta dei sentimenti, delle emozioni. Quanto è interessato a questo aspetto? E cosa ne pensa della scienza, deve avere dei limiti?
Kevin Costner: Sì, ci devono essere dei limiti. Anche se però credo che alla scienza bisogna sempre dare chance per progredire. Credo che a nessuno fa piacere vedere i propri genitori perdere la memoria, non ricordare più nulla e non essere nemmeno in grado di riconoscere i cari. E credo che tutti abbiamo paura anche che questo può succedere a noi. I ricordi sono importanti, sono i cuscini su cui ci adagiamo quando andiamo a dormire. Comunque è Ariel che deve rispondere; è lui che mi ha spinto ad accettare il ruolo.
Ariel Vromen: Sono stato fin da subito affascinato dalla sceneggiatura e dal concetto di trasformare i ricordi e nello specifico di acquisirli trasmettendoli da un corpo ad un altro. Per fare il film ho fatto diverse letture, mi sono interfacciato con varie ricerche scientifiche e molte erano per lo più basate su come rimuovere i ricordi negativi. È stato interessante perciò vedere che effetto facevano i ricordi in Jerico, il personaggio interpretato da Kevin, un uomo che non ha mai pianto, che non ha mai provato un sentimento. È stata una sorprendente scoperta. Noi siamo noi stessi proprio grazie ai ricordi.
Ci sono ricordi che vorreste rimuovere?
Kevin Costner: Anche se sono famoso, la mia vita è come quella di chiunque altro per cui anche io commetto errori. Ma quelli che commetto sono i miei errori, fanno parte di me. Perciò gli errori sono importanti quanto i miei successi. Certo, vorremmo tutti dimenticare i nostri errori e cancellarli soprattutto quando questi fanno del male ai nostri cari, ma in realtà essi fanno parte di noi ed è giusto che gli altri ci conoscano per quello che siamo. L’importante è cercare di non ripeterli questi errori.
Come mai questo ruolo da criminale?
Kevin Costner: Non lo so. Chiedetelo ad Ariel. Cosa hai visto di criminale in me?
Ariel Vromen: Non vedo nulla di criminale in Kevin, anzi il contrario. Ma mi piace andare oltre nelle cose, mi piace spingere una persona ad uscire dalla sua zona d’ombra. E mi era piaciuto il personaggio di Kevin in Un mondo perfetto, quella semplicità di fondo che trova un’eco anche in Jerico. Se scegli qualcuno che il pubblico non si aspetta, hai più spazio per creare qualcosa di originale nel film.
C’è una scena nel film in cui il dottor Franks, interpretato da Tommy Lee Jones, dice che “senza emozioni la vita non ha significato”. Siete d’accordo? E di chi vi piacerebbe avere la memoria?
Kevin Costner: Mi piacerebbe sapere certe volte cosa pensa mia moglie! Amare è sempre correre un rischio. Quando si ama qualcuno, si ha paura di perderlo, mentre se non ami, non hai la consapevolezza di perdere qualcuno o qualcosa. Pensi di avere una vita più semplice, ma in realtà non è così. Per questo capisco quello che dice il dottor Franks nel film.
Ariel Vromen: Io rispondo alla seconda domanda. Mi piacerebbe avere i ricordi di Fellini!
Nel cinema ci sono stati uomini senza memoria, con doppia identità, esperimenti medici… Quanto è stato difficile mettere in scena tutto questo? E quali sono stati i vostri riferimenti?
Ariel Vromen: La sceneggiatura era molto complessa. C’erano tante cose, tanti argomenti che venivano chiamati in causa. Ma per la buona riuscita di un film è fondamentale saper creare i personaggi. Bisogna rimanere fortemente ancorati ai loro caratteri e mantenere la concentrazione su di loro.
Kevin Costner: Per costruire il mio personaggio ho lavorato da subito sul fisico. La barba e i capelli lunghi di inizio film sono i miei. Poi grazie al prezioso aiuto di Mario Michisanti, un mio collaboratore italianissimo, abbiamo iniziato a spuntare i capelli, a fare le cicatrici e così mi sono presentato da Ariel e gli ho detto: “ecco il tuo criminale!”
Cosa ne pensate degli attacchi terroristici che stanno modificando la nostra vita?
Ariel Vromen: Viviamo momenti molto duri in cui alcune persone cercano di modificare il nostro stile di vita attraverso attacchi kamikaze o facendo ricorso al cyber-terrorismo. Proprio mentre scrivevamo il film, venivano hackerati gli studios della Sony e abbiamo capito quanto era attuale il tema di cui si parla anche nel nostro film. Personalmente però credo che sia importante relazionarci gli uni gli altri, cercare di capire cosa passa nella mente di ognuno. Solo così si può provare a riavvicinarci e a cambiare la coscienza di queste persone. Buffo che questo pensiero venga da un israeliano, vero?
Kevin Costner: Sono molto arrabbiato per quello che sta succedendo nel mondo. Uomini, donne, bambini, siamo tutti minacciati. E come tutti sono anche molto confuso. Io non possiedo la saggezza per dire cosa bisogna fare. Ma mi chiedo: “non avevamo fatto progressi?” e come cantava Marvin Gaye, What’s Going On?