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DVD - Lost (stagione 1)

Pubblicato il 28 luglio 2006 da Alessandro Izzi


DVD - Lost (stagione 1)

Non c’è che dire: Lost è stato uno degli esperimenti più interessanti ed audaci della televisione americana recente ed è diventato, col tempo, uno dei sicuri punti di riferimento dai quali partire per rendersi conto di come sia davvero possibile pensare un serial secondo le coordinate di un immaginario e di un modo di scrittura che restano assolutamente cinematici.
E’ cinematografica prima di tutto l’ambizione della messa in scena che non sembra volersi mai accontentare dei limiti angusti di un budget per sua natura molto ristretto come è quello televisivo.
Al cinema rimanda anche la struttura polifonica, il gioco d’incastri narrativi e, conseguentemente, di salti stilistici che danno ai vari episodi un che di eterogeneo (e post moderno) che difficilmente riusciremo a rintracciare in operazioni televisive analoghe.
Ma, soprattutto è cinematografica la volontà di non offrire mai allo spettatore facili risposte, di sondare, sempre e comunque, i lati oscuri di un mondo ostile senza cedere al ricatto del "consolatorio a tutti i costi". Per questo i vari episodi realizzati nel corso dell’avventurosa prima stagione, seguono tutti un percorso narrativo pericoloso ed aggrovigliato, irto di flash-back che nascondo sempre al loro interno enigmi che sembra impossibile svelare. Ogni puntata è anzi una piccola sfinge che aggiunge un tassello al già incomprensibile disegno generatore dell’intero apparato narrativo.
La soluzione dell’enigma principale (Cos’è l’isola? Perchè il destino ha voluto riunire esattamente quesi personaggi in quel posto lontano da tutto e da tutti?) perde, però, per lo spettatore, ogni importanza reale mentre si moltiplica, man mano che il tempo passa, l’interesse per tutte le digressioni, per tutti i piccoli enigmi e per le situazioni incongrue che si rincorrono sullo schermo con sadico piacere di tutti. Da questo punto di vista Lost (ma questo capitava già in Alias e in certi frangenti di serie culto come X-files) applica una sorta di piccola rivoluzione copernicana nel modo di concepire la scrittura di un racconto.
Un racconto di matrice classica, infatti, cerca sempre di mantenere una forte dose di credibilità che serve essenzialmente ad impedire allo spettatore di uscire fuori dal mondo narrato e a non sospendere o ridurre il suo grado di immedesimazione nella vicenda. Il fruitore del racconto deve, insomma, essere portato a recipere come coerente a naturale il mondo messo in scena e ogni dettaglio deve contribuire a sostenere il disegno unitario del tutto.
In Lost viceversa, sembra non esistere a priori un principio di coerenza intrinseco al mondo rappresentato. Tutto è incongruo ed insensato e i dettagli cozzano tra loro e si urtano rabbiosamente con buona pace del principio di immedesimazione dello spettatore. Del resto come conciliare la compresenza di orsi polari e di un ambiente assolutamente tropicale? Come spiegare la presenza di un misterioso e gigantesco predatore che scuote le fronde degli alberi come un T-Rex a caccia?
L’unico principio unificante, l’unica cosa che tiene unite insieme, le varie puntate e i vari incidenti narrativi non è, quindi, la soluzione ad un enigma che deve essere già chiara per gli autori ed immanente al mondo messo in scena (i segni ci sono tutti e siamo solo noi, come spettatori, a non essere in grado di dare loro la corretta interpretazione), ma viceversa è proprio un postulato principio di incoerenza. Le situazioni si accavvallano in maniera così incongrua di fronte all’occhio rapito dello spettatore che l’innaturale finisce per ribaltarsi nel suo contrario e quello che diventa importante non è più la soluzione di un mistero quanto, piuttosto, la capacità di generarne altri ancor più elaborati e complessi di quello da cui si era partiti. Il percorso narrativo si muove, quindi, a posteriori non va da un enigma verso una soluzione finale, ma da un mistero a quello successivo con l’unica preoccupazione di fare in modo che la successione degli eventi sia consequenziale e che i nuovi arcani siano del tutto coerenti con quanto visto precedentemente. Ogni puntata, insomma, viene scritta e pensata non per tendere verso una finale ricomposizione degli indizi, ma per chiudere il cerchio utopico di una narrazione infinita che si appaga della sua stessa eternabilità, ma che è al tempo stesso assolutamente coerente con le sue origini, con la prima puntata che tutto contiene.
In effetti la serie, giunta in America alla terza e trionfale stagione, si presenta allo spettatore come una sorta di ardito work in progress la cui direzione narrativa è indecifrabile. Il racconto si autodetrmina, segue un percorso capriccioso in cui quello che conta prima di tutto è scoprire il nuovo colpo di scena nella perfetta consapevolezza che quel colpo di scena non avrà mai una spiegazione per la semplice e buona ragione che tale spiegazione non è neanche nella mente degli autori che l’hanno escogitata.
Un meccanismo quasi da soap, insomma, quello di cui stiamo parlando, con la sola differenza che in una soap non conta mai il principio di coerenza con le proprie radici al punto che lì un personaggio dato per morto può tranquillamente risorgere visto che il passato sembra essere sempre perennamente modellabile nella presupposta memoria zero dello spettatore televisivo.
Proprio in questo originale impianto narrativo, comunque, sembra riposare il limite di un’operazione che, bruciata in una fiammata la curiosità dello spettatore non riesce sempre ad avere quel senso di compiutezza delle grandi opere d’arte. Lost è uno splendido prodotto d’intrattenimento e, nel suo soprassalto narrativo che mischia insieme racconti più o meno riusciti di campioni di varia umanità (a tratti multietnica) sembra dirci molto più di quanto non vorrebbe sul mondo contemporaneo, ma resta spesso troppo legata al suo meccanismo a sorpresa per inverare momenti di autentica poesia.

La qualità audio-video

Presentata in due cofanetti da quattro dischi ciascuna (due sono per i ghiotti extra) la serie vanta un riversamento curatissimo su sopporto digitale. Sempre pulita e nitida l’immagine anche nelle molte scene notturne e nei momenti di più ardua compressione (scene con nebbia e pioggia specie nella prima puntata). Un risultato lusinghiero.
Ottimo anche l’audio che vanta diverse opzioni linguistiche (tutte in 5.1). Tra le varie tracce consigliamo, comunque, vivamente l’originale inglese per rendersi conto della grande babele di accenti e dialetti che popolano questa splendida serie televisiva.

Extra

Non capiamo, sinceramente, l’esigenza della Buena Vista di far uscire la prima stagione di Lost in due cofanetti immessi sul mercato alla distanza di un mese l’uno dall’altro. Questa scelta, certamente dettata da motivi di sfruttamento commerciale, ha di fatto reso incerta la divisione degli extra sui due dischi ed essi destinati. In complesso, comunque, resta molto difficile scegliere tra le oltre dieci ore di contenuti speciali presentati all’acquirente dei due cofanetti.
In linea di principio abbiamo trovato molto interessanti i Making of che ci hanno illuminato in particolare sulla costruzione del molto realistico set voluto da J. J. Abrams per la serie (un vero aereo in disarmo smontato pezzo pezzo).
Curiosi e sfiziosi i commenti audio ad alcuni episodi (irrinunciabili il commento audio al primo) che meritano l’ascolto anche se non sempre lasciano la voglia di replicare l’esperienza.
Meno interessanti le scene tagliate e i provini per gli attori (che spesso erano preparati per ruoli diversi da quelli che poi avrebbero finito per interpretare). Ma anche qui si possono apprendere dettagli curiosi come l’iniziale idea di far morire il personaggio del dottore dirattamente nel pilot della serie. Idea poi accantonata.

Lost (stagione 1)

Serie televisiva in ventiquattro puntate di 42’ ciascuna; interpreti: Naveen Andrews, Emilie de Ravin, Matthew Fox, Jorge Garcia, Maggie Grace, Josh Holloway, Malcolm David Kelley, Daniel Dae Kim, Yoon-jin Kim, Evangeline Lilly, Dominic Monaghan, Terry O’Quinn, Harold Perrineau, Ian Somerhalder; distribuzione dvd: Buena Vista

formato video: 1.85:1; audio: Italiano, Inglese e Spagnolo (5.1); sottotitoli: Italiano, Inglese, Inglese per non udenti, Spagnolo, Islandese

Extra: Nel primo cafanetto: 1) La Genesi di Lost 2) Creando un disastro 3) Prima di perdersi 4) Benvenuti a Oahu: il making di Lost 5) L’arte di Matthew Fox 6) Scene eliminate 7) Lost su Comicon 8) Lost: nei luoghi delle riprese 9) Commenti audio agli episodi 1-2-4-7
Nel secondo cofanetto: 1) Racconti dall’isola 2) Lost: nei luoghi delle riprese 3) Scene eliminate 4) Papere dal set 5) Commento audio episodio 13


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