DUE SETTIMANE PER INNAMORARSI

Ancora un ruolo pieno di cliché per Hugh Grant, che dopo l’exploit di About a boy, in cui aveva aggiornato il suo personaggio di timido conquistatore, arricchendolo con un velo di cinismo e malinconia, ritorna ai ruoli più zuccherini, in cui ‘sbattere le ciglia più che si può’ è ciò che realmente conta.
Intendiamoci, lui è simpatico ed è uno dei migliori commedianti in circolazione (inteso nell’accezione meno estesa del termine), ma questo Due settimane per conoscerci non va proprio: a cominciare dalla protagonista-produttrice.
Resta un affannoso mistero della cultura (anche qui nell’accezione più bassa) contemporanea: con quella faccia da fidanzata di Pluto, sforna film con una certa continuità, peccato che siano sempre mediocri e lei sempre inguardabile.
Prendete il ruolo che qui ricopre: una legale con buoni e sani principi che si batte per i più deboli, contro gli arroganti capitalisti del sistema. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano se non fosse tutto talmente superficiale, falso e pretestuoso.
Poi le strade del destino porteranno l’integerrima avvocatessa a lavorare con un bel miliardario che, sotto sotto, nasconde una ‘certa’ sensibilità: e così l’ineffabile coppia salverà un vecchio rifugio per i vecchietti del quartiere. Ma quanto siamo buoni!
Con un tono leggermente predicatorio, il film segue la classica struttura narrativa fatta di infatuazione-battibecchi-gran litigio finale-riappacificazione-e vissero tutti...
Niente di nuovo sopra lo schermo, insomma. Nemmeno chi cerca due ore di disimpegno assoluto da ogni attività cerebrale può dichiararsi soddisfatto. Un déjà-vu irriducibilmente infantile.
Si salvano solo qualche gag (per la prima volta in una “commedia romantica” viene toccato l’argomento scatologico in modo abbastanza diretto) e un paio di battute dette da Grant, che ha sempre buoni tempi comici.
Attendiamo con panico la prossima performance della Bullock, un nome una garanzia.
In conclusione, se, come dice il trailer del film, Sandra Bullock è la donna che Hugh Grant “aveva sempre sognato”, fossimo in lui preferiremmo Freddie Kruger.
(Two weeks notice)
regia: Marc Lawrence; sceneggiatura: Marc Lawrence; fotografia: Laszlo Kovacs; montaggio: Susan E. Morse; musica: John Powell; interpreti: Hugh Grant, Sandra Bullock, Alicia Witt, Robert Klein; produzione: Sandra Bullock; origine: USA; durata: 1h e 40’; distribuzione: Warner Bros Italia;
