Denti - Teeth

L’enorme ed omogeneo non-luogo della provincia americana, coi suoi sobborghi inevitabilmente sovrapponibili e maniacalmente geometrici, nasconde (neanche troppo bene) infinite ipocrisie e contraddizioni che il cinema di ogni genere e caratura ha più volte dimostrato di saper cogliere. In particolare, nell’anonimo sobborgo di impeccabili giardinetti rappresentato in questo Denti, convivono e si alimentano a vicenda il perbenismo più bigotto e sessuofobo e l’esuberanza di costumi più sfacciata e aggressiva. Nella più classica delle High School sfilano quotidianamente spalla a spalla i rappresentanti delle due opposte fazioni: da una parte i comitati scolastici che fanno coprire i genitali femminili (e quelli soltanto) sui manuali di scienze e gli adolescenti che fanno voto di castità fino al matrimonio, dall’altra le ninfette e i maschi in fregola che assecondano le tempeste ormonali ostentando abbigliamento da sexy shop e adeguata oggettistica per il tempo libero.
Allo stesso modo convivono sotto lo stesso tetto, virtualmente capitani delle due squadre, anche l’angelica quindicenne Dawn e il suo terribile fratellastro Brad: lei, intimorita dal suo stesso corpo in evoluzione, è portavoce di un gruppo di preghiera che predica la purezza prematrimoniale; lui, metallaro e strafottente, nella cameretta tappezzata di conigliette di Playboy fa il macho misogino con la sua ragazza, costringendola ai piaceri di Sodoma pur di non usare i contraccettivi. Dietro al comportamento di entrambi si cela un trauma infantile che riguarda un inconfessabile segreto sulla sessualità di lei, strettamente collegato alla centrale nucleare che svetta a pochi metri dall’abitazione.
Quando la confusa Dawn cederà alle tentazioni del bel compagno di castità Tobey, il segreto verrà svelato, manifestando nella tranquilla cittadina il più scontato e ancestrale incubo di castrazione che la psiche maschile abbia mai concepito. Senza fare troppo i misteriosi, è già tutto racchiuso nel titolo.
Lichtenstein, figlio di Roy e già attore per Malle, Altman e Ang Lee, fa il suo esordio da regista con quello che sembra essere il classico horror cult da recuperare nell’ingeneroso setaccio della distribuzione estiva italiana. Dopo quarantacinque minuti di introspezione e suspence su un colpo di scena già rivelato in partenza, si lascia finalmente andare senza parsimonia di dettagli ad un festival di mutilazioni, di quelle più dolorose e imbarazzanti per l’universo maschile, Il tutto condito da sana ironia, per la gioia dei patiti del gore .
I rimandi psicanalitici si sprecano, ma sono in fondo funzionali solo a rendere più gustosa una sceneggiatura intelligente infarcita di divertiti inside jokes e di riferimenti biblici, mitologici, evoluzionistici e di cronaca (l’episodio della censura del manuale di scienze è veramente avvenuto in USA nel 2000). Nonostante sia difficile definirlo semplicemente un horror femminista, Denti mette in mostra una fauna maschile che si rivela sciovinista, impacciata, profittatrice, mammona, vanitosa e immatura nel momento cruciale. Un sesso forte che ne esce letteralmente a pezzi, tanto che qualcuno tra le vittime preferirà dimenticare tutto piuttosto che ammettere l’esistenza di un’arma femminile tanto sopraffattrice.
La bella Jess Wrexler si è meritata un premio al Sundance Film Festival per aver disegnato così bene lo sviluppo della protagonista, che inizia il film da goffa adolescente terrorizzata dal proprio corpo (come la Carrie di De Palma) per diventare una consapevole cacciatrice sessuale (come l’aliena di Specie Mortale), implacabile punitrice degli eccessi di sicurezza machili. Ne risulta così il ritratto di una sorta di supereroina antistupro e antiprevaricazione, ma contemporaneamente simbolo di una femminilità che non riesce a vivere serenamente il proprio ruolo.
Ma le pretese di indagine sociologica non sono in fondo così accentuate, in un film che ha come sola vera pretesa quella di risultare divertente e sfizioso agli occhi di chi ama l’horror ironico e dissacrante. Nell’opinione di scrive l’obiettivo è senza dubbio stato centrato.
(Teeth) Regia: Mitchell Lichtenstein; soggetto: Mitchell Lichtenstein; sceneggiatura: Mitchell Lichtenstein; fotografia: Wolfgang Held; montaggio: Joe Landauer; musica: Robert Miller; interpreti: Jess Wrexler (Dawn), Josh Hensley (Brad), Hale Appleman (Tobey), Lenny Von Dohlen (Bill), Ashley Springer (Ryan), Vivienne Benesch (Kim); produzione: Teeth Production; distribuzione: Mediafilm; origine: USA; durata: 88’; web info: sito ufficiale
