Dracula Untold
Dracula untold, ovvero ciò che avreste voluto sapere e che non avete mai osato chiedere su uno dei personaggi più conosciuti della letteratura mondiale. Potrebbe essere questo il sottotitolo del nuovo film dedicato alla mitica creatura dell’irlandese Bram Stoker. Un viaggio nel passato del vampiro teso a scoprire le origini della sua natura, le motivazioni che ne hanno causato la trasformazione con la conseguente esplosione mitologica ad essa susseguita. Attenzione però, Dracula untold non è un documentario d’impronta televisiva alla maniera di “10 cose che non sai di…”. Se vi aspettate questo la vostra ricerca dovrà presumibilmente cambiare rotta e indirizzarsi verso uno dei tanti canali satellitari oggi in voga. Dracula untold è a tutti gli effetti un prodotto che trasuda cinema e che sulle specificità cinematografiche più radicali fonda la propria consistenza spettacolare e magniloquente. Non solo in una seconda parte in cui gli effetti speciali e l’alchimia tengono banco, scuotendo lo schermo con scontri epici degni del più spinto blockbuster, ma anche nei primi istanti del film, quando la narrazione lascia intuire allo spettatore che il proprio sviluppo riguarderà la genesi della storia di Vlad l’impalatore (personaggio vissuto ben 500 anni prima il Dracula di Stoker) della sua battaglia per il proprio popolo e del sacrificio personale in difesa della propria famiglia (minacciati entrambi dall’avanzata ottomana in Transilvania). Anche in questa parte, meno tambureggiante ma comunque enfatica, la spinta hollywoodiana lascia il segno marchiando a fuoco l’epicità del personaggio e ammantando con i veli seducenti delle proprie rielaborazioni un sostrato culturale pregno di riferimenti storici, folkloristici, antropologici. Con la scusa del “non detto” perciò, Gary Shore e la Universal hanno guadagnato quella licenza letteraria in grado di offrire loro la possibilità di spaziare nei territori dell’originalità (e del non visto) rinnovando il look ad un personaggio abusato e riconsegnandolo, in tempi di overdose vampiresca multimediale, direttamente nelle mani insaziabili dei figli di True Blood e Twilight. Con il duplice obiettivo di rendere la loro dipendenza ancora più feroce e di arricchire il panorama cinematografico di una nuova potenziale saga basata sul romanticismo di un eroe atipico. Se da un lato questa originalità nutre il film rendendolo appetitoso in molti suoi segmenti, dall’altro però ne svilisce leggermente la profondità. La portata dell’effetto è per questo paragonabile a quella prodotta da un’ enorme giostra che attira il maggior numero di spettatori accontentandone un quantitativo ridotto. Questo si deve al principio guida dell’operazione che tende ad includere un numero elevato di elementi senza però privilegiarne alcuno. E’ così che il film, pur dimostrandosi interessante e, nel complesso, ben costruito, finisce per rimanere in superficie. Il carattere storico, pieno di riferimenti alle guerre e agli scontri tra popolazioni dell’Europa dell’est, e quello leggendario basato sulla cultura popolare delle zone interessate fanno da apripista, passando poi in secondo piano, alla trasformazione prettamente cinematografica del personaggio da uomo valoroso a supereroe sui generis, non prima di essersi presentato come paladino dallo stampo romantico. Attraverso il volto di Luke Evans e le movenze della sua fisicità dirompente (buona interpretazione la sua) la mutazione genetica avviene ad uso e consumo del mezzo cinematografico. In nome dei suoi fruitori, Vlad veste dapprima i panni del suo passato, interpretandone i risvolti in maniera innovativa e interessante, salvo poi gettarli via sotto la spinta prepotente dell’eroe fumettistico in esso inoculato dal buon Gary Shore. Per un Dracula che se ne va quindi, quello di coppoliana memoria (solo per citare l’esempio più fresco e sicuramente più profondo) un nuovo vampiro sorge dalle tenebre. Un personaggio che esplode sullo schermo in tutta la sua modernità non prima però di aver paradossalmente cercato le sue radici in un luogo mai visto né raccontato da alcun narratore. Quello del suo inesplorato passato.
(Dracula untold) Regia: Gary Shore; sceneggiatura: Matt Sazama, Burk Sharpless; fotografia: John Schwartzman; montaggio: Richard Pearson; musiche: Ramin Djawadi; scenografia: François Audouy; costumi: Ngila Dickson; interpreti: Luke Evans, Dominic Cooper, Sarah Gadon, Charles Dance; produzione: Clear Angle Studio, Legendary Pictures, Michael De Luca Production; distribuzione: Universal Pictures; origine: USA; durata: 92’