Donka. Una lettera a Cechov

“Si deve rappresentare la realtà non come è, né come deve essere, ma come appare nei sogni”. Ed eccola, davanti a noi. La realtà che si fa sogno e il sogno che diviene realtà. L’omaggio a Cechov di Daniele Finzi Pasca è una lunga lettera che vive di immagini e suggestioni. Anton Cechov era scrittore, pescatore e medico, ed è intorno a queste tre “persone” che ruota lo spettacolo.
Si pescano pesci immaginari e si evoca la complessità dello scrittore, talvolta poco compreso. Un uomo che, seduto in un bar, sembra non far nulla, ma che è in attesa dell’idea. E l’idea spesso arriva quando la realtà si fa spunto per costruire personaggi e storie immaginarie.
Alcuni racconti ci vengono narrati al buio della sala, con fasci di luce che illuminano dal sotto, come torce, il viso degli attori. E tutto assume il sapore di quelle serata antiche, attorno al focolare ad ascoltare storie magiche, racconti d’altri tempi.
E, ancora, tra una dissezione e l’altra, tra contorsionisti, medici e infermiere, si va alla ricerca dell’anima. Un tempo si scrutavano i cadaveri per trovarla, ma senza risultato: “l’anima è un lungo silenzio”. Ed è lì che si fanno strada le idee, quelle stesse che riempiranno pagine memorabili.
Ed ecco il grande Cechov apparirci come un’ombra maestosa, enorme. Ci sovrasta, come il suo genio sovrasta il mondo. I grandi scrittori pervadono tutta la terra, non vivono in una sola patria. Le loro parole volano lontano e permeano ogni paese.
Tutto è un susseguirsi di luci e ombre, acrobazie, illusioni ottiche. A parlarci è il linguaggio dei clown e quello dei giocolieri. Spezzoni di sogno, di un immaginario che richiama la realtà, la vita di Cechov e quella di tutti noi. Canti armoniosi accompagnano molte scene e un brusio di sottofondo ricorda il magico mondo lontano, quello della fine dell’Ottocento e quello della tradizione russa.
Ma anche le parole entrano nel mondo incantato creato in sala. Alcuni racconti suscitano in noi meraviglia e piacevole stupore. Quando si parla dell’amore della moglie Olga per Anton, sono le parole a creare parvenza di sogno.
Donka è un susseguirsi di attimi che parlano di letteratura, amore, vita, morte e magia. È un grande sogno che viviamo ad occhi aperti.
(Donka. Una lettera a Cechov) Regia: Daniele Finzi Pasca; sceneggiatura: Daniele Finzi Pasca; interpreti: Moira Albertalli, Karen Bernal, Helena Bittencourt, Sara Calvanelli, Veronica Melis, David Menes, Beatriz Sayad, Rolando Tarquini. In scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 20 aprile al 15 maggio 2011.
