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DVD - La banda del porno (Dilettanti allo sbaraglio)

Pubblicato il 29 gennaio 2011 da Alessandro Izzi


DVD - La banda del porno (Dilettanti allo sbaraglio)

Cosa succede quando gli abitanti di una cittadina decidono di girare un film a luci rosse?
Succede che c’è materia per una commedia simpaticamente strampalata. Che c’è il giusto mix tra ironia, goliardia e quel pizzico di inaspettata dolcezza che fa sentire appagate le platee. Che c’è spazio per un cast di rilievo, con nomi grossi che si prendono, però, personaggi inusuali, inaspettati, di quelli che non sei abituato ad associare a quel nome. E, infine, che ci sono i tempi per una sceneggiatura calibrata su personaggi e situazioni, col corretto fuoco di fila di battute, ma anche con le pause giuste per rivelare i lati umani e le debolezze personali di ognuno.
Lo si prenderebbe per un film inglese, alla Full Monty e, invece, La banda del porno è americano, di quelli che da un po’ di tempo a questa parte sembrano nascere già pensando al Sundance.
Film di tutto rispetto, intendiamoci, di quelli che son anche belli a vedersi, ma che, in fin dei conti, cominciano a sembrar fatti col proverbiale stampino.
Tutti uguali a tutti anche se le storie sono in fondo anche assai diverse.
Film contenitori, come piccoli barattoli di vetro grezzo e pulito che non cambiano né forma, né colore, ma che li distingui tra loro perché in uno c’è il caffè e nell’altro lo zucchero.
La banda del porno, in fondo, nasce così, su piccole cose di ordinario valore.
Si prende sulle spalle il solito tema della difficoltà a definire il proprio essere padre (perenne ossessione di una società, come quella americana, che fatica a coniugare capitalismo e famiglia) e lo avvia sulla strada della commedia. Tutto ha inizio perché un papà non riesce a comprare il regalo di compleanno al proprio figlio adolescente. Vorrebbe, costui, donargli un pallone di quelli professionali che usano i giocatori per il basket, ma costa troppo e deve deviare su una palla più sciocchina, di quelle delle offerte speciali. L’orgoglio maschile che non regge a tanta onta (anche in virtù del fatto che il nuovo compagno della madre alloggia il pargolo in una stanza con annesso campo da gioco) cerca una exit strategy ed ecco che arriva la trovata del porno domestico per risollevare le sorti della cassa familiare.
Il buonismo della trovata sta tutta nella sua motivazione. Un’intera città (in realtà pochi amici da Bar) si mette in moto per permettere ad un papà di far bella figura col figlioletto. E la bella figura passa per l’affermazione economica. Il conto in banca misura l’affermazione dell’individuo anche se il ragazzo starebbe tanto bene col padre se questi non si vergognasse del suo portafogli con tanto di ragnatela acclusa.
Il cinema americano non s’è smosso d’un passo dalla sua solita ossessione. Solo la coniuga al verbo del porno. Ecco allora che sorgono dapprima problemi sulla scena lesbo, must di ogni porno che si rispetti, e poi sull’ammucchiata generale perché i tre ragazzi di colore assoldati per la bisogna non hanno le giuste dimensioni dove serve. E via di questo passo in un mare di trovate alcune davvero esilaranti, altre più scontate.
Il tutto in una chiave metareferenziale che fa un po’ acqua. Sulla scena si trovano, infatti, due macchine da presa. La prima, in sedici millimetri, è quella usata per girare le scene di sesso, con la troupe che, per discrezione guarda altrove. La seconda è quella del commesso di videoteca (nerd come da copione) che riprende tutto, ma proprio tutto, come materiale da backstage su mindiDV da cinquanta centesimi. Ed è proprio questo materiale, ci si dice, a comporre il film che stiamo vedendo, mentre il porno vero finisce bruciato in un accidente comico.
In questo modo si riesce a tenere il sesso fuori scena e i contratti dei divi hollywoodiani che contengono infinite postille anche solo sull’esibizione dei glutei sono salvi. E chi cercava il porno se ne faccia una ragione: il film è solo un’intenzione.

La qualità audio-video

Non particolarmente eclatante la qualità dell’immagine. Colori un poco sgranati, un certo rumore di fondo e qualche incertezza di compressione, pur non inficiando la piacevolezza della visione, rendono il quadro nel complesso piuttosto altalenante.
L’audio, un dolby digital 2.0 in italiano e inglese, risulta generalmente pulito. Si consiglia la traccia originale a chiunque voglia godere di alcune finezze interpretative che restano precluse ai doppiatori.

Extra

Il trailer e la scheda biofilmografica di Jeff Bridges sono gli unici due veri extra di questa edizione proposta da Officine UBU. Il minimo sindacale, certo, ma qui vale soprattutto il coraggio della piccola casa di scoprire e portare in Italia titoli che avrebbero meritato la distribuzione più di molti altri.


(Amateurs); Regia: Michael Traeger; interpreti: Jeff Bridges, Ted Danson, Lauren Graham, William Fichtner, Joe Pantoliano; distribuzione dvd: Officine UBU.
formato video: 1.85:1 - 16/9 anamorfico; audio: Italiano e inglese dolby digital 2.0; sottotitoli: italiano.

Extra: 1) Trailer 2) Scheda Biofilmografica su Jeff Bridges 3) Catalogo Officine UBU


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