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DVD - Speed Racer

Pubblicato il 17 novembre 2008 da Andrea Di Lorenzo


DVD - Speed Racer

Partiamo con una veloce precisazione : il cinema è spettacolo. Nulla di più semplice. Ovviamente ci possono essere diversi tipi di spettacolo, da quello più emozionale ed intimista a quello decisamente più frivolo e estroverso, ma sempre spettacolo rimane : possa esso essere una manifestazione artistica che si tiene davanti a un pubblico in un teatro, in un cinema, ecc. oppure la visione di una cosa straordinaria o impressionante. Ecco, per Speed Racer vale la seconda definizione : un turbinio spettacolare di immagini e colori, di kitsch e manga, di macchine e piste, di costumi e montaggio ricreato con estrema sapienza dai già registi di The Matrix, Andy e Larry Wacohwski.

Non è passato molto tempo da quando, sulle pagine digitali della nostra rivista, abbiamo ridimensionato notevolmente le prospettive spettacolari di 10000 AC di Roland Emmerich ; oggi, contro ogni aspettativa, ci troviamo invece nella situazione opposta : siamo qui per parlare (bene) di Speed Racer, ultima creatura dei Wachowski Bros. e rinnovata versione multicolor della serie animata giapponese Mahha GoGoGo (conosciuta in Italia con lo stesso titolo del film in questione) creata nel lontano 1967 da Tatsuo Yoshida a partire da un suo manga di qualche anno precedente. Il risultato di questa rigenerazione è un film semplicemente spettacolare, mai esageratamente "coatto", come poteva essere un The Fast and the Furious, per il semplice motivo che non si prende mai sul serio. L’esempio migliore ne sono gli attori, perfetti nel rendere l’idea di creare un cartone animato dal vivo e assolutamente ben scelti per esaltare questo particolare : Susan Sarandon è una madre credibilissima e al contempo bravissima ; John Goodman è ormai mitico ; Emile Hirsch ci sorprende nuovamente dopo l’ottima prova di Into the wild di Penn ; non parliamo poi di Christina Ricci : semplicemente unica, si diverte appieno (e diverte noi) nei panni di Trixie, la bella di Speed Racer. Gli altri attori di contorno sono tutti caratteristi che, nel complesso, non sfigurano ma nemmeno esaltano. La verve cartoonesca è comunque presente anche sotto altri aspetti : non solo perchè buona parte delle scenografie è ricreata al computer ma anche per via di una sana assurdità in perfetto stile giapponese che mai ci si aspetterebbe di trovare in un film americano ! Per assurdo, Speed Racer è un film che può assomigliare più a Glory to the filmmaker di Takeshi Kitano che al polpettone preistorico di Emmerich ! La storia di per sè è semplice, estremamente corretta e moralistica (adatta a quel pubblico di famiglie e giovani a cui il film è indirizzato) ma perfetta, nella sua essenzialità, per collimare con la spettacolarità ed i colori saturati al massimo delle immagini : del resto quando la trama è abbastanza semplice, giocare visivamente riesce anche meglio ; è un po’ quello che Baz Luhrmann fece qualche anno fa con Moulin Rouge, lavorando principalmente su un’idea visiva piuttosto che di testo drammatico. C’è da dire comunque che siamo su livelli tipologici e categorizzanti differenti e quindi il paragone va preso con le dovute precauzioni.
Estremamente curato è anche il livello di dettaglio delle piste così come delle macchine, con una delle scene finali che rimanda volontariamente ad Eadweard Muybridge, pionere della fotografia del movimento ripreso da fotocamere multiple : nello specifico, lungo uno dei rettilinei della pista del Grand Prix, sulle pareti che delimitano la stessa, sono state poste delle immagini di zebra che formano lo sfondo della scena ; mentre Speed Racer accelera lungo lo schermo, l’effetto combinato delle immagini in successione rapida simula il movimento della zebra che corre, come la serie di fotografie di Muybridge intitolata "Cavallo che corre". Un’idea spettacolare che deriva dalla profonda stima che i Wachowski nutrono per il fotografo americano. Le corse automobilistiche del film sono qualcosa che non si era mai visto prima su schermo : non siamo di fronte ai soliti testacoda, alle solite sgommate. No, quello che ci viene proposto è un nuovo livello di battaglia stradale, un incrocio tra gli sport estremi (come lo snowboard) e le battaglie dei gladiatori (con tanto di arena in visibilio ad ogni scontro), ribattezzato per l’occasione dai due registi (in maniera ironica) "Car-Fu", ovvero le arti marziali automobilistiche. Una denominazione che coglie appieno l’ironia con la quale è stato costruito questo progetto filmico. La regia dei Wachowski (seppur ripetitiva in certi momenti) è giusta per l’occasione : elaborata, ricca di sovrapposizioni, di movimenti di macchina, ma anche di momenti di stasi, aperti alla riflessione ed allo humor ma sempre estremamente immaginativa. L’immaginazione è, infatti, al primo posto nel film e nel lavoro dei due registi : lo dimostra una delle scene iniziali, quando il piccolo Speed sogna in classe (come un bambino può sognare) di partecipare a quelle corse in cui il fratello maggiore imperversa e per il quale fa un tifo scatenato. Un immaginario che prende a piene mani dalla sensibilità visiva dei manga e degli anime giapponesi, come dimostra anche la vera trovata geniale dei due fratelli americani : la creazione di scene a più strati di profondità.
Per quelli della nostra generazione, cresciuta a pane nutella e cartoni animati giapponesi, sarà un piacere vedere come il classico stile d’animazione del sol levante venga riutilizzato anche in questo film live-action. Nello specifico le scene sono state costruite a strati, lavorando distintamente su tre livelli (ossia il primo piano, il piano intermedio e lo sfondo), permettendo una visualizzazione finale su schermo molto simile a quella dell’animazione tradizionale in 2D : ecco allora che i tre livelli, citati poche righe fa, sono contemporaneamente a fuoco e le linee della prospettiva vengono confuse. La sensazione che se ne ricava è proprio quella atavica che regalavano le vecchie serie di cartoni animati giapponesi, l’impressione è di trovarsi ancora davanti ad una puntata di Supercar Gattiger o di Trider G7. Solo che stavolta è tutto molto più colorato ed elaborato del solito. Un vero piacere per gli occhi.

La qualità audio-video

Com’era scontato, la qualità visivo-sonora è ottima: la compressione video lascia intatti gli iperbolici colori cinematografici così come l’audio (sia italiano che originale) in Dolby 5.1. E’ possibile selezionare i capitoli da visualizzare.

Extra

Davvero poveri gli extra di questa versione mono-disco: i due video da 15 minuti ca. ciascuno, non offrono granché allo spettatore. Il primo, Paulie Litt guarda i set del film, dovrebbe essere un dietro le quinte del film mostratoci attraverso gli occhi del giovane attore ma, seppur mostrando alcune cose interessanti, come il sistema di guida su green screen, questo "documentario" non interessa quasi mai e, quando lo fa, ci lascia a bocca asciutta.
Il secondo extra è invece una review dettagliata dei modelli di automobili presenti nel film e dei circuiti più interessanti. Anche qui, seppur in maniera diversa, il video non interessa più di tanto anzi, potremmo quasi dire che annoia.
Ribadiamo, per dovere di cronaca, che questa è comunque la versione da un disco del film e, come ci si poteva del resto attendere, l’offerta di extra non è molto estesa anche se, nonostante questa "scusa", ci si sarebbe aspettato qualche cosa di più.


(Speed Racer) ; Regia : The Wachowski Brotehrs ; interpreti : Emile Hirsch , Susan Sarandon, John Goodman, Christina Ricci, Matthew Fox, Rain; distribuzione DVD : Warner Bros
formato video : 2.35:1 ; audio : Italiano, Inglese 5.1 Dolby Digital, Inglese 2.0 Audio Descriptive Service; sottotitoli : Italiano, Inglese, Italiano non udenti, Inglese non udenti, Ebraico, Arabo, Islandese.

Extra : 1) Paulie Litt guarda i set del film - Visita i set con Paulie Litt 2) Il brivido della velocità - Incontra i piloti del WRL: esplora le incredibili automobili del film e le sue strabilianti piste


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