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DVD - ISHIRO HONDA: MONSTERS COLLECTION

Pubblicato il 12 ottobre 2006 da Alessandro Izzi


DVD - ISHIRO HONDA: MONSTERS COLLECTION

Monsters collection, oltre ad essere una delle operazioni di mercato più curiose ed economiche proposte dalla Eagle, è, soprattutto, un omaggio al notevole artigianato di un autore abbastanza misconosciuto, soprattutto qui in Italia, quale è stato Ishiro Honda.
Il padre di Godzilla, in effetti, non ha mai goduto, qui da noi, di quella considerazione critica che certo avrebbe meritato e il suo nome è più legato all’esaltazione di un’orda di fans agguerriti e di nostalgici dei film di mostri animati a passo uno che non all’attenzione elitaria dei cinefili tout court.
Eppure, quando ancora era difficile per il Giappone fare i conti con i danni delle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki e della scia di traumatiche conseguenze che esse avevano portato, Ishiro Honda è riuscito ad essere un cantore, spesso originale, della precarietà della ricostruzione e della rinascita tecnologica dell’isola.
Nelle sue immagini da baraccone delle fiere, con i mostri spaziali che si avventano sulle metropoli del mondo col vindice cipiglio di una Natura sempre violentata dall’Uomo (spesso la causa delle mutazioni terribili è proprio la radioattività), si nasconde sempre, in filigrana, una preoccupazione ecologica non deteriore. E gli stessi mostri (granchi giganti o lucertoloni preistorici) sembrano sempre essere una trasfigurazione fantastica delle orribili mutazioni genetiche riscontrate nei nascituri colpiti dalle radiazioni a seguito dell’esplosione delle bombe atomiche.
Ishiro Honda non è certo stato il solo a farsi portavoce delle ansie e delle paure del Giappone nella sua corsa verso le nuove tecnologie, ma è stato certamente colui che meglio di tutti ha cercato la catarsi delle paure comuni del giapponese medio attraverso l’esplorazione tenace delle possibilità offertegli dal cinema fantastico.
I suoi mostri (che spesso, come Godzilla, vengono dal mare) sono simbolo di un rimosso comune per un’isola per cui l’oceano è fonte di vita e di lavoro, ma può allo stesso modo essere fonte di distruzione e di catastrofi. E questa dimensione bifronte di una cultura che non sa bene come considerare una tecnologia che teme, ma di cui pure ha bisogno, si appropria anche e soprattutto della sua creatura più nota che si presenta al pubblico come mostro terribile e malefico (giustamente celebri ed ultracitate le scene in cui distrugge le metropoli del Giappone) per poi trasformarsi, nei film che successivamente lo vedono protagonista, in creatura quasi benevola, amata dai bambini e pronta ad immolarsi per il bene dell’Uomo.
Eppure al di là di uno schema narrativo che si presenta sempre uguale, di film in film, basta poco a rendersi conto di come Ishiro Honda sia stato anche un discreto sperimentatore non solo delle possibilità spettacolari dell’animazione a passo uno (ma spesso i suoi mostri erano attori in tute di lattice che si aggiravano in città modellino), ma anche un ricercatore infaticabile di nuove ibridazioni di generi. In Atom il mostro della Galassia, ad esempio, il mostro è una creatura proveniente dai confini più esterni del nostro sistema solare animato dalla sola volontà di conquistare la Terra. Al di là delle molte ingenuità narrative (il fotografo protagonista della pellicola assiste allo sbarco degli alieni da un aereo in volo sull’oceano e poi si imbarca incredibilmente alla volta di un’isola che già da sola ha la nomea di essere popolata da mostri giganti), il film si muove tutto sul tentativo di rendere palese la minaccia di un nemico informe e sfuggente in grado in impossessarsi dei corpi di animali e persone piegandoli alla propria volontà e causando in essi mutazioni abnormi.
La moltiplicazione delle creature (una piovra gigante e poi un granchio mostruoso) cerca di soppiantare il deficit dell’ambientazione (un’isola del Pacifico abitata da pochi indigeni in qualche casupola), ma dona alla narrazione un che di meccanico che alla lunga stanca. Quando arriva poi il momento topico della distruzione del villaggio il tutto si sgretola tra le mani del regista anche perché un gruppo di costruzioni con tetti di paglia non riescono a competere con la torre di Tokio con conseguente abbassamento della carica catartica del gesto cinematografico. Eppure non c’è forse film, nella filmografia di Ishiro Honda che meglio sia riuscito a palesare a livello narrativo, le sue preoccupazioni ecologiche e i rimossi dolorosi della seconda guerra mondiale. _ L’isola è, infatti, popolata da poche decine di persone che parlano giapponese a seguito dell’occupazione nipponica del luogo durante la guerra.
La figura più sgradevole della pellicola, poi, è un rampante costruttore che vorrebbe riempire il luogo di alberghi nuovissimi (e qui c’è il motivo dello scontro tra modernità e l’arcaica realtà degli autoctoni) e che viene presto posseduto dal mostro galattico (evidente l’assimilazione delle comuni mire espansionistiche).
A sconfiggere i mostri, infine, non è il solo spirito di iniziativa dell’Uomo, ma la Natura stessa attraverso le sue creature più pure: gli uccelli.
Sperimentazione ancora più ardita la ritroviamo in Dogora dove il mostro è un organismo unicellulare colpito da radiazioni. In questo caso il mostro non ha alcuna volontà propria e si limita ad impossessarsi, nei modi più improbabili, del carbone e dei diamanti necessari al suo sostentamento. Di fronte all’impossibilità di giostrare un mostro così poco temibile (a conti fatti una medusa gigante che volteggia nel cielo del tutto disinteressata all’Uomo) il regista gioca di ibridazione introducendo nel corpo del racconto un gangster movie con tanto di rapine e resa dei conti finale. Il gioco d’incastri tra queste due anime del racconto non sempre e riuscito e spesso i segmenti narrativi sembrano procedere autonomamente (il confronto della polizia mentre cascano del cielo frammenti del medusone gigante sconfitto sono da puro scult), ma la poetica di Ishiro Honda sembra magnificata dalla trovata più impressionante: il mostro può essere sconfitto solo col veleno delle operose api. Non solo per appassionati.

La qualità audio- video
Chiaramente ogni titolo della collana meriterebbe un discorso tutto suo. Mancandoci qui lo spazio possiamo, comunque, affermare, che da titoli così datati era difficile sperare in riversamenti di altissimo livello. In linea di principio l’orientamento è stato quello di rispettare il più possibile il formato originale delle pellicole lavorando su master giapponesi in buone condizioni. La qual cosa ha creato difficoltà per quelle pellicole che erano state tagliate dalla distribuzione italiana e che, quindi, contenevano delle parti non doppiate (è il caso di Dogora, per esempio). L’immagine è quasi sempre pulita e certi problemi in scene più buie sono probabilmente da imputarsi alla fotografia originale che non al riversamento. Data la relativa povertà della sezione degli extra e la lunghezza spesso irrisoria dei film, sarebbe stato, comunque, lecito aspettarsi qualcosa di più.
Per quel che riguarda il suono abbiamo quelle che abbiamo di fronte sono delle saporite rimasterizzazioni in dolby digital solo per quel che riguarda le tracce italiane (ma è presente anche un filogico mono per gli appassionati), mentre l’audio originale si appoggia su un mono sicuramente più pulito, ma anche meno coinvolgente.

Extra
Pochi in verità e offerti secondo un pacchetto standard identico per tutti i titoli della serie. Per le nostre edizioni la Eagle ha pensato bene di rispolverare i titoli di testa dell’edizione italiana delle pellicole che sono quasi tutti in pessime condizioni (e sono spesso bruttissimi e del tutto superflui).
La galleria fotografica è una mera curiosità messa lì per dovere contrattuale, mentre il piegatino interno (che contiene la locandina del film) sembra essere quasi solo uno spreco di carta.
Resta a consolarci il solo trailer originale giapponese. Il che è tutto dire.

[Ottobre 2006]

Serie: Monsters collection
Distributore italiano: Eagle.
Titoli vari.
Regia: Ishiro Honda.

formato video: 2.35:1, video 16/9; audio: Dolby digital 5.1 (Italiano), Mono (Italiano e Giapponese); sottotitoli: Italiano

Extra: 1) Trailer originale giapponese 2) Galleria fotografica del film 3) Manifesto cinematografico del film 4) Titoli di testa in italiano


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