DVD - Panic room

Il film
Panic room è decisamente qualcosa di più di un onesto film di genere o di un plateale omaggio hitchockiano: palese nella sequenza titoli e nelle musiche molto hermanniane di Howard Shore. La prima mezz’ora di proiezione è di un’efficacia così lancinante che non si può non gridare al miracolo. La visita iniziale della casa, insieme con gli agenti immobiliari che ne descrivono le stanze, disegnando un percorso in quegli spazi entro cui avrà luogo l’intero racconto, comincia già a gettare i semi di un’inquietudine sempre crescente. Poi la prima cena in un ambiente nuovo, sebbene non ostile, costituito da piccole oasi illuminate (l’angolo cucina, le stanze da letto) e lunghi anfratti bui (i corridoi, le scale) segna un passo ulteriore verso la definizione dei personaggi e la visione quasi antropologica del loro tentativo di fare propri quegli stessi ambienti (il trionfo dell’allacciamento del telefono). Tutto contribuisce a dare una totale impressione di precarietà che è resa ancora più incisiva dal fatto che la presa di possesso di un luogo reca, con se, sempre l’impressione di un’invasione, dell’infrazione di qualche tabù sconosciuto che presto o tardi finirà per gettare malefici sulla nostra esistenza. La casa diventa ben presto una sorta di magione vittoriana oscura e potenzialmente malevola e l’unico modo per prenderne possesso parrebbe risiedere nell’utilizzo della tecnologia che, nella sua razionalità scientifica, dà sempre l’impressione di essere in grado di cacciar via i fantasmi della mente e del sonno. L’arrivo dei criminali è consegnato agli annali della Storia del Cinema mediante un pianotraveling di inaudita efficacia narrativa. La macchina da presa si muove tra gli spazi della casa, scavalca con dolly vertiginosi le scalinate sprofondate nel buio, si insinua tra gli spazi (arrivando addirittura ad entrare nella serratura di una porta o nel manico di un bricco di caffè) e mette in comunicazione quegli ambienti di cui, sino a questo punto, avevamo avuto una percezione frammentata dal montaggio. La continuità del movimento di macchina, lungi dal ridurre la tensione, contribuisce enormemente a creare un clima claustrofobico, ma ha anche la funzione di disegnare le geometrie entro cui si costituirà il racconto (un altro game, un vero e proprio gioco di ruoli) e di mettere in comunicazione i vari personaggi. Poi, esaurita questa prima parte, quando comincia il thriller vero e proprio tutto ritorna su terreni più convenzionali anche se la messa in scena si mantiene sempre, fortunatamente, su altissimi livelli.
La qualità audio-video
Il formato (2.35:1) utilizzato e la quasi totale assenza di extra hanno garantito un lavoro sull’immagine esemplare. I colori sono sempre perfettamente equilibrati, il contrasto è ottimo, anche nelle molte scene notturne, e non c’è traccia di sgranature. Infine sono quasi del tutto assenti segni di deformazione del quadro dovuti alla compressione. L’audio è ottimo sia nella traccia italiana che in quella originale inglese.
Extra
Pressochè nulli se si eccettua un trailer originale inedito. Restano piuttosto carini i menù animati, ma per un film di questa portata (e malgrado lo splendido lavoro fatto nel riversamento), restano pur sempre troppo poco.
(Panic room); Regia: David Fincher; Interpreti: Jodie Foster, Forest Whiteker, Dwight Yoakam; Produzione DVD: Columbia
Formato video: 2.35:1; Audio: Italiano (Dts, 5.1) Inglese (5.1); Sottotitoli: Italiano, Inglese
Extra: 1) Trailer
[ottobre 2002]
