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DVD - Piede di Dio

Pubblicato il 22 ottobre 2010 da Alessandro Izzi


DVD - Piede di Dio

Piede di Dio è un film fragile e delicato.
Piccolo, come tutti i film italiani che nascono con dietro un’intenzione e non un calcolo. Utopico come tutti i prodotti che non si omologano ad un’industria, ma si vogliono espressione precisa e pulita di un’idea.
Soprattutto Piede di Dio è un film ambiguo, indeciso sul limitare che separa, senza troppe staccionate, il suo essere spettacolo con il suo bisogno di criticare la fame di spettacolo delle generazioni cresciute sui binomi calcio/veline e Maurizio Costanzo/Maria De Filippi.
L’opera prima di Luigi Sardiello (militante critico cinematografico prima, produttore e documentarista poi) nasce e si forma sull’onda nera di calciopoli e vive tutta dello sdegno per lo scandalo prodotto da uno sport definitivamente abbruttito dalle logiche dello show bussiness. Non gli piacciono, al regista di questo film volutamente esile, le partite costruite ad hoc sui palinsesti televisivi. Non gli va giù il fatto che allo sport e all’amore per le azioni aeree e belle si sia sostituita la logica della fiction sporca, del mercato e del connubio soldi-sesso.
Così, mentre ci racconta la storia di Michele, un osservatore da campetti di provincia da sempre alla ricerca di un talento forte e vendibile che rilanci la sua non certo brillante carriera, l’autore si sorprende a sognare, senza mai mostrarceli, quei tempi in cui il calcio era prima di tutto un gioco che teneva uniti nel sorriso. C’è nostalgia nelle immagini del regista italiano. Rimpianto per la vita di quartiere e di periferia quando il mondo non superava di troppo le porte del paese. Rimpianto per il calcio ascoltato nelle radiocronache quando la voce del presentatore, specie se roca come quella di un Ciotti, faceva sognare i campi verdi e gli assist perfetti. Rimpianto per un tempo in cui le azioni di un Ibrahimovic di turno facevano più notizia di sue presunte foto in equivocabili atteggiamenti gay. Ma sopra ogni altra cosa c’è nostalgia per l’infanzia, per quella fase della vita in cui tutto è nuovo e il calcio vero non si cerca negli stadi, in mezzo al tifo, ma sulle rive di una spiaggia, tra la sabbia e il vento pieno di sole.
In questo mondo fatato, in quest’isola dorata in cui solo è ancora possibile trovare il calcio vero e il suo spirito irridente e geometrico, Sardiello ambienta una pellicola stranamente solare che si tiene (e qui sta un merito grande) a giusta distanza sia dal possibile omaggio pasoliniano, sia dalla logica fictionale di prodotti come L’ultimo rigore che pure rimesta, con meno intelligenza, nello stesso grigiore.
Nel farlo, il regista mette in campo, sull’onda di una storia vera, attinta dritta dritta dalla propria stessa infanzia, due personaggi che sembrano nati per fare coppia: un ragazzo che, di suo, non può crescere oltre i dodici anni e un uomo che è già vecchio nella sua disillusione privata, come il calcio in cui lavora, di ogni valore.
L’incontro tra i due, giocato come da copione di una commedia stranamente retrò sull’onda di reciproche incomprensioni, finisce nel buonismo di sorrisi ritrovati. Ma la scelta non è una concessione al gusto del pubblico, quanto piuttosto il coerente sviluppo di un’idea di fondo che sfiora il dramma per risalire a galla con qualche consapevolezza in più.
Certo alla fine il goal è individuale, non porta in serie A e, soprattutto, è spettacolo per pochi, ma il senso del percorso è chiudere nel perdono e non nel cinismo. Il che non è poco.
Difetti ce ne sono molti, in questo film che azzecca tutti i volti giusti, ma ci piace considerarlo come uno dei pochi film sinceri su quel tirar quattro calci di pallone che vuol starsene ancora lontano dalla luce dei riflettori.

La qualità audio-video

Più che discreto il riversamento che si avvale di un quadro nitido e pulito abbastanza ben bilanciato sul croma, ma un poco troppo luminoso. Ne risentono le poche scene notturne funestate da una grana persistente che, se non rende difficile la visione, se non altro si rivela abbastanza fastidiosa.
Sindacale l’audio 2.0.

Extra

Pochi, ma a loro modo intriganti. La parte del leone la fa il breve documentario fotografico che spiega anche la genesi del progetto. Curiosa e molto divertente la scena eliminata. Nello standard i due trailers.


(Piede di Dio); Regia: Luigi Sardiello; interpreti: Emilio Solfrizzi, Rosaria Russo, Filippo Pucillo, Luis Molteni; distribuzione dvd: Koch Media.
formato video: 1.85:1; audio: Italiano dolby digital 2.0; sottotitoli: italiano.

Extra: 1) Trailer cinema 2) Trailer televisivo 3) Quando eravamo campioni - La storia di "Piede di Dio" 4) Scena inedita


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