DVD - Paprika, sognando un sogno

Una rutilante ouverture circense, coi nuovi "freaks" filiati dalla modernità, apre l’ultima fatica del sensei Satoshi Kon (noto dalle nostre parti, a quei pochi eletti, come "papà" di Tokyo Godfathers).
Il plot futuribile è ambientato però in uno scenario contemporaneo non fantascientifico, ed è un dato che conta... In tale contesto, la "DC RUN" è la chiave tecnologica che consente di accedere alla porta dei sogni. La penetrazione della mente umana è uno degli incubi più ricorrenti dell’animazione giapponese (Ghost in the Shell docet).
C’è una nuova via per il terrorismo: impiantare sogni nella mente delle persone, per poi manipolarle.
Il sogno, come ci viene spiegato nel film, può essere suddiviso proficuamente, a fini di analisi e studio, nella sua fase REM, vista come l’equivalente dei film per il botteghino, preceduti da quei brevi "cortometraggi artistici" che costituiscono le immagini rapide come flash e completamente scollegate tra di loro.
Come in Dolls di Kitano, uomini e donne sembrano impotenti burattini i cui destini sono arbitrati dal Caso.
Illuminante anche la compenetrazione tra immaginario e sogni proposta dall’autore giapponese (trasparente la deliziosa "citazione che non ti aspetti" da Vacanze Romane). Un immaginario che attinge addirittura alla mitologia classica, con Edipo (simbolo ineffabile delle catene che tengono prigioniero l’uomo) e la Sfinge, un insondabile volto femminile.
Assai interessante è proprio il discorso che emerge da quest’opera sul ruolo della donna nella società giapponese. Il film è infarcito di immagini di bambole di ogni fattura e sembianza, capeggiate da una gigantesca con le fattezze di una geisha, la "donna nata per soddisfare tutti i bisogni dell’uomo". Paprika è la nuova donna dei sogni: un’esile ragazzina dolce e disponibile, una creatura destinata evidentemente a non incutere troppo timore al timido uomo giapponese. Ma Satoshi Kon nel finale pare voler affrontare direttamente quest’ossessione, resa letteralmente nella scena finale della bambina che divora l’uomo e cresce, cibandosene, fino ad eliminare lui e il male che diffonde.
Ghost in the Shell, si diceva. Già in quel capolavoro precursore di tanto cinema fantascientifico, veniva proposta la medesima dialettica forma/sostanza, qui enunciata cristallinamente. Paprika, come il Maggiore Kusanagi, è la donna perfetta creata dagli uomini (anche se paradossalemente, dato che di cyborg si tratta, più carnale di questa teen-ager millenaristica). Lo stesso personaggio del "maestro dei sogni" sembra ricalcato sul conio originale del "signore dei pupazzi" di quel film anni ’80 (nella versione italiana). Apriamo un inciso segnalando che curiosamente anche Mamoru Oshii sarà presente in questa edizione della Mostra e tuttavia, insieme all’altro grandissimo maestro del genere, Katsuhiro Otomo (Akira), porterà qui film di fiction: mancherebbe il solo Miyazaki padre (in attesa del giovane Goro) per avere qui riunita in un colpo solo tutta la crema dell’animazione del Sol Levante.
Nel finale, un impressionante incubo collettivo è la metafora trasparente di tutto quanto il mondo moderno rappresenta e reca con sé.
La qualità audio-video
Eccellente la resa cromatica del film. I colori sono estremamente brillanti e i neri giustamente profondi. Il senso di prospettiva dei singoli quadri è generalmente notevole. Nessun segno della compressione.
Molto buono anche l’audio nelle triplice ozpione italiano, originale e spagnolo.
Extra
Interessantissimo il making of che ci introduce nella fucina sperimentale dello studio d’animazione.
Intriganti i commenti.
(Paprika); Regia: Kon Satoshi; distribuzione DVD: Terminal video
formato video: 1.85:1 widescreen; audio: Italiano, giapponese e spagnolo Dolby digital 5.1; sottotitoli: Italiano, inglese, portoghese e spagnolo
Extra: 1) Making of 2) Commenti dei tecnici
