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DVD - Nana: The Movie

Pubblicato il 18 febbraio 2007 da Alessia Spagnoli


DVD - Nana: The Movie

Il successo arriso alla messa in onda televisiva della serie anime di Nana, ci da il là per spendere due parole sull’altra trasposizione del manga, stavolta con attori in carne ed ossa: ci riferiamo, naturalmente, al corrispondente live action, ovvero Nana – The Movie. Atteso da migliaia di ragazze e ragazzi anche nel nostro Paese – è sufficiente dare una rapida scorsa ai forum ad esso dedicati su Internet per appurarlo – il film è apparso per ora su territorio nazionale unicamente nel contesto del sempre attento Far East Film Festival di Udine. Per la proiezione in sala, invece, si dovrà attendere ancora chissà quanto l’‘illuminazione’ di qualche distributore nostrano dotato di antenne ultra-sensibili ai richiami dei più giovani (un esempio di petizione pro-Nana).
Il primo aspetto che si impone allo sguardo, in questo adattamento, è l’impressionante mole di lavoro condotta nel campo della ‘ricostruzione’ di set e personaggi: al di là della più scrupolosa, letterale trasposizione cinematografica di un fumetto che si sia mai vista sul grande schermo. Le produzioni anime recenti ci avevano già abituato, per parte loro, ad una crescente cura certosina profusa nell’elaborazione del più minuto particolare scenografico. Apripista, in questo senso, è stato probabilmente il capolavoro di Otomo, Akira: ma lì si trattava ancora e soprattutto del sudore della fronte di decine e decine di intercalatori, poiché non si disponeva ancora della tecnologia digitale che avrebbe permesso gli autentici miracoli contenuti in Nana (si pensi alla famosa palazzina in stile occidentale in cui vivono le due protagoniste, che si direbbe presa di peso e trasposta nel film direttamente dalle tavole). In Nana, tale riproposizione filologica è un tratto ricorrente che informa di sé ogni fase del processo creativo, spaziando dal primo lavoro di ricerca effettuato dalla stessa autrice Ai Yazawa (che è andata a rovistare in lungo e in largo in cerca di informazioni visive, attinenti non solo l’abbigliamento, ma perfino i vari accessori – il lucchetto portato al collo da Sid Vicious – indossati da gruppi come i Sex Pistols, ispirandosi alle creazioni originali della più anticonvenzionale fra gli stilisti, la ’mitica’ Vivien Westwood, da cui la stessa Yaza attinge a piene mani per le sue creazioni). Il merchandising stesso di Nana è talmente vasto e legato a oggetti dall’uso più disparato, da comprendere al suo interno perfino i vari ninnoli indossati dalle due protagoniste (ma non solo). Accendini, carte da gioco (del mahjong), borse, anelli, orologi, e chi più ne ha più ne metta: poco o nulla è stato omesso dai circuiti di vendita.

I curatori dell’adattamento si dimostrano talmente premurosi nel non urtare la suscettibilità delle oltranziste fan del fumetto, da aver ritagliato uno spazio adeguato a tutti gli eventi capitali contenuti negli albi: dal tradimento di Shoji ai diversi impieghi di Hachi, dallo straziante addio alla stazione tra Ren e Nana all’altrettanto toccante momento del successivo reincontro al concerto dei Trapnest. Il primo film di Nana arriva esattamente a comprendere i fatti, così come sono descritti nello shoujo, fino al nono volumetto compreso. E’ infatti stato realizzato (e già passato, stavolta nell’ultima edizione del Far East) il sequel: Nana – The Movie 2. E pensare che Ai Yazawa non ha ancora terminato di lavorare a quest’opera, la più famosa – sin qui – della sua carriera! Non si è voluto attenderne il completamento, nemmeno per trarne un film autoconclusivo.
Costumisti e scenografi sembrano aver operato ‘manga alla mano’, seguendo le scelte illustrative indicate nelle tavole come se si trattasse di uno stoyboard. Fa davvero riflettere il modo in cui i curatori del film si sono accostati all’opera della Yaza: come fosse un ‘classico’, da sfiorare quasi in ‘punta di matita’. Certo, poi il disegno consentirebbe, piuttosto, l’anarchia più completa: nel film con attori in carne ed ossa qualche problema di casting emerge, soprattutto nel contesto di uno spirito tanto ortodosso. Impossibile, ad esempio, trovare una giapponese con la stessa massa di riccioli biondi di Reira! Lo spirito, dunque, è tutt’altro che anarcoide e questo stride un po’ con la filosofia punk: vengono in mente, a tal proposito, le anticonvenzionali cover di brani musicali quasi sacrali, da parte dei Ramones (alle prese con What a Wonderful World di Armstrong) o dello stesso Sid Vicious (che intona (!) la celeberrima My Way di Sinatra, performance immortalata in un videoclip che ha fatto epoca). Ed è un peccato, perché le poche variazioni sul tema inserite, funzionano eccome: è il caso degli inserti della vita precedente di Nana e Ren, sminuzzati e poi reinseriti a piccoli frammenti nel tessuto del film, durante il racconto al presente e che riescono ad introdurci all’interiorità dei personaggi attraverso pochi, rapidi schizzi.
Ma lamentavamo qualcosa di simile già nella serie animata. Ciò che delude maggiormente però (e questo non è più un peccato tanto veniale, dato il ruolo rivestito dalla musica all’interno di questa particolare vicenda), è il piatto commento sonoro.
Niente scarti, insomma, né sorprese, al termine della visione. E non si capisce bene se questo sia più un pregio o un difetto.

La qualità audio-video

Buono il riversamento dell’immagine. La compressione non sempre è invisibile, ma la visione scorre via in maniera assolutamente piacevole.
Pulito l’audio sia nella traccia italiana (5.1) che in quella giapponese (2.0)

Extra

Non specificati

leggi recensione alla serie anime di Nana


(Nana the Movie); Regia: Kentaro Otani; interpreti: Nana Osaki, Nana Komatsu, Ryuuhei Matsuda, Tomoki Marumaya, Hiroki Narimiya, Kenichi Matsuyama; distribuzione DVD: One Movie
formato video: 1.85:1 Anamorfico; audio: Italiano Dolby Digital 5.1, giapponese 2.0; sottotitoli: Italiano

Extra: Non specificati


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