DE BATTRE MON COEUR S’EST ARRETE

Nel 1978 James Toback diede alla luce un bellissimo film sulla storia di un gangster musicista: The Finger, uscito in Italia con il titolo Rapsodia per un Killer (riscoperto anche in una recente edizione del Torino Film Festival), con Harvey Keitel nel ruolo principale. In concorso a Berlino una sorta di remake di quel film, De battre mon coeur s’est arrete’, diretto da Jacques Audiard ed interpretato da un convincente Roman Duris (in una piccola parte anche la meravigliosa Emmanuelle Devos, musa di Arnaud Desplechin). In ogni caso, bisogna dimenticarsi del film di Toback, atmosfere, luoghi, anni: sentimenti e suggestioni che supportano questa nuova storia sono completamente diversi. Resta solo l’idea di un pianista che fa il gangster, di un uomo, cioè, in grado di muovere le mani in modo completamente differente. Tom, questo è il nome del protagonista, non ha più cuore, suona veramente male ma da giovane, si dice, fosse un talento. Usa il piano con lo stesso impeto con cui si sminuzza la cipolla, colpi forti e il più velocemente possibile. L’abilità, sembra che lui pensi, sta nel riuscire a metter insieme tutte le note una dopo l’altra, senza sbagliare l’ordine, vestendosi come si deve vestire un bravo concertista e muovendo il braccio come deve fare chi deve dare una impressione. Il suo vero lavoro è un altro. Mette topi nelle case occupate per far fuggire gli occupanti, picchia, compra e vende, tratta nello stesso modo banchieri ed immigrati: con disprezzo. Il suo problema è la relazione con il padre, un proprietario immobiliare innamorato di una giovane, non giovanissima, donna. Il padre crea problemi. Non ha più polso, non sa trattare, non capisce con chi sta trattando. Pensa che si può fare tutto. A risolvere le situazioni c’è sempre il figlio scapestrato. Ed è in questa relazione che si concentra il film. Non nelle mani che per un pianista sono il bene più prezioso, non nell’angoscia di chi vive senza casa o di chi deve allontanare il proprio cuore da se stesso. Ma in questo amore padre e figlio che non si può comunicare. In questa relazione che è sopra ogni cosa ma che nella quotidianità dà solo rabbia e frustrazione. Nel gossip festivaliero si mormora che di questa relazione strana, anche il regista sia stato vittima. Suo padre era Michel Audiard, uno dei più prolifici sceneggiatori di genere francesi (da Gioventù incompresa a Il vizietto n. 3, passando per Maigret). E Jacques Audiard fa lo stesso mestiere del padre, così come Tom fa lo stesso del suo genitore. Ma meglio. Forse Jacques pensa di fare il suo lavoro meglio del padre... consigliargli un analista?
regia: Jacques Audiard sceneggiatura: Jacques Audiard, Tonino Benaquista fotografia: Stéphane Fontaine montaggio: Juliette Welfling musica: Alexandre Desplat interpreti: Romain Duris, Aure Atika, Emmanuelle Devos, Linh Dan Pham, Niels Arestrup produzione: Why Not Productions durata: 107’ origine: Francia 2004
