DVD import - Death Note, Live Action 2: The Last Name
Capitolo secondo della vicenda umana – o meglio, “umanizzata” – di Light, dopo la delusione del precedente film dal vero, in cui fa la tanto sospirata (dai numerosi fans) apparizione la bellissima idol Misa. Viene qui immediatamente giocata la carta della scossa adrenalinica, attraverso una partenza al fulmicotone un po’ in stile Vertigo, cui seguono dei titoli di testa sincopati e alternati alle immagini più significative dell’episodio precedente.
Se il primo film si limitava, conscio dei propri limiti temporali, a porre le premesse dello straordinario nucleo narrativo, il secondo può finalmente farsi carico di ospitare gli eventi di gran lunga più interessanti.
Vista l’audience di riferimento, per la massima parte composta di maschi (siamo nel reame del più puro shonen), si è optato per qualche astuto colpo di mano, volto soprattutto alla declinazione al femminile dei molti comprimari previsti “sulla carta”. Stavolta si fa davvero il pieno di bellezze giapponesi! Oltre alla predetta Misa, il fedele otaku si becca pure il fascinoso duo di giornaliste televisive in lotta per l’ambito posto di anchorwoman. Uno snodo tematico, quest’ultimo, del tutto assente dal testo di partenza.
Il principale fattore di rammarico è nuovamente rappresentato dall’assenza di tutte quelle raffinate trame innescate per esplodere alla lunga distanza cui il geniale anime aveva abituato, sostituite qui, per forza di cose (leggi “tirannide del fattore tempo”), da ordigni dalla miccia più corta. E sì che il film si protrae per la bellezza di 2h e 14’! Certo, spesso l’azione pura latitava anche nello splendido anime, eppure una suspense genuina informava di sé le singole sequenze, scaturendo precisamente dai mefistofelici piani elaborati dai cervelli finissimi dei due principali contendenti. Qui, invece, la stasi finisce inevitabilmente per tradursi in noia. Inoltre, il film opta inesplicabilmente per la rappresentazione di un Light ormai francamente antipatico, mentre l’anime sapeva sfumare al meglio i contorni del personaggio, alternando sapientemente i suoi lati sgradevoli a quelli affascinanti in maniera sinistra. Ciò comporta un tifo smodato per la parte Ryuzaki, e un ulteriore calo di tensione dovuto precisamente a questo sbilanciamento unilaterale.
Ennesimo elemento di diversificazione tra versione animata e film dal vero riguarda l’esaltazione del discorso sociologico presente nel secondo: in effetti, un aspetto che rimaneva parzialmente sommerso nell’ingarbugliatissima trama della serie, atteneva l’analisi degli effetti del “fattore Kira” sulla psicologia della gente comune. Pareva che lì gli autori guardassero con disprezzo agli estimatori del fanatico assassino, tanto da non ritenere necessario dedicare molti sforzi alla resa dettagliata di quella moltitudine insensata. Il film sceglie tuttavia di appuntare la sua attenzione sul dato controverso per cui l’operato di Kira non può venire deprecato in maniera tanto ipocrita in un Paese in cui viene praticata la pena capitale.
Salta agli occhi, più di ogni altro aspetto, la differenza tra le due chiuse. Uno scarto rispetto al già visto che lascia sulle prime interdetti: pateticamente puerile, questa del film? Troppo in “stile Amleto”, con tutti i personaggi principali sul proscenio a dare l’addio al “dolce principe”? In parte: di fatto alcuni importanti tagli sono intervenuti a correggere il tiro su quelli che venivano indicati da più parti come i principali difetti dell’anime. Sparisce M., brutta copia di L., il quale rimane viceversa in scena fino all’ultimo (si fa a meno così, però, della splendida scena della dipartita di Ryuzaki) a gloriarsi, fin troppo, delle luci dei riflettori. Stralciata senza riguardi la parte più “debole” della lunga serie, quella con gli Yakuza.
Permane, però, un macro interrogativo, su questo finale alternativo: perché mai Misa, una volta appurato il nome reale di Ryuzaki e averlo trascritto prontamente sul Death Note, avrebbe dovuto concedergli tanti giorni di vita e non eliminarlo all’istante, come normalmente avviene? Solo per fargli fare bella figura? Sarà, ma il re che ha subito “scacco matto” non può più muoversi… quest’esplicita violazione delle regole del gioco non può fare a meno di procurare un’intima insoddisfazione allo spettatore "ortodosso".
Insomma, se guardare i live action in questione significa rivivere le emozioni della serie, rinnovando il piacere di incontrare personaggi tanto straordinari alla prese con situazioni mozzafiato, l’appuntamento dei due film ha ben poco da aggiungere agli estimatori di Death Note. Estimatori ai quali ci sentiamo di suggerire piuttosto l’ennesima immersione alla fonte originaria, piuttosto che nelle acque ristagnanti di queste sterili riproposizioni, solo in salsa diversa.
La qualità audio-video
Il riversamento ci pare abbastanza curato. L’immagine mantiene un’invidiabile senso di profondità malgrado l’intensivo uso di effetti digitali che caratterizza il progetto.
Buono anche il suono
Extra
E’ egione 3 il dvd cui stiamo facendo riferimento. Per acquistarlo bisogna andare su amazon.com o su altri siti di vendita internazionali. Ma ricordate che avete bisogno di un lettore dvd e di un televisore o un videoproiettore multistandard. Stante queste premsse quali contenuti speciali vi aspettavate?
(Desu nôto) Regia: Shusuke Kaneko; interpreti: Tatsuya Fujiwara, Takeshi Kaga, Shido Nakamura, Erika Toda, Ken’ichi Matsuyama; distribuzione DVD: Kam & Ronson Enterprise (HK);
formato video: 1.85:1 anamorfico; audio: Giapponese e Inglese Dolby digital 5.1; sottotitoli: Giapponese e Inglese
Extra: Assenti