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DVD - N. A Pris Les Des

Pubblicato il 15 settembre 2010 da Alessandro Izzi


DVD - N. A Pris Les Des

N. A Pris Les Des ha un gemello: L’éden et après.
Il fratello più grande, come spesso accade (almeno nei due terzi dei parti gemellari), appare molto diverso dal piccolino di casa. Eppure la genesi del duo, in barba a tutte le leggi della scienza, è stata di tipo monozigote. Vale a dire che un solo ovulo è stato fecondato da un solo spermatozoo andando a costituire un unico patrimonio genetico.
Eppure, quando si guardano i due film partoriti dal genio di Alain Robbe-Grillet non si ha proprio l’impressione di trovarsi di fronte ad un immagine e al suo riflesso nello specchio.
L’éden et après nasce dalla volontà di definire un film seriale che flirti con la grammatica del cinema di genere in un connubio stranissimo ed originalissimo di volontà autoriale e stilemi commerciali. La serialità imposta al film, su una base di dodici elementi narrativo/attanziali (casualmente come le note del sistema musicale temperato) non è strettamente rigorosa. Intanto non ha una successione cronometrica: un elemento della scala può, infatti, durare cinque secondi, mentre il successivo può allargarsi anche ad un minuto o due. In secondo luogo può prolungarsi nello spazio di una o più inquadrature in base alle esigenze del momento.
Le varie serie che vanno a comporre l’ordito del film non sono strettamente separate tra loro da elementi divisori facilmente riconoscibili come dissolvenze, iridi in apertura o chiusura, segni grafici o specifici interventi sonori, sicché lo spettatore è messo nell’impossibilità di riconoscere con assoluta chiarezza una serie dall’altra e, quindi, di comprendere con chiarezza la logica strutturale che soggiace all’organizzazione del lavoro.
Alcuni elementi sono ritornanti e chiari (l’immagine della donna trascinata/rapita/torturata dall’elemento maschile, le figure allo specchio, le scale e le cisterne, gli ambienti africani che alludono al passato), altri di più difficile decifrazione. Il meccanismo che definisce le principali metamorfosi della serie originaria sono apparentemente strutturati secondo una logica già applicata nel contrappunto classico e nella dodecafonica (moto retrogrado, moto contrario, e contrario del retrogrado). Ma, come già evidente dai titoli dei due film che sono l’uno l’anagramma dell’altro, permutazioni di vario genere sono ovunque permesse.
La struttura di successione delle inquadrature e delle sequenze non segue, quindi, un principio narrativo, ma musicale. Eppure L’éden et après ritrova una logica narrativa e, quindi, commerciale grazie all’intervento della voce fuori campo dell’eroina femminile che ricompone le sequenze variamente accostate, ricostruendo, quasi a posteriori, una sia pur labile traccia narrativa tradizionale. In altre parole la voce funziona da elemento discriminante e da guida per lo spettatore in cerca delle facili certezze di una trama.
N. A Pris Les Des affianca a questo preciso elemento seriale (e anche il tournage è lo stesso del film precedente) anche una più spicatta e dichiarata propensione aleatoria. La successione delle varie serie non è, infatti, strutturata secondo una logica strettamente autoriale, ma è determinata dal caso con il lancio di tre dadi. La serie viene scelta, quindi, dalla fortuna e in base al risultato del lancio dei dadi e anche la voce, questa volta maschile, quella di N., si rifiuta di costruire un senso più univoco al racconto, anzi spesso ironizza sulle aspettative dello spettatore che, in un film, cercano solo una successione cronologica di eventi concatenati tra loro da un meccanismo di causa ed effetto.
Dire che N. A Pris Les Des sia più criptico di L’éden et après, come molta critica ha fatto, è di fatto cascare in pieno nel gioco di Alain Robbe-Grillet.
Poiché entrambi i film non sono impaginati secondo una logica narrativa, dare la patente di cripticità ad uno dei due significa ritornare a subordinare la comprensione del testo filmico alle categorie della narrazione tradizionale.
Nessuno dei due film vuole raccontare qualcosa. Se il primo lo fa (a posteriori), la cosa è voluta, ma accidentale.
In questo si capisce anche come i due film appaiano tra loro diversi solo se li si rapporta ad una logica narrativa.
Invece i due film sono assolutamente monozigoti. Del tutto indistinguibili tra loro perché composti dallo stesso materiale genetico anche se combinato in modo di volta in volta diversi.

La qualità audio-video

Il regista, per la sua prima pellicola a colori, optò per una tavolozza cromatica estremamente brillante fondata su colori primari accostati tra loro alla maniera di Mondrian (la stessa scenografia del bar è una trasposizione tridimensionale di una tela del grande pittore). Unico grande escluso dal giro dei colori è stato il verde che, a detta del regista, risultava, per la tecnologia impiegata, troppo falsato e poco manipolabile. Non stupiscano, quindi, gli arditi accostamenti pittorici di vaste aree monocromatiche e la forte propensione all’impiego del bianco che sono ben restituiti all’interno di questo dvd. Il quadro, sempre relativamente nitido e pulito, è stabile e non si ravvisano, se non in alcuni momenti (si pensi alla scena dei falò sulla spiaggia) segni di artefazione digitale.
Filologico l’audio originale con sottotitoli opzionabile. Scelta obbligatoria per restituire il complesso ordito sonoro di una pellicola in cui il contrappunto audiovisivo è, spesso, di una finezza esemplare.

Extra

Oltre al bel booklet c’è solo un’intervista al regista. Molto interessante, però.


(N. A Pris Les Des); Regia: Alain Robbe-Grillet; interpreti: Catherine Jourdan, Pierre Zimmer; distribuzione DVD: Ripley Home Video
formato video: 1.66:1 - 16/9; audio: Francese, Mono; sottotitoli: Italiano

Extra: 1) Booklet 2) Intervista col regista


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