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DVD - Nobody’s life

Pubblicato il 12 settembre 2007 da Alessandro Izzi


DVD - Nobody's life

È davvero possibile riuscire a fondare un’intera esistenza sulle sole menzogne? Questa è l’arte di Emilio Barrero, un uomo incapace di mostrare agli altri la sua intrinseca fragilità e che ha costruito intorno a sé l’immagine perfetta di un uomo arrivato: una splendida casa, una moglie devota, un figlio che l’adora e un lavoro in banca che non può non essere invidiato da tutti. Un’immagine composta con la certosina pazienza di chi sa che mentire, in fondo, è anche fin troppo facile. Il difficile è continuare a farlo, giorno dopo giorno, senza cadere in contraddizione e, soprattutto senza scrupoli per quegli sguardi di chi si rivolge a te con fiducia incrollabile, con ingenuità, col candore di chi non riesce a far altro che crederti sincero.
Nella realtà Emilio Barrero è semplicemente un truffatore da poco.
Non cerca, con le sue bugie, di arricchirsi oltre misura. Non è un capitalista dell’imbroglio. Tutto quello che chiede è solo di poter continuare ad avere una vita normale anche se poi non è capace di avere un vero lavoro e, da un certo punto in poi, si accorge di non amare davvero la moglie. Le sue menzogne sono, soprattutto, bugie dette per accaparrarsi quel poco di affetto dalle persone che, in fondo, crede di amare.
Poiché, infatti, Emilio per primo non riesce a credere che il suo vero se stesso sia meritevole di amore, l’unica possibilità che gli resta è mandare avanti un simulacro di sé, una somma di tutte quelle cose che gli altri, secondo la sua visione al fondo sin troppo semplicistica, non potrebbero mai fare a meno di amare. Così facendo costruisce la sua vita all’interno di una bolla (così si racconta in favola una notte, al figlio piccolino, in un momento di inaspettata sincerità che passa, non a caso, attraverso quello che tutti sanno essere una bugia) che è sempre sul punto di scoppiare lasciandolo in fondo al mare ad annegare sotto il peso delle sue umilianti bugie.
Ma è vero amore quello che si fonda sulla menzogna? L’affetto indistricabile che lo lega al figlio (proprio colui che, nel novero variegato dei personaggi messi in scena, gli crede e lo ama con più instancabile fiducia) può davvero dirsi reale? O non è esso stesso una menzogna che Emilio, nel suo delirio di mezze verità, racconta a se stesso senza neanche rendersene conto? E soprattutto può davvero essere appagante per un uomo un amore così subdolamente estorto? Fino a che punto si può davvero vivere con la consapevolezza che gli altri amano non te, ma un “altro” inventato con la costanza di un drammaturgo raffinato e interpretato con la maestria di un attore consumato?
La sfida di Nobody’s life, pellicola diretta da Eduard Cortés nel 2002, sta tutta nel raccontare questa girandola di menzogne con quello strumento che più di tutti è davvero capace di mentire: l’immagine cinematografica. E l’ambiguità volutamente ricercata poggia tutta sullo statuto incerto con cui il regista ci presenta il suo protagonista esemplare: ci mostra con precisione quasi hitchcockiana tutti i sotterfugi sui quali costruisce le sue sempre più iperboliche menzogne, ma trova sempre un modo per farci provare una sorta di malsana simpatia nei suoi confronti. Noi spettatori ci immedesimiamo fatalmente in Emilio perché non siamo immuni al bisogno di mentire o di non dire proprio tutta la verità. La paura di ferire la persona che amiamo, il timore di non essere mai accettati per quello che siamo spesso ci obbligano a compromessi odiosi con la nostra coscienza. Ed è duro dire fino a che punto la menzogna è un comportamento dettato dall’insicurezza e dove comincia, invece, la patologia vera e propria.
Avvalendosi di ottimi attori Cortès licenzia al pubblico un’opera curiosa e abbastanza interessante che ha il solo difetto di essere più “scritta” che realmente visualizzata. Si annacquano così tutte i momenti che avrebbero dovuto essere davvero emotivamente risolutivi come la scena in cui Emilio scopre nel parco dove passa le mattinate a fingere di lavorare un uomo che, seduto sulla sua “solita” panchina, mente spudoratamente alla moglie al telefono: un gioco di specchi che in mano ad un regista diverso avrebbe potuto regalare ben altri brividi. Resta, alla fine, un più che dignitoso prodotto medio.

La qualità audio-video

Costretto all’interno di un latterbox abbastanza indigeribile, il film soffre, nel passaggio al digitale, inutili pene. L’immagine si mantiene per lo più nitida, ma è assai poco contrastata. Il quadro appare spesso troppo piatto e i neri sono poco profondi. In complesso un lavoro troppo tendente al minimo sindacale per risultare davvero soddisfacente.
Meglio le cose vanno per quel che attiene al suono. Tre sono le tracce: una dolby digital 5.1 e un DTS per la lingua italiana e un più contenuto 2.0 per l’originale. Trattandosi di un film costruito più su dialoghi che su esplosioni non ci resta che dire: troppa grazia per le prime, troppo poco per la terza.

Extra

Trailer del film e spot pubblicitari. Non meritano commento.


(Nobody’s life); Regia: Eduard Cortés; interpreti: Jose Coronado, Adriana Ozores, Roberto Alvarez, Marta Etura; distribuzione dvd: Mondo Home Entertainment;
formato video: 1.85:1 (4/3); audio: italiano (Dolby digital 5.1, DTS) e spagnolo (Stereo 2.0); sottotitoli: italiano per non udenti.

Extra: 1) Trailer 2) Trailers vari


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