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DVD - L’avventuriera del piano di sopra

Pubblicato il 6 febbraio 2011 da Alessandro Izzi


DVD - L'avventuriera del piano di sopra

La quadratura dei cerchi è sempre operazione inane. Di quelle che neanche gli alchimisti di un tempo riuscivano a portare a compimento nel corso delle loro troppo brevi vite
Come far coincidere gli opposti? Come far coesistere acqua e fuoco? Diavolo e acqua santa?
Nel 1941, In Italia, quando la Seconda Guerra Mondiale era appena cominciata e il fascismo sembrava essere giunto al suo apogeo, il dilemma muoveva non poche persone operanti nel nostro cinema. Ma non le affannava sui massimi sistemi. Semmai si accontentava di piccoli problemi di ordinaria amministrazione.
Ossessione non era ancora alle porte. Il Gruppo Cinema di Alicata, De Santis, Visconti era ridotto al silenzio sparuto di chi può solo scrivere sulle riviste di cinema che leggono in pochi. Figurarsi fare un film, con tanto di Mussolini alle porte del visto censura. Lo stesso Rossellini stava appena cominciando a girare Un Pilota ritorna che avrebbe visto la luce di un proiettore almeno un anno dopo, in un clima di mera propaganda seppur affamata di Reale.
In questi anni la quadratura del cerchio si accontentava di giochini astratti. E la coesistenza degli opposti cercava la strada delle simpatiche canaglierie che non volevano far male a nessuno.
In L’avventuriera del piano di sopra (strana commedia per un regista, come Matarazzo ben più avulso al melodramma di forti tinte), l’operazione avanza sul piano di personaggi e situazioni in maniera spesso imprevedibile.
In questo film il cerchio è la gigioneria del maschio italico che deve far valere la sua aria seduttiva, la sua forza macha, ma simpatica, la sua dimensione di libertino che se solo gli capitasse l’occasione ne farebbe di cotte e di crude.
Il quadrato, invece, è il valore sano della famiglia italiana. Quella che ama il duce. Quella che ci portiamo dietro ancora oggi che pure tanto tempo è passato, ma non abbastanza acqua sotto ai ponti.
Il film mette in scena la storia buffa di un avvocato, Fabrizio Marchini (un Vittorio De Sica al massimo della sua forma) che è marito perfetto anche se un po’ stanco di una moglie troppo gelosa. Quando questa parte per andare a trovare parenti lontani, il massimo della trasgressione che l’uomo sogna è pranzar solo, in piana allegria, padrone finalmente del suo tempo. E si ridurrebbe a questo la sua vacanza se non gli entrasse in casa, uccellino spaurito, Biancamaria (ottima Clara Calamai), inquilina del piano di sopra che fugge dal marito stanca del suo caratteraccio.
Cosa deve fare il maschio italico in siffatte situazioni? Come comportarsi se una donzella in pericolo ti entra in casa, in cerca di rifugio e tu le offri il tuo letto per la notte? Le corna alla moglie non andrebbero messe se non altro per rispetto alle norme civili e religiose, ma il maschio è maschio e che ci può fare se una donna arriva proprio quando lui è solo?
La tentazione dura lo spazio di brevi inquadrature tra un lato e l’altro della porta. L’uomo dimostra la sua mascolinità desiderando, ma anche la sua cavalleria aspettando che sia lei a fare la prima mossa. La donna da parte sua, che ben ne gioverebbe a lasciare un marito tanto possessivo, in realtà è fedele ai comandamenti del matrimonio. Superba icona fascista (ma inconsapevole, senza proclama alcuno) che Visconti avrebbe ribaltato come un calzino di lì a due anni.
Su questa esile traccia, sceneggiatori e regista intessono una sgangherata macchina di equivoci che ben si adatta all’olimpica durata di ottanta minuti. In questo lasso di tempo l’istituzione familiare viene messa in crisi in tutti i modi possibili e anche se il finale è all’insegna della ricomposizione e del trionfo dello status quo, non di meno si ha l’impressione che non proprio tutte le tessere del mosaico ritornino per davvero al loro posto.
Vicino al cinema dei telefoni bianchi, L’avventuriera del piano di sopra trova i suoi meriti maggiori nella confezione. Il ritmo è rapido e la scrittura, di per sé già felice, trova uno stato di grazia negli attori che la porgono con consumato mestiere. Del resto la sceneggiatura, ad opera dello stesso Matarazzo di Edoardo Anton e di Riccardo Freda è davvero una miniera di situazioni ilari e personaggi perfettamente funzionali, nella loro piacevole astrazione, a che interpreti consumati li calzino come guanti. Fuori di qui, a molti chilometri di distanza Auschwitz apriva le sue porte.

La qualità audio-video

Impressionante la pulizia del quadro. Incredibile che una pellicola così vecchia sia riuscita a mantenere un tale splendore ed una tale ricchezza di dettaglio. Il bianco e nero, piacevolmente contrastato, è restituito con grande potenza in questo DVD funestato solo da qualche sporadico graffio.
Ottimo l’audio mono che si rivela sempre nitido e piacevole.

Extra

Il booklet, piacevole nella raccolta di pareri critici ci è sembrato leggermente al di sotto dello standard eccellente cui la Ripley ci ha abituati.
Niente, invece, su disco. Peccato!


(L’avventuriera del piano di sopra); Regia: Raffaello Matarazzo; interpreti: Vittorio De Sica, Clara Calamai, Giuditta Rissone, Carlo Campanini; distribuzione dvd: RHV.
formato video: 4:3 - 1.37:1; audio: Italiano mono; sottotitoli: assenti

Extra: 1) Booklet


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