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DVD: Cattivissimo me

Pubblicato il 25 febbraio 2011 da Alessandro Izzi


DVD: Cattivissimo me

Rubare la luna: questo lo scopo dei piani diabolici messi in scena in Cattivissimo me. Piani improbabili, fantastici, assurdi e colmi di paradossi come solo l’animazione riesce a concepirli, ma, soprattutto (ed è la cosa che più conta), privi di un reale e riconoscibile derubato.
Le complesse alchimie logistiche messe in atto da Gru e dai suoi immancabili, buffissimi Minions sono architetture che dall’io tornano all’io senza che ci sia un “altro da me” in mezzo che faccia le spese di questo sostanziale egocentrismo. La presa di possesso passa dal soggetto all’oggetto desiderato senza che possa frapporsi al gioco che c’è in mezzo null’altro che il semplice divertimento. Solo i bambini più piccoli di sei anni riescono a concepire un meccanismo così profondamente semplice e non compromesso da considerazioni ulteriori. E lo possono fare per la sola ragione che non hanno ancora maturato una netta separazione tra il proprio Sé ed il resto del mondo. Non distinguendo l’Io dal Tu, come recitavano le poesie di Handke nei segmenti più suggestivi de Il cielo sopra Berlino di Wenders, i bambini piccoli non hanno percezione del senso della proprietà e, se ad un certo punto finiscono per appropriarsi di una cosa, lo fanno perché essa già fa parte della loro esperienza del mondo e, quindi, è di loro proprietà. Per il bambino, quindi, da un certo punto di vista, “tutto è mio” perché “tutto è di tutti”.
Ora anche la luna non ha un proprietario, una persona che possa soffrire per la perdita del suo possesso. La luna non me la posso mettere in tasca, né la posso capitalizzare in una banca. La luna, come le piramidi d’Egitto o i monumenti delle città rubati a destra e manca, non appartengono a nessuno e sono, quindi, di tutti.
Per i piccoli sono come i giocattoli in mezzo alla tavola di un asilo. Li si può prendere perché tutto ciò che entra nella sfera della percezione del piccolo è suo, lo può toccare e può imparare ad usarlo. E di fronte a questa realtà non c’è divieto che tenga come sperimentano i poliziotti che dovrebbero impedire ai turisti di avvicinarsi alla Piramide e che, però, si lasciano sfuggire il piccolo bimbo che ha l’onore di aprire la proiezione rivelando, oltre il monumento, quell’immenso parco giochi che è il film.
Niente possono neanche i divieti di Gru perché le tre bambine, soprattutto la più piccola, possiedono la casa nel preciso istante in cui ci mettono piede dentro e per loro non c’è furto di privacy.
Gru, da questo punto di vista è, in fondo, un bambino solo poco più grande delle tre piccole eroine che si mette in casa. È più affine al mondo adulto perché, in fondo, ha già maturato un senso della proprietà di cui si rivela estremamente geloso. Ma resta bambino perché al di là degli infiniti dispetti che fa a tutti (in specie ai bambini), rivolge poi tutta la sua attenzione a furti impossibili di oggetti senza proprietario.
Sperso tra due mondi, quello dell’infanzia e quello del mondo adulto, Gru non ha ancora chiara la distanza tra Sé ed il Mondo anche se sente che un confine deve pur esistere da qualche parte. Ed è proprio il contatto con le bambine ad aiutarlo a definire la posizione di questo confine sfuggente.
Prima dell’arrivo delle piccole il suo mondo è la perfetta routine di un gioco che ripete se stesso, muovendosi, con questo, negli spazi amari della patologia. E il furto, che già comincia ad essere tale perdendo lo statuto di innocenza che ha ancora prima dei sei anni, è solo una strategia comunicativa in cerca dell’attenzione della madre.
Gru ruba perché ritiene di avere diritto ad un risarcimento per l’amore che la genitrice gli nega. Ma il suo furto, che è legato alla coazione a ripetere in una corsa al rialzo perché ogni azione è frustrata dal mancato conseguimento dello scopo vero (l’approvazione), resta ancorato nello spazio ancora fanciullesco di un mondo senza veri proprietari.
Cattivissimo è l’aggettivo che Gru vorrebbe vedersi appiccicato addosso, come molti bambini in cerca di riconoscimento, ma è un aggettivo che non si attacca ad un bambino che non ha ancora definito fino in fondo le strategie del proprio Sé. Lo spettatore adulto coglie il senso delle motivazioni (ancora infantili) che spingono il personaggio e assumono, nei suoi confronti, l’indulgenza che si applica ai bambini difficili, ma, in fondo, sin troppo simpatici. Lo spettatore bambini si riconosce nel battere i piedi e nel fare i capricci del personaggio adulto ed, anzi, ricevono una gratificazione nel vedere che un adulto (così ci viene rappresentato) ha i loro stessi problemi.
La terza dimensione, portata all’estrema profondità, si fa portavoce ideale di questo gioco di distanze tra il Sé ed il resto del mondo. Serve poeticamente a rimarcare distanze e ad aiutare il bambino a crescere imparando a riconoscere l’altro da sé.

La qualità audio-video

Il DVD tradizionale, purtroppo, non supporta la possibilità di una riproduzione tridimensionale come fa, invece, il Blu-ray 3D. certo ci sono stati casi in cui gli editori si sono sforzati di riproporre il 3D anche per il formato DVD, ma i risultati non sono stati all’altezza delle intenzioni. L’edizione oggetto del nostro esame, quindi, va considerata come “minore”. Al di là di questa considerazione di fondo è da dire, comunque, che i risultati sono alti e il video del film mantiene, per tutta la durata della riproduzione, colori brillanti, neri profondi e un grande nitore.
Ottimo anche l’audio in Dolby digital 5.1 (sia in italiano che in inglese) che è avvolgente e piuttosto potente.

Extra

Dei tre corti con protagonisti i Minions, il più autonomo sia a livello narrativo che stilistico è forse Banana che mette in scena le buffe avventure dei Minions alla prese con la frutta e la loro incredibile fame.
Gradevolissimo il commento audio con i registi e i Minions che riesca a mantenersi a metà tra la serietà del discorso adulto e la voglia di coinvolgere anche i più piccini che, però, si stancheranno comunque presto di vedere il film commentato.
Il costruttore dei razzi di Gru è un giochino simpatico che richiede minime conoscenze di geografia. Come sempre l’interattività si esaurisce al primo giro di domande. Fatto una volta è meglio non tornarci sopra.
Gli altri contenuti sono i capitoli sparsi di un lungo, divertente e mai noioso backstage.


(Despicable me); Regia: Pierre Coffin; Chris Renaud; genere: animazione; distribuzione dvd: Universal.
formato video: 1,85:1 Anamorfico; audio:5.1 Dolby Digital: Italiano e Inglese; sottotitoli: italiano, inglese per non udenti, rumeno

Extra: 1) Il mondo di Despicable me 2) Cattivissimi ritmi 3) Il costruttore di razzi di Gru 4) Uno sforzo globale 5) Mini film: 3 cortometraggi 6) Commento dei registi e dei Minions 7) Anteprime dei giochi


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