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Dalai Lama Renaissance (DVD + libro)

Pubblicato il 24 marzo 2012 da Alessandro Izzi


Dalai Lama Renaissance (DVD + libro)

La domanda è di quelle toste davvero: come far capire ai cinesi che proseguire la loro azione di occupazione anche culturale del Tibet, alla lunga, non può portare che male, se non altro per il grave danno d’immagine che essa comporta? Come far ritornare il governo cinese sui suoi passi? Come convincerlo che il riconoscimento dell’autonomia politica del Tibet è un bene che si ripercuoterà necessariamente sul suo stesso futuro economico?
Solo una delle tante domande che si affollano all’interno del documentario Dalai Lama Renaissance che racconta l’esperienza di un gruppo di quaranta occidentali, scienziati, umanisti, uomini di cultura, che hanno incontrato la massima autorità spirituale del Tibet per proporgli alcune ricette possibili per cercare di ottenere un obiettivo piccolo piccolo: cambiare, in meglio, il mondo che ci circonda.
La risposta ovvia, quella a cui tutti gli attivisti politici pensano prima o poi, arriva ad un certo punto della proiezione. Ci si stupisce, anzi, che arrivi così tardi, così in là nella cronaca dell’esperienza: “Santità, non pensa che, forse, il boicottaggio dei prodotti cinesi, il convincere gli altri a non comprare quella merce che è spesso, ma non sempre, frutto di una manodopera schiava, possa essere la giusta soluzione per colpire il paese nel suo punto più nevralgico, obbligandolo a scendere a patti col disprezzo che dimostra ad ogni passo per la cultura tibetana?”.
Proposta, certo occidentale, di quelle che stan sempre sulla punta della lingua di molti e che poggia sull’ovvia considerazione che ogni paese agisce quando vede in pericolo la propria economia e la propria capacità di esportazione.
Non solo un paese, anche una multinazionale. La Nike, per motivi simili, dovette rinunciare ai bambini che cucivano le scarpe per un tozzo di pane e MacDonald’s deve, se non altro, dichiarare ad ogni passo, che il pollo usato per i suoi panini, viene da un animale che non ha sofferto più del necessario (quale sia il limite posto a queste sofferenze è arduo dirlo). Ed è, in fondo, questa anche la risposta che i nostri contestatori danno, boicottando i prodotti israeliani per aiutare la causa palestinese. _ Il Dalai Lama, che ascolta la proposta col giusto grado di curiosità, risponde con gratitudine, ponendo la fermezza di un gentile “no”.
Il buddhsimo ha come principio inviolabile la non violenza. Boicottare un prodotto significa bloccare, di fatto, una realtà economica. Crollata questa, sarà il cinese poverello a perdere il lavoro e a non avere più una paga da portare a casa per rendere migliore la vita di suo figlio (magari quell’unico concesso dal controllo delle nascite). Rispondere alla sofferenza generando altra sofferenza non è la soluzione. È solo un modo per rispondere alla violenza con la violenza, lasciando chi boicotta nell’illusione della nobile causa e senza il pensiero a quei lavoratori che perderanno il posto o a quei piccoli commercianti che, perdendo clienti, dovranno infine chiudere.
Nella risposta c’è anche una riflessione di non poco conto. Il bene di tutti si misura nella capacità di comprendere le conseguenze di ogni nostra azione e questa misurazione è possibile solo nel momento in cui il nostro ego riesce a farsi da parte e a sciogliersi nella complessità del mondo circostante.
L’ego è proprio ciò che emerge sin dai primi giorni degli incontri tra i protagonisti dell’esperienza documentata in Dalai Lama Renaissance. Vien fuori con tutta la sua forza di illusione, nei discorsi, nelle parole, nei racconti d’esperienza che si gonfiano come pavoni. Viene fuori nei litigi tra chi vuole avere l’occasione di parlare con il Dalai Lama di persona e chi, invece, dice di potersi accontentare anche solo di esser lì. Forse un altro modo anche questo di essere “Io”, cercando di imporsi nell’assenza, nel non farsi vedere.
Da un certo punto in poi del film, la storia raccontata diventa proprio questa: il muoversi di tanti io in cerca di affermazione e la possibilità, infine, di una trasformazione, di un miglioramento interiore.
La scoperta numinosa di Dalai Lama Renaissance è, in fondo, proprio questa: per cambiare il mondo bisogna prima di tutto cambiare noi stessi. Non c’è distanza tra dentro e fuori. E bisogna fare il vuoto perché esso possa essere pieno.

La qualità audio-video

Buona la restituzione delle riprese digitali di un film girato in presa diretta e caratterizzato da una fotografia piana, nitida e priva di inutili svolazzi estetici. Il rapporto delle figure con lo sfondo è coerente con le esigenze di un discorso fondato prevalentemente da primi piani e campi medi.
Una sola opzione audio: italiano (2.0), ma caratterizzata dalla scelta di mantenere in originale la voce del Dalai Lama che è, quindi, sottotitolato. Si rimpiange, però, la mancanza di una traccia originale pura. Nel complesso la traccia si mantiene limpida e pulita, comunque adeguata alle esigenze di un documentario incentrato prevalentemente sulle voci.

Extra

In disco c’è un cortometraggio a sorpresa. Ne anticipiamo il titolo (Connect) e ci limitiamo a dire che si tratta di una piccola opera che resta esperienza simpatica, ma, nel complesso, abbastanza debole ed incapace di dare vero valore aggiunto alla proposta editoriale. Il vero extra è, quindi, il libro che si compone di una serie di interviste, tutte piuttosto interessanti, che si muovono tra oriente ed occidente, senza trovar mai posa, senza chiudersi mai in categorie davvero preconcette.

Il nuovo progetto editoriale Mt0 (www.mt0.it) che distribuisce documentari e cortometraggi internazionali, seleziona opere inedite.
Si prega di inviare sinossi, scheda tecnica e bio-filmografia degli autori a doc@mt0.it oppure a corti@mt0.it con oggetto ’proposta distribuzione’. Il materiale video verrà eventualmente richiesto in un secondo tempo.


(Dalai Lama Renaissance); Regia: Khashyar Darvich; genere: documentario; distribuzione dvd: mt0.
formato video: 1.33:1 (4/3); audio: Italiano Dolby digital 2.0; sottotitoli: italiano (solo per il Dalai Lama)

Extra: 1) Cortometraggio a sorpresa 2) Libro di 36 pagine a cura di Daniel Tarozzi: OrienteOccidente


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