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DVD import - Junebug

Pubblicato il 24 gennaio 2007 da Alessandro Izzi


DVD import - Junebug

Il cinema americano non è solo blockbusters ed effetti speciali. Proprio a due passi del cinema a grande budget tutto azione e colpi di scena, esistono film in cui nulla sembra succedere davvero e in cui l’esplorazione delle piccole cose e dei piccoli sentimenti assume di colpo un’importanza preponderante. Junebug di Phil Morrison, mai preso in considerazione dal mercato italiano, fa parte di questa seconda categoria.
L’esilità della sua traccia narrativa, in effetti, è tale da lasciare quasi stupefatti: Madeleine (sofisticata proprietaria di una galleria di Chicago) e George (uno strano ragazzo proveniente da un paesino del North Carolina) si incontrano, si amano e si sposano senza conoscere per davvero nulla l’uno dell’altra. Impegnati in un viaggio di lavoro per accaparrarsi l’esclusiva sui dipinti di un autore ancora sconosciuto che ha un punto di vista tutto suo sulla guerra di secessione, i due decidono di passare qualche giorno a casa dei genitori di George che Madeleine non ha ancora avuto modo di conoscere.
L’accoglienza della famiglia è strana e discorde. La madre (Peg), che accoglie il figlio a braccia aperte, rivela fin dall’inizio una certa ostilità nei confronti di una donna che sembra non avere nulla a che spartire con nessuno di loro. Il padre più aperto e al tempo stesso più cauto osserva a distanza, senza interferire più di tanto, almeno all’inizio, sulla strana situazione. Il fratello Johnny, impiegato in un supermercato, in ritardo con gli studi e sposato con una donna che non sembra più capace di amare, passa da momenti di calcolata indifferenza a dimostrazioni di marcata ostilità nei confronti dei due ospiti indesiderati. L’unica a mostrare immediato entusiasmo e incredibile disponibilità è solo Ashley, la cognata dei due novelli sposini: una vera e propria ventata di vitalità e gioia all’interno del chiuso di una situazione familiare più complessa e travagliata di quanto non paia a prima vista.
La macchina da presa del regista, nel pieno di questa "esplorazione di anime in un interno borghese", si limita per lo più a registrare gli eventi senza mai fornire alcuna spiegazione sulle motivazioni dell’agire o non agire dei propri umanissimi personaggi.
Le cose vengono semplicemente presentate per quello che sono con la grande umiltà di un artista la cui unica aspirazione è offrire un piccolo spaccato di esistenze.
Ne viene fuori una severa galleria di piccole solitudini, un gentile affresco sull’incomunicabilità dove ognuno dei personaggi è segretamente o palesemente insoddisfatto della propria condizione e, al tempo stesso incapace a trovare una strada reale e fattiva per cambiare la situazione.
Ire represse, conflitti irrisolti, parole non dette (o altre dette a sproposito) si affollano avvelenando segretamente ogni rapporto come fin troppo spesso avviene nella vita vera e anche l’intervento gioviale di Ashley sembra essere del tutto incapace a portare qualcosa di realmente propositivo all’interno di queste stanche esistenze governate dall’abitudine. Non è un caso che il bimbo che ella porta in grembo che è in certo qual modo figlio non del solo Johnny, ma di tutto il microcosmo familiare (e che dovrebbe chiamarsi, come da titolo, Junebug) è destinato a non nascere lasciando tutti ancor più persi in un vuoto difficile da colmare.
Sicché mentre Madeleine si accorge pian piano di quanto poco conosca in fondo il marito, lo spettatore comincia suo malgrado a riflettere su quanto strano sia l’amore e su come sia facile amare dei personaggi pur così mostruosi nella loro dolorosa solitudine.
Junebug è prima di tutto un film di atmosfere. Quando la macchina da presa non è intenta a cercare di cogliere ogni sfumatura emotiva dei propri personaggi, si abbandona in una spassionata osservazione dei luoghi, degli interni, ma anche degli esterni di un’America tanto grande eppure tanto piccola. Col, suo occhio immedesimato nella piccola borghesia di provincia il regista guarda e sente il mondo come i suoi piccoli personaggi cercando complicità in musiche (molto Vivaldi e molto Mozart) riascoltate con orecchio molto americano.
Ma poi Junebug è un film di attori. Un coro di intepretazioni sopraffine in cui stona solo il più monocorde e incomprensibile Alessandro Nivola (l’attore dietro George), mentre svettano, una spanna sopra gli altri il contratto Johnny di McKenzie (reduce da The O.C.) e la splendida Ashley di Amy Adams vincitrice del premio del pubblico al Sundance e candidata all’Oscar: Ma anche un cenno alla Peg di Celia Weston ci pare doveroso.
Un film che merita senz’altro la visione.

La qualità audio-video

Anche se qualche riserva va mossa sul mascherino impiegato (1.78:1 anamorfico) che lascia fuori dalla proiezione una piccola parte del fotogramma è da dire che il lavoro di riversamento appare, comunque, piuttosto curato. Il film del resto presentava alcune difficoltà non indifferente trattandosi di un’opera girata in 16mm che bisognava gonfiare in HD. I colori restano nitidi e splendenti e il rapporto tra figure e sfondo sembra essere sempre piuttosto ben bilanciato.
Per quel che attiene l’audio è da dire che è presente una sola traccia inglese con codifica 5.0 sempre piuttosto pulita e nitida. Considerando il fatto che i soli sottotitoli sono in francese consigliamo, quindi, l’acquisto solo a chi ha una certa padroanza della lingua.

Extra

Tralasciando il breve ed interessante Behind the scenes e sorvolando il pur godibile Cast ciommentary, è da dire che le cose che davvero ci aiutano a meglio comprendere l’idea che sembra aver guidato il regista nel comporre questo intrigante film di appena 105’ sono le scene tagliate.
Guardarle subito dopo la visione del film è illuminante. Sul tavolo di montaggio sono rimaste, infatti, tutte quelle scene che avrebbero potuto fornire una qualche spiegazione ulteriore sull’agire dei vari personaggi. Anche per il finale finiscono per restare fuori alcune scene (quelle di Johnny) che avrebbero rischiato di dare un senso più conchiuso all’intera pellicola che si apre, invece, alla speranza ambigua di una prossima futura e più fortunata gravidanza.


(Junebug); Regia: Phil Morrison; interpreti: Amy Adams, Embeth Davidtz, Ben McKenzie, Alessandro Nivola, Celia Weston, Scott Wilson; distribuzione dvd: Sony pictures
formato video: 1.78:1 (anamorfico); audio: Inglese (Dolby sorround 5.0); sottotitoli: Francese

Extra: 1) Commento audio 2) Deleted scenes 3) Behind the scenes - Featurettes 4) Casting sessions


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