Cronaca di una fuga - Buenos Aires 1977

’Quattro giovani, nudi in tutti i sensi, travolti dalla tempesta, feriti, terrorizzati, che correvano senza sapere dove sarebbero finiti’.
Israel Adriàn Caetano sintetizza così tredici anni di dittatura militare, torture, umiliazioni, eccidi di massa che hanno portato alla sconcertante cifra di 30.000 tra morti e desaparecidos. Questa è la storia di tutti gli antieroi, di quelli che dal profondo dell’inferno, quando tutto è irrimediabilmente perduto, cercano ancora una via di fuga e, soprendentemente, la trovano.
Cronaca di una fuga, Buenos Aires ‘77 (tratto dal libro Paese libre- La fuga de la Mansiòn Seré, scritto da Claudio Tamburini, uno dei protagonisti della vicenda, e presentato in concorso al Festiva di Cannes ’06 ed alla Casa del Cinema di Roma, in occasione della giornata promossa da Amnesty International e Fandango Argentina: per non dimenticare) è un film dalle tinte forti, i colori sgranati e i neri profondi. Una di quelle pellicole che chiedono allo spettatore di partecipare al dolore dei personaggi, impedendo qualunque tipo di distacco critico. Una fotografia eccezionale, grazie ad un effetto ottenuto attraverso un processo di lavorazione della pellicola detto ’bagno di sbianca’, camera a mano e uso di lenti bifocali. Tanta tecnica insomma per un risultato di grande impatto emotivo.
La storia è quella di un portiere di serie B, Claudio Tamburini appunto, che, accusato di essere un simpatizzante di sinistra, viene rinchiuso in una casa di torture, tentando e riuscendo con quattro compagni in una rocambolesca impresa: 120 giorni di inferno, senza perdere la speranza, conservando il lume della ragione e riuscendo a progettare una possibile alternativa alla morte.
Il cinema argentino sempre più spesso prende spunto dalla storia, che ha dilapidato, derubato e tradito uno dei paesi più ricchi del mondo, producendo pellicole e documentari di grande impatto. La particolarità di Cronaca di una fuga,tuttavia, sta nella scelta del regista di non indugiare su particolari macabri o eccessivamente scabrosi perchè lo scopo è quello di coinvolgere e spingere lo spettatore alla riflessione e non alla repulsione. Quasi un film ’da camera’ girato, però, con un ritmo serrato degno di un horror e allo stesso tempo con lo spirito del cinema ’sociale’. Ma quando realizzati con mestiere, questi mix riescono sempre bene.
Le verità nascoste dell’Argentina, storie simili a queste, sono molte e, ancora oggi, impossibili da raccontare. Dopo il 1976, anno del colpo di stato, il paese piomba in una sorta di incubo al quale, afferma lo stesso Caetano, moti cittadini si sono assuefatti. L’omertà e il terrore hanno fatto quello che ’i generali’ non sono riusciti, sono arrivati in angoli che le maglie dello spionaggio non potevano raggiungere: si denunciavano amici, compagni, vicini di casa, tutto pur di evitare di essere presi e portati chi sa dove.
Ma c’è un’Argentina che non si è arresa né ai generali né al mal governo degli anni successivi. Sono le madri di piazza di Mayo che continuano con forza a reclamare il diritto alla verità, i piqueteros che, con la sola forza della disperazione, sono scesi in piazza a reclamare con pentole e coperchi il diritto alla dignità umana. E sono i tanti Tamburini che, nel momento della disperazione più assoluta, hanno trovato la forza e il coraggio di reagire.
Crónica de una fuga: Regia: Israle Adriàn Caetano; soggetto: adattato dal libro di Claudio Tamburini Paese Libre- Fuga de la Mansiòn Seré, scritto in collaborazione con Guillermo Fernàndez; sceneggiatura: Israle Adriàn Caetano, Esteban Student e Juliana Lodola; fotografia: Juliàn Apezteguia; montaggio: Alberto Ponce; musica: Ivàn Wyszogrod; interpreti: Rodrigo de la Serna (Claudio), Nazareno Casero (Guillermo) Lautaro Delgado (Gallego), Matìas Mormorato (El Vasco), Pablo Echarri (Huguito) ; produzione: 20th Century Fox de Argentina, Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales, K&S Productions; distribuzione: fandango patrocinato da amnesty international; origine: Argentina, 2006; durata: 103’; web info:Sito Fandango
