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DVD - Effetti pericolosi

Pubblicato il 31 maggio 2008 da Alessandro Izzi


DVD - Effetti pericolosi

La superficie è quella di un tipico teen drama americano: colori brillanti, villette a schiera, ambientazione scolastica, primi turbamenti sessuali, colonna sonora ferma su un rock leggero e mai troppo impegnato e l’amicizia prima di tutto.
Effetti pericolosi cerca, sin dal titolo italiano che stravolge l’ironia dell’originale The Ketchup effect, un suo pubblico internazionale puntando sull’immediata riconoscibilità dei vari ingredienti che lo compongono e sullo sfruttamento intensivo di quelle che sono diventate, col tempo, le cattive abitudini delle fiction televisive: narrazione piana e stereotipi a go go.
La logica corale alla American pie, con tutto il suo novero di personaggi di varia umanità che si affollano davanti alla macchina da presa, ciascuno con le proprie esigenze di racconto e con la propria scena madre da calare al momento giusto, si sposa in strana geometria con l’anima tutta europea da racconto di formazione a protagonista unico che è poi l’ambizione neanche tanto segreta di tutta la pellicola. Ed è forse proprio in quest’anima divisa in due del film che possiamo ravvisare il motivo di originalità di una pellicola altrimenti ferma ai blocchi di partenza di un racconto abbondantemente risaputo.
Ma procediamo con ordine: Sofie è una tredicenne come ce ne sono tante in giro per il mondo. Ha due amiche del cuore con le quali passa giornate felici tra scuola e giochi ancora non del tutto adulti. La prima, Amanda, è una ragazza piuttosto piacente, ma non proprio spigliata che vorrebbe integrarsi in qualche comitiva: persa tra la voglia di essere già adulta e i valori di un’educazione familiare un po’ repressiva. La seconda, Emma, sembra la classica sfigata un po’ grassottella, ma dal cuore d’oro: non ha sogni, non ha ambizioni, le piacerebbe solo essere accettata per quello che è.
Sofie mima le contraddizioni del mondo adulto senza essere ancora in grado di gestirne gli effetti: sfoglia romanzetti rosa ad alto contenuto erotico, ma delle scene hard che legge ad alta voce per il sollazzo delle amiche non capisce le dinamiche, né il significato; rincorre, con piglio da donna adulta, i compagni di corso più carini, ma non sa bene davvero dove potrà andare a parare autoinvitandosi alle loro feste; quando un fanciullo, un po’ sbronzo, ma già pronto ad innamorarsi le chiede ad una festa di farle un pompino risponde con un’alzata di spalle rassegnata che preferirebbe di no e alla richiesta di una “sega” deve farsi spiegare come si tira fuori il ketchup dalle confezioni formato famiglia (la scena, invero, è carina assai e con una dimensione di nuda evidenza che in genere non troviamo in prodotti in cui la goliardia è solo la maschera sconcia del perbenismo imperante).
Sofie, così, si imbuca in una festa dove sono andati strafighi da urlo. Un po’ ci sta e un po’ ci si annoia. Le coppiette pomicianti sembrano le uniche destinate a divertirsi. Così, più per la delusione e il senso di inadeguatezza di fronte ad una situazione che non riesce a gestire che per altro, comincia a bere. Birra, superalcolici, bicchierini non meglio identificati si susseguono ad un ritmo frenetico puntando all’ovvia conclusione della sbronza colossale con perdita di conoscenza. Ed è qui che i partecipanti alla festa mettono in moto i loro istinti peggiori: senza arrivare all’estremo dello stupro, i ragazzi giocano col corpo inerme della ragazza, le tolgono la biancheria intima e fanno foto sconce da scambiarsi quasi fossero le figurine dei calciatori (Internet non era ancora una moda all’uscita della pellicola di qualche anno fa).
La sbronza non produce come effetto solo il mal di testa del giorno dopo: a scuola Sofie viene ormai additata come la puttanella del gruppo e come tale ricacciata ai margini del consesso sociale. Emarginata per aver voluto essere come tutti gli altri, la ragazza perde dapprima le amiche che le voltano le spalle per non subire il suo stesso iniquo destino e poi l’appoggio del padre che insegna nella scuola che lei frequenta. Nel frattempo gli scherzi crudeli si susseguono in maniera incalzante fino a che la ragazza non tenta il suicidio proprio durante una festa tanto simile a quella con cui tutto era cominciato. Il lieto fine è dietro l’angolo, ma non lo sveliamo anche perché si costruisce poco alla volta in maniera non indegna.
Se, come dicevamo, la superficie è quella del già visto di stampo americano, non di meno il film ha qualcosa che lo eleva sopra la media dei racconti adolescenziali. Del resto la pellicola è di produzione svedese e la regista, che pure rincorre un modello spettacolare quasi universale, si vede bene che è stata nutrita sin da piccola a latte e Bergman. In questo modo le situazioni classiche del teen movie vengono trascese da uno sguardo ulteriore: i personaggi sono più complessi e sfaccettati di quanto non avvenga in analoghi prodotti americani, le situazioni sono colte con uno spirito più realistico che non si tira indietro neanche di fronte a potenziali scandali (la visione, invero appena accennata, del pene del ragazzo durante la scena della “sega”: un interdetto assoluto che non trovereste neanche nel più corrivo degli American pie) e, soprattutto, l’attenzione è volta alla definizione dell’implicita tragedia segreta che è alla base di ogni relazione interpersonale. La regista punta il suo sguardo kierkegaardiano sulle scuole superiori svedesi e le scopre colme di fragilità e dolori. L’omologazione imposta dal modello americano (tutte le scuole europee stano diventando delle High school dove fare musical piuttosto che studiare grammatica) impone un modello di vita che ancora non si è del tutto sovrapposto alla realtà culturale locale avverando delle fratture tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere che nessuno è ancora in grado di sciogliere.
A differenza dei classici teen movie americani, Effetti collaterali è un film che fa male, che indugia sui momenti dolorosi, che cerca le contraddizioni e che ci fa sentire colpevoli dello stato delle cose.
Non è un capolavoro, ma è sicuramente un film da non disprezzare a priori.

La qualità audio-video

La tavolozza cromatica del film appare, nella sua restituzione digitale su disco, un poco più fredda del dovuto. I colori brillanti emergono così, nel piano dell’inquadratura, con un’invadenza che appare troppo ingombrante con conseguente impoverimento delle mezze tinte e delle zone grigie. Forti in particolar modo i rosa (in special modo nella lunghissima introduzione al menù animato dell’intero DVD) e i gialli, mentre il resto dei colori appare legato ad un’azione più limitata. La scelta di campo del rosa è probabilmente voluta dalla stessa regista come controcanto infantile all’urgenza di crescita della protagonista. Nondimeno ci pare, però, che i risultati eccedano le intenzioni. Pulito generalmente il quadro con momenti di appiattimento prospettico solo nelle poche scene notturne.
L’audio (opzionabili sia l’originale svedese che il doppiato italiano) è discretamente nitido in tutte e due le tracce 2.0. Le voci della lingua originale ci paiono, però, più intriganti e realistiche del doppiaggio italiano che tratta un po’ troppo la pellicola come fosse un classico telefilm adolescenziale.
Nel complesso un lavoro più che discreto.

Extra

Imponente il numero di voci presentate nel menù degli extra, ma, come sovente accade nel mondo dei DVD non è tutto oro quello che luccica.
Giffoni experience e Trailer Giffoni sono, infatti, spot promozionali del Festival che ha ospitato la prima italiana del film: due contributi filmati il cui valore è appena documentario.
Le scene eliminate sono curiose e vale la pena vederle, ma si capiscono fin troppo bene i motivi della loro esclusione dal piano del film finito.
Il video musicale lascia il tempo che trova mentre è piuttosto carino e coraggioso lo spot del film.
Schede scritte con cast and credits e una traccia dvdrom (Percorsi) che contiene un documento word con la trama ed un tentativo di analisi del film (ma il tono è da pressbook) completano un pacchetto che ha il suo solo punto di forza nelle già menzionata scene tagliate.


(The Ketchup effect); Regia: Teresa Fabik; interpreti: Amanda Renberg, Ellen Fjæstad, Carla Abrahamsen, Marcus Hasselborg, Bjorn Kjellman, Linn Persson; distribuzione DVD: Medusa
formato video: 1.85:1; audio: Italiano e Svedese, Dolby Digital 2.0; sottotitoli: italiano per non udenti

Extra: 1) Trailer Giffoni 2) Percorsi didattici 3) Giffoni experience 4) Scene tagliate 5) Video musicale 6) Trailer originale 7) Spot originale 8) Cast artistico 9) Cast tecnico 10) Credits


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