DVD - Il vigile urbano

Figlio prediletto del sistema televisivo degli anni ’80, quando la RAI era ancora un sostanziale punto di riferimento per tutti gli italiani e quando Mediaset aveva appena cominciato la sua irresistibile ascesa tra le reti nazionali, Il vigile urbano torna oggi a nuova vita grazie a questo non certo indispensabile cofanetto curato dalla Cecchi Gori.
L’operina di Castellano e Pipolo (coppia storica delle derive più estreme ed agonizzanti della commedia italiana al cinema) è il perfetto prototipo di quello che doveva essere l’intrattenimento nel dorato decennio recentemente cantato da Brizzi nel suo primo e più riuscito Notte prima degli esami. Attraverso un datato mix di comicità da cabaret e ambizioni edificanti, Il Vigile urbano è oggi, suo malgrado, un piccolo affresco televisivo sul disimpegno di un intero periodo della nostra storia recente.
Non un solo ‘problema’ reale sembra sfiorare l’olimpica superficie di queste micronovelle da prima serata. Non un solo barlume di riflessione politica o sociale vuole intaccare la precisione di un meccanismo ludico che punta solo al divertimento spensierato e alla risata libera da ogni ulteriore complicazione.
Il fatto che le storie prendano corpo e consistenza nel tessuto urbano della capitale d’Italia non inficia mai le logiche di un divertissment che esiste solo entro i confini dello schermo televisivo e che non ha alcun rimando reale col mondo vero e concreto delle nostre esistenze quotidiane. La televisione, per questo, cessa la sua funzione di specchio e finestra aperta sul mondo (se mai l’ha avuta) e diventa luogo di un immaginario inerte, autoconcluso e totalmente autosufficiente.
Le contraddizioni del vivere sociale in una città che si avviava a divenire davvero multietnica e che dovrebbero essere il pane quotidiano di un personaggio come un vigile urbano (tale, per calembour, di nome e di fatto) si sciolgono sempre in un buonismo poco credibile, nel gioco dell’accento barese di Lino Banfi e in un consolatorio ‘Volemosi bene tutti!’ che lascia spesso più che perplessi.
Qui il disimpegno si fa mostruoso, fonte di incubi e produce quel terreno di simpatica canaglieria che farà da apristrada al fenomeno tutto culturale (giammai politico) di Berlusconi.
Roma (anche Milano, nell’episodio in cui compare già, a livello di corpotagonista Gerry Scotti) diviene lo sfondo inerte, spesso da cartolina, per una serie di quadrucci comici inerti e spesso privi di autentico mordente. La negazione esatta della pratica del neorealismo che ancora era, per Rossellini il mezzo televisivo: Roma città chiusa, insomma.
Basta la gracilità di uno dei primi episodi a renderci conto di quanto assurda potesse essere la logica di un prodotto del genere.
La puntata (Ivan il terribile) si apre con lo sconsolante spettacolo di un bambino rom che vende accendini sotto un semaforo. C’è appena il tempo per indignarsi al pensiero dello sfruttamento del lavoro minorile che subito si incontra la madre del piccolo (una cartomante) disperata all’idea che il figlio non vada a scuola a farsi un’istruzione. Non sono, insomma, i genitori a tenere il ragazzino lontano dalla classe, ma i suoi stessi compagni che lo considerano diverso e, quindi, lo emarginano. Dall’exploitation al razzismo il passo è tanto breve che quasi non ci si accorge di quanto sia assurda la soluzione escogitata dall’intera forza dei vigili urbani: una festa di compleanno per il piccolo rom cui invitare tutta la scolaresca. Allo scoccar dell’ora dello spegnimento delle candeline, però, nessun bambino è arrivato, nessuno sembra aver accolto l’invito del povero emarginato. Le lacrime del piccolo escluso non si sono ancora asciugate sul suo volto che subito i protagonisti, presa la macchina d’ordinanza, raggiungono il gruppo di invitati. I bambini si stavano recando alla festa, ma sono rimasti bloccati da un inconveniente: un gattino si è arrampicato su un ramo e non riesce più a scendere. Il gattino era naturalmente il regalo di compleanno.
Come si vede tutto, nella piccola serie televisiva, si risolve in un sorriso. Non c’è traccia di cattiveria, di abuso, di violenza. Le cose non appena le guardi, rivelano un loro lato vero e umano e quello che era sembrato a tutta prima brutto, era tale solo per un fraintendimento e un capriccio della visione.
Ora grazie alla prospettiva del tempo passato, ci si può accorgere di come questa televisione abbia davvero forgiato il nostro modo di vedere e di sentire. L’Italia di oggi è figlia anche di questo Vigile Urbano. Ed è solo con infinita nostalgia che ci si può accostare ad un prodotto come questo.
La qualità audio video
I master utilizzati per questa edizione in cinque dvd dovevano essere in condizioni a dir poco penose. I colori estremamente slavati, l’immagine priva di ogni tipo di profondità hanno reso vano qualsiasi tentativo di recupero del materiale. E, del resto, bisogna ammettere che un restauro sia pure solo digitale dei telefilm sarebbe stato eccessivo.
Anche la qualità del suono è piuttosto scarsa e rende poco giustizia al lavoro di Banfi sulla parlata barese del suo protagonista piccolo piccolo. Le sfasature tra voce e movimento delle labbra non sono, comunque, da imputarsi al lavoro di compressione, ma al doppiaggio spesso dilettantesco con cui sono stati confezionati i singoli episodi di questa serie non troppo fortunata.
Extra
I tredici episodi che compongono la serie sono stati spalmati sulla superficie di ben cinque dischi. Ci sarebbe stato tutto lo spazio, quindi, (se non altro sugli ultimi due dischi che contengono solo due episodi ciascuno) per inserire qualche intervista, qualche breve commento, qualche curiosità. Invece tutto lo sforzo di reperire contenuti speciali si è esaurito su qualche scheda scritta con biografie di regista e attori principali. A dir poco superfluo.
(Il vigile urbano); Regia: Castellano & Pipolo; interpreti: Lino Banfi, Rosanna Banfi, Riccardo Garrone, Pippo Santonastaso, Giusy Valeri, Riccardo Rossi; distribuzione DVD: Cecchi Gori
formato video: 1.33:1; audio: Italiano (2.0); sottotitoli: Italiano per non udenti.
Extra: 1) Schede su regista e attori principali
