Dracula Untold - Conferenza stampa
Nella splendida cornice dell’hotel Gran Melià Rome si è svolta ieri la conferenza stampa di presentazione del film Dracula untold, kolossal prodotto da Universal in uscita il prossimo 30 ottobre nelle sale italiane. Presenti per l’occasione i protagonisti Luke Evans e Sarah Gadon. Eravamo presenti anche noi e vi riportiamo qui di seguito l’estratto dell’incontro:
E’ vero che il primo meeting che hai avuto con il regista di Dracula untold è stato vicino a Francis Ford Coppola?
Sarah Gadon: Sì, assolutamente vero. Ho incontrato il regista Shore a pranzo a Los Angeles. Mentre mi illustrava tutti gli aspetti del film mi sono resa conto che dietro di noi c’era proprio Francis Ford Coppola. E’ stato un segno del destino. Lì ho capito che avrei dovuto fare questo film.
In anni di grande proliferazione di vampiri, questo film riporta un po’ all’ortodossia vampiresca. Eppure è un po’ fumettistico. Non trovi?
Luke Evans: Non lo paragonerei ad un cartone. Il film è sicuramente un fantasy ma l’elemento interessante che lo rende diverso da tutte le altre storie su Dracula è che questo racconta le origini. Affrontiamo la realtà prima di entrare nel personaggio di fantasia. Abbiamo raccontato, prima di tutto, la storia del viaggio umano di questo personaggio. Questo per me è stato molto affascinante come attore.
Hai interpretato personaggi con una forte caratterizzazione. Come riesci a scostarti dal tuo personaggio e soprattutto come ti relazioni al fatto che i tuoi fans ti riconoscano più per il personaggio che per l’attore.
Luke Evans: È divertente. Mi piace il fatto. Tempo fa ho fatto la mille miglia guidando una lancia aurelia. Ho girato l’Italia e fermandomi in uno dei tanti paesi italiani in cui ho transitato ho incontrato tre ragazzi seduti su delle scale che si sono avvicinati a me e mi hanno esclamato: “Tu sei Bard!!! Che fai qua nel nostro paese”. So che per molte persone non sono Luke Evans ma uno dei miei personaggi.
È possibile sapere qualcosa su High Rise, film che hai appena finito di girare?
Luke Evans: Realizzare un film di una piccola produzione indipendente, con meno persone e con meno soldi rispetto a quelli che ho fatto negli ultimi anni, è stato incredibilmente divertente. Si lavora ad un ritmo molto più accelerato. In 7 settimane abbiamo portato a casa tutto il film e girato 240 scene. Si faceva la prima, la seconda e poi si passava ad una scena diversa. Al contrario di altri film in cui a volte ci si mette giorni per girare una singola scena. E’ stato difficile da fare perché molto insolito, complicato, sinistro e tenebroso. Ho potuto essere me stesso finalmente piuttosto che immedesimarmi in Bard o Vlad l’impalatore.
Per preparare il suo Dracula ha visto più film di vampiri o ha letto più libri di storia?
Luke Evans: Tutte e due le cose. Ho rivisto alcuni film molto belli e interessanti. Quello di Francis Ford Coppola con il grande Gary Oldman e molti altri che non ricordavo bene. La differenza è che quei film si basano sulla storia di Bram Stoker mentre la nostra di storia comincia 400 anni prima della nascita dell’autore. Avevamo piena libertà di raccontare una storia diversa, una storia per certi versi inedita. Quella di un personaggio storico che ha camminato realmente su questa terra nel 15 secolo e del suo viaggio, della sua vita, del suo rapporto con la moglie e con il suo popolo.
Che cosa hai in comune con il principe Vlad?
Luke Evans: Non so se ho molto in comune con Vlad però capisco il suo viaggio, capisco la sua esperienza. Questo è un uomo che deve affrontare delle emozioni fondamentali. Cose che affrontiamo tutti noi nella nostra vita. Il sacrificio per l’amore, la lotta per ciò che è giusto, la perdita, la responsabilità.
Una cosa che ho in comune con Dracula sono i canini. I miei sono veri però.
Il suo Dracula appare più come un supereroe. Come è stato approcciarsi con un Dracula così diverso?
Luke Evans: Da un certo punto di vista è stato divertente. È vero che ha questi poteri da supereroe però dobbiamo tutti ricordarci che Dracula è a tutti gli effetti il primo supereroe della storia. I suoi poteri non sono stati creati dalla macchina hollywoodiana ma dal folklore dell’Europa orientale. I vampiri da sempre diventano pipistrelli, diventano altre creature, usano le tenebre per trarne vantaggio. E hanno anche dei difetti. Probabilmente è stato Vlad a rappresentare fonte d’ispirazione per tutti gli altri supereroi moderni.
In questo momento in cui cinema e televisione vanno sotto braccio lei ha spaziato in tutti e due i campi. Volevo sapere le sue impressioni su questi due mondi e le differenze che ha trovato tra l’uno e l’altro.
Sarah Gadon: Uno degli elementi principali che caratterizza questi due mezzi è la forte voglia di regia. Tramite le serie tv registi e produttori hanno dato libero sfogo alla propria ispirazione forse perché possono vedere all’istante il risultato del proprio lavoro, senza dover aspettare troppo tempo. Mentre nel cinema rimane ancora maggior margine di azione. E’ questo margine la maggiore differenza tra i due. Una non ti lascia spazio per respirare, l’altro ti concede il tempo per realizzare ciò che vuoi.
Dato che si è parlato di supereroi, le piacerebbe vestire i panni di un supereroe di quelli odierni in un prossimo futuro?
Luke Evans: Ma sì, perché no. Sarebbe divertente. Sono bravo col cappuccio, col mantello. So usare la spada anche se i supereroi di oggi forse non la usano più. In questo film già mi sono sentito un supereroe perché Vlad sa usare dei poteri che sono sovrumani. L’importante per me è riuscire comunque a dare vita a un personaggio con il quale possa rapportarmi, un personaggio il cui viaggio possa essere capito dal pubblico. In questo caso, ad esempio, voglio che il pubblico capisca che Vlad era imperfetto, non era un essere superiore. Un supereroe interessante deve essere un supereroe che abbia anche dei difetti.
Com’è stato passare dalla famiglia Cronenberg a questo film?
Sarah Gadon: Pensavo sarebbe stato diverso, forse difficile. Una separazione difficile dal mio passato. Forse in alcuni modi lo è stato ma alla fine quello che conta è il rapporto con la persona, sia che si abbia un ambientazione reale o un chroma key alle spalle. Da questo punto di vista non è stato così diverso perché ho cercato di creare questo rapporto con il mio partner sulla scena per restituire qualcosa di autentico, di coinvolgente.
Vorrei sapere se lei è stato affascinato dal Dracula di Bram Stoker e se, in passato è mai stato in visita nel castello reale di Vlad Tepes.
Luke Evans: Mi è piaciuto molto il libro di Stoker, è una bella storia ma sono stato molto sollevato dal fatto che il nostro non fosse un ulteriore Dracula di Bram Stoker perché quello è gia stato fatto molte volte. E’ stato interessante fare una storia nuova, diversa, sull’origine dell’uomo che sta dietro Dracula.
Per quanto riguarda la visita al castello posso dire che in Nuova Zelanda, mentre giravo Lo Hobbit, mi sono allenato per fare Dracula, quindi dalla Nuova Zelanda sono passato direttamente in Irlanda del nord dove poi abbiamo girato il film. Non sono passato per la Transilvania. Non c’era più tempo. La prossima volta, tra un’intervista e l’altra, cercherò di andare a visitare il castello di Vlad.
A che punto è il reboot del Corvo, che sfida l’attende per questo progetto?
Luke Evans: Un anno fa è cominciata l’avventura di The Crow. doveva cominciare a marzo ma poi per motivi di programmazione è stata posposta. Adesso bisogna trovare la finestra per tutti quelli che devono partecipare al film. Sono entusiasta di fare questo personaggio. C’è stata molta controversia quando è stato annunciato perché quello precedente è stato un cult movie. Saremo molto fedeli alla storia dei fumetti. Tanta parte della storia dei fumetti nel film originario non è entrata e quindi vorremmo riportare in vita questo progetto per permettere anche a quei personaggi che nel vecchio film non sono potuti entrare, di prendere vita. E’ una storia bellissima d’amore, di un uomo che ha perso tutto. È un uomo che ha sentimenti di rabbia, di vendetta.
Com’è stata l’esperienza con Mika Kaurismaki nel film che avete realizzato insieme.
Sarah Gadon: È stata una bellissima esperienza quella con Mika. Io sono andata in Finlandia per delle riprese qualche mese dopo aver finito Dracula. E’ stato un film del tutto diverso, con una sola cinepresa, filmato tutto sulle location. Io interpreto Ebba Sparre che si dice fosse l’amante di Cristina di Svezia.
Nasce come attore di teatro e continua con il cinema. Come si rapporta con queste due diverse forme d’espressione?
Luke Evans: Sono dei mezzi espressivi molto diversi. Il teatro è dal vivo e quindi si racconta un’intera storia ogni sera con un pubblico di fronte che risponde a ciò che fai. Nel cinema il processo è molto più lento. Un film lo giri ma poi te ne scordi. Passi al lavoro successivo e quelle esperienze ritornano solo quando ricominci a girare il mondo per promuoverlo. Le rivivi in modo diverso. Per me quello che accomuna queste diverse esperienze è l’autenticità. Cercare di essere convincenti. Si tratta sempre e comunque di recitazione.