DVD - L’allenatore nel pallone 2

Quanto è cambiato il calcio! Negli ultimi venti anni si è venuta a formare una frattura insanabile, irreversibile e profondissima tra le partite di pallone giocate dai bambini di quartiere e quelle professionali, di Serie A.
La differenza la fa tutta il numero di telecamere puntate sull’evento. Le piccole handycam dei papà, che registrano una giornata di svago domenicale per farsi sin da subito ricordo da consultare, non riescono a competere con l’imponente apparato da guerra sfoderato dalle reti televisive che cercano, da parte loro, solo spettacolo e sponsor. Se fino a non molto tempo fa le grandi partite di campionato erano per lo più appannaggio dell’immaginazione del tifoso che poteva solo ascoltare la radiocronaca dell’incontro colorando le azioni coi toni del sogno e della suggestione, oggi ogni azione, ogni colpo di tacco, ogni parata sono vivisezionati dall’occhio impietoso dei media e vampirizzati dai commentatori che blaterano opinioni dagli spalti dei vari processi.
La televisione è entrata nel calcio professionale e lo ha fatto privilegiato strumento di incasso, lo ha privato della sua ragion d’essere. Si può annullare una partita se, per caso, le telecamere che dovevano riprenderla non funzionano, ma non si può cancellare lo spettacolo mediatico se la partita è bloccata perché un tifoso è morto durante un tafferuglio. Anzi di fronte all’incontro non giocato si scatena subito la ridda sabbatica dei commenti, delle riflessioni, dei peana per un tifo che non esiste più (quasi esistesse ancora quel calcio per cui si tifava sino a venti anni fa) e di quanto sia importante il rispetto dello sport. Show must go on!
Sono cambiati anche i calciatori che, ormai, non entrano in campo ad allenarsi se non sono accompagnati dalle veline con cui sono fidanzati. E in ogni squadra non mancano gli stranieri che si portano dietro anche i rispettivi interpreti. Le sessioni di allenamento sono spesso interrotte dall’arrivo dei paparazzi che rubano uno scatto, catturano un evento che è già notizia.
Che ci fa in questo mondo pazzo, in una realtà in cui il pallone ha perso ogni valore ed a contare è solo il giro dei soldi, Nonno Libero (Oronzo Canà è solo uno dei suoi tanti nomi)?
Ce lo chiediamo sempre quando ci riguardiamo, più per dovere che per piacere, un film come L’allenatore nel pallone 2. E la risposta si riempie di malinconia, si fa dolente e triste, come il coro funebre di tuoni che accompagna le esequie di Crisantemi che vorrebbe far ridere e invece…
La realtà è che Nonno Libero sta in questo mondo e in questo film per marcare una distanza, per darci conto, con tanto di misure, di questo cambiamento che è talmente sotto gli occhi di tutti che quasi più nessuno se ne accorge ormai.
Poco importa, in fondo, che L’allenatore nel pallone 2 sia un film tremendamente brutto, poco conta il confronto inevitabile col primo episodio, brutto anche quello, ma più sincero, più sentito, quello che colpisce nel vedere Nonno Libero (frutto stanco ci un immaginario televisivo anestetizzato sulla scala dei buoni sentimenti) allenare una squadra di calcio sta nello scontro che si viene a consumare tra la memoria dei padri e la società troppo degenere dei figli. Nonno Libero questo calcio proprio non lo capisce, non è più suo. Non si ritrova in un mondo in cui le azioni debbono mettersi in posa per essere riprese, né accetta questi giocatori che son tanto buoni e simpatici, ma fanno più spot pubblicitari che ritiri.
I calciatori, quelli veri, il film te li mette nelle sequenze dei sogni, nella parte onirica, oltre il vero. E loro che ti fanno? Indicono un processo alle intenzioni, accusano il personaggio di essere troppo fuori e lo condannano, lo escludono dal campo, lo ricacciano in quella campagna da cui era venuto.
E se Nonno Libero alla fine non se ne va, lo fa perché vuol vincere per conquistare il sorriso di un bambino. Porta alto il vessillo dell’innocenza in un mondo che innocente non lo è più da tempo.
Vince, Nonno Libero, una battaglia all’interno di una Guerra già persa prima ancora di cominciare. E la sua vittoria si fa amara mentre ci ritorna in mente Pasolini e La sequenza del fiore di carta con Ninetto fulminato dalle mille voci di Dio. Anche Nonno Libero muore, nel tripudio della festa. Anche lui innocente in un mondo che ha fatto dell’innocenza e dell’inconsapevolezza un peccato mortale.
La qualità audio-video
Il master di partenza, molto giovane ed estremamente luminoso, ha certamente agevolato le operazioni di compressione del film. Coi suoi colori estremamente brillanti, con le sue luci sempre estremamente piane e potenti, il film si prestava del resto, e sin dall’inizio, ad un riversamento su disco privo di problemi particolari. Si ha, anzi, quasi l’impressione, che la pellicola sia stata pensata più per un suo sfruttamento del mercato dell’home video che non per un pur sempre necessario passaggio su grande schermo. La visione si rivela, comunque, sempre estremamente piacevole.
Buona anche la resa dell’audio.
Extra
Una serie di interviste apre a suon di trombe la sezione degli extra. Curiose, ma mai particolarmente interessanti, le dichiarazioni del regista e degli attori nascono sull’onda della nostalgia e si cristallizzano sulla descrizione dell’energia e della positività che regnavano sul set. Poco meno dell’autocelbrazione che si aspettavamo selezionando questa voce dal menù. Curioso, ma non esaustivo il breve backstage che merita senz’altro la visione. Meno pregnanti le scene tagliate che contengono, però, piccoli frammenti delle scene di sogno con Totti e Alessandro Del Piero poi espunti dal montaggio definitivo. Gli appassionati gradiranno. Superfluo, infine, il trailer originale.
(L’allenatore nel pallone 2); Regia: Sergio Martino; interpreti: Lino Banfi, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Anna Falchi, Urs Althaus, Giuliana Calandra, Andrea Roncato, Gianluigi Buffon; distribuzione DVD: Medusa Home Enterteinment
formato video: 1.85:1; audio: Italiano Dolby Digital 2.0; sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra: 1) Interviste a Lino Banfi, Sergio Martino, Anna Falchi 2) Backstage 3) Scene tagliate 4) Trailer
