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DVD - L’allenatore nel pallone

Pubblicato il 11 gennaio 2008 da Alessandro Izzi


DVD - L'allenatore nel pallone

L’allenatore nel pallone si erge, a modo suo, sul finire di due epoche diverse.
La prima è quella del cinema di genere di cui, anzi, il film rappresenta uno degli ultimi campioni, il momento estremo di una congiuntura tra opera e gusto del pubblico che, di lì a pochi anni, sarebbe diventato tristemente irripetibile. Un cinema, quello di cui stiamo parlando, ancora capace di un dialogo aperto e franco con le platee, ancora capace di sintonizzarsi sui gusti e sulle mode che gli si creavano intorno e che, in qualche misura, riusciva ancora ad influenzare se non, addirittura, ad orientare. Un modello di racconto sgangherato ed improbabile, costruito sull’accozzaglia indifferenziata di elementi che si incontravano e si scontravano in vista di un unico obiettivo: impattare sul proprio pubblico, produrre in esso una reazione di qualche tipo. Ed è questo un discorso che vale tanto per le commedie all’italiana (di cui L’allenatore nel pallone, in fondo, è un esito estremo) quanto per l’horror alla Dario Argento (che, a ben guardarlo, è fondato su uno stesso meccanismo di accumulo ed è altrettanto “mal” scritto).
L’allenatore nel pallone funziona, da questo punto di vista, come una splendida infilzata di barzellette raccontate quasi sempre con un certo gusto popolano e una vividezza di dettaglio. È un gioco divertito, allegro e spesso forsennato che non cerca (come farà vent’anni più tardi il più fiacco sequel) la strada di una narrazione coerente ancorché esile, ma che punta tutto nella direzione del gioco assurdo, del conglomerato di piccoli siparietti tra loro quasi autonomi. Lo si rivede con piacere (per questo la TV prima e il DVD poi, sono veicoli più efficaci dello stesso cinema per cui la pellicola, in fondo, è nata) come, del resto, si riascolta con piacere una barzelletta efficace anche se il suo esito è noto. E ad un certo punto diventa parte di noi, del nostro DNA, al punto che ne ripetiamo le battute, ne ricordiamo i momenti salienti anche quando meno ce lo aspettiamo. E per gli italiani, che sono, in fondo, un popolo che ama le barzellette ben raccontate, il film è diventato una bandiera, un oggetto di culto. All’effetto (comico ed irriverente) si è sostituito l’affetto (intriso di nostalgia).
Gli ingredienti di questo genere di cinema sono, in fondo, gli stessi delle barzellette: non proprio sottili allusioni sessuali (spesso sin troppo insistite), gap linguistiche fondate sul gioco di parole, riferimenti costanti ad una precisa realtà comunitaria di cui ridere (in questo caso quella del mondo del calcio). Gli stessi ingredienti che ritroviamo, in fondo, in altre pellicole del genere dedicate alla realtà dello sport più amato in Italia (si pensi a Paulo Roberto Cotechiño - Centravanti di sfondamento e all’episodio L’arbitro e il calciatore del doppio film Il tifoso, l’arbitro e il calciatore entrambi con la coppia Alvaro Vitali e Carmen Russo, ma anche a Mezzo destro e mezzo sinistro due calciatori senza pallone che di L’allenatore nel pallone è una sorta di seguito inconfessato). La differenza è che mentre in questi film testè citati l’incontro tra calcio e comicità resta spesso accessorio, nel film di Sergio Martino esso è, invece, parte costitutiva del discorso. L’allenatore nel pallone è un film ancora oggi divertente (anche se innegabilmente esile) per la semplice ragione che tutti i suoi ingredienti (la componente erotica, il comico puro, gli sprazzi sportivi e anche le situazioni più marcatamente “drammatiche”) sono miscelati con una certa armonia.
La seconda epoca che il film “vede” declinare è quella del calcio come sport.
L’allenatore nel pallone, nel suo raccontare con ironia le scene del calcio mercato, nel suo celebrare la fascinazione per un gioco alla brasiliana, che è utilitario perché cerca il goal, ma resta prima di tutto elegante esibizione di virtuosismo, è al di qua di quel guado epocale che, partito con lo scandalo delle calcio scommesse (da cui la stessa pellicola trae ispirazione), segna l’affermarsi di un calcio commerciale, frutto dell’intrigo della grandi società.
Non più, insomma, il gioco dei grandi solisti (come lo stesso Aristoteles capace di vincere una partita solo contro tutti, compagni di squadra compresi), ma il lavorio dei soldi, degli interessi economici, di un ritorno, per i potenti di torno al vecchio motto panem et circensem. Dal calcio dei calciatori al calcio spettacolo, insomma. Da un periodo in cui si amava vedere i campioni all’attacco perché ci si poteva ancora immedesimare in essi (in fondo erano usciti dagli stessi campetti in cui ognuno andava a giocare la domenica), ad un periodo in cui il calciatore si ricorda, più che per il suo gioco, per gli scandali segnalati sulle riviste o per le fidanzate veline.
Artefice occulta della fine di tutti e due questi periodi è, manco a dirlo, la televisione. È lei ad appropriarsi delle dinamiche dei film di genere per farne intrattenimento da prima serata e a costo zero per il pubblico. Ed è sempre lei a vampirizzare il calcio facendone ricettacolo di ascolti al punto da influenzarne le sorti (il colmo dei paradossi: non si può giocare una partita se le telecamere non funzionano).
Di tutto questo passaggio epocale il film è ricettore consapevole ed accorato. Come, del resto, L’allenatore nel pallone 2 farà con la crisi del sistema sull’onda degli scandali di Calciopoli.
Ma la differenza tra i due film è, in fondo, la stessa che c’è tra il giocare una partita in un campo di terra battuta o su manto erboso.

La qualità audio-video

Ammettiamo da subito che le aspettative per il DVD erano piuttosto basse. La pellicola era, infatti, abbastanza datata (il film è del 1984) e trovare una copia in buone condizioni non deve essere stata cosa facile. In generale possiamo dire, comunque, che il risultato finale è abbastanza convincente anche se il quadro non sempre è assolutamente nitido e, in alcuni momenti, è appesantito da una patina quasi televisiva.
Dal canto suo l’audio è restituito con una certa pulizia. Certi momenti distorti e poco chiari sono, da questo punto di vista, da imputare più al doppiaggio originale che non al lavoro di compressione.

Extra

Ci si aspettava che la parte del leone tra i contenuti extra di L’allenatore nel pallone dovesse svolgerla il commento audio del regista e dello sceneggiatore e invece…
Non che gli interventi di Sergio Martino siano poco interessanti, ma alla lunga il commento audio ingenera, nello spettatore, un senso di ripetitività un po’ sgradevole.
Più corposi, nel raccontare la passione per il calcio sono, invece, i due brevi documentari: Una panchina mundial e L’altra metà del pallone che danno un’immagine più inedita e graffiante dello sport più amato d’Italia.
Le schede scritte sue regista ed attori sono messi lì per puro dovere contrattuale.


(L’allenatore nel pallone); Regia: Sergio Martino; interpreti: Lino Banfi, Giuliana Calandra, Gigi Sammarchi,Andrea Rocanto; distribuzione dvd: Medusa - Coralli collection;
formato video: 1.85:1; audio: italiano dolby digital 5.1 e 2.0; sottotitoli: Italiano per non udenti;

Extra: 1) Commento audio di Sergio Martino ed Alex Ponti 2) Schede bio filmografiche 3) Documentario: Una panchina mundial 4) Documentario: L’altra metà del pallone


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